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Manifesto: Disobbedienti alla sicurezza

Sulla parte normativa e sulla tutela giuridica sia agli immigrati che agli ufficiali civili - dagli insegnanti ai medici - che potrebbero incappare in sanzioni per essersi rifiutati di segnalare i clandestini, sta lavorando anche la Cgil. Che rivolge al governo una proposta da non prendere sottogamba. «Calcoliamo che ci sono attualmente un milione di lavoratori senza permesso di soggiorno in Italia - dice il responsabile immigrazione Piero Soldini - se è vero, come sostiene il ministro Maroni, che questi provvedimenti vogliono colpire soltanto chi commette reati. E se è vero, come sostiene ancora Maroni, che il reato di clandestinità non colpirà chi già vive e lavora qui, ipotesi peraltro surreale, allora devono dare una risposta. E questa risposta non può che essere una regolarizzazione».

05/07/2009
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il manifesto

Si incrina la linea «morbida» ufficiale del Vaticano sulle norme anti-immigrazione votate dal parlamento. Le gerarchie non sono tutte con la Santa Sede. Oggi in molte chiese verrà affisso un documento in cui si legge che «il razzismo è ormai a norma di legge». Mentre le associazioni preparano campagne per rendere la normativa inapplicabile LA LEGGE RAZZIALE Il cardinale Tettamanzi contro la linea ufficiale del Vaticano. Cattolici e laici preparano il boicottaggio

Non è un attacco frontale al pacchetto sicurezza, ma il messaggio arriva forte e chiaro. Il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi ha dedicato ieri un passaggio della sua omelia a quei provvedimenti dei «paesi ricchi» che creano sofferenze agli immigrati. L'occasione per l'affondo è stata una messa celebrata nel duomo con i vescovi provenienti da Africa, America latina e Asia che fanno parte della delegazione del G8. «Milioni di persone al mondo - ha detto Tettamanzi - subiscono ingiuste e drammatiche sofferenze, costrette come sono a migrare. Molte di queste - ha continuato - sono causate ai migranti talvolta da discutibili provvedimenti messi in atto da quei paesi ricchi che dovrebbero maggiormente impegnarsi in percorsi di accoglienza e integrazione seri, ragionati e rigorosi». Quale sia il pensiero del cardinale è noto a tutti. Ma stavolta la sua è una sorta di «disobbedienza» alle alte sfere vaticane, visto che proprio l'altro ieri - con un'iniziativa piuttosto inedita - la sala stampa del Vaticano ha ritenuto di dover precisare che le affermazioni dell'arcivescovo Agostino Marchetto («il pacchetto sicurezza porterà dolore») erano da considerarsi «a titolo personale». Tettamanzi la sua opinione - evidentemente discordante da quella del papa - ha deciso di non tenerla per sé.
D'altronde il comunicato della Santa Sede ha lasciato l'amaro in bocca a quella parte della chiesa che da sempre lavora al fianco dei migranti. E che il giorno dopo l'approvazione del pacchetto sicurezza è stata pronta a rispondere, nonostante l'estate incalzante. La «disobbedienza civile», la volontà di mettere in campo un boicottaggio della legge è la parola d'ordine che circola tra le associazioni e i movimenti che sono più vicini agli immigrati, e che questa volta coinvolge anche settori più ampi, dagli insegnanti ai medici. Ma per vederne l'effetto bisognerà probabilmente aspettare settembre. Intanto, invece, i preti si mettono all'opera. Pax Christi ha pubblicato sul suo sito un volantino, chiedendo a tutti di stamparlo e di affiggerlo nelle chiese o di leggerlo dall'altare stamattina o domenica prossima. Dice «Dolore e orrore perché il razzismo è ormai "a norma di legge"», e prosegue segnalando passi dal vecchio e nuovo testamento. «Di sicuro verrà affisso in diverse città, dal nord al sud - dice don Nandino Capovilla, coordinatore di Pax Christi - ci hanno già chiamato da Milano, Pistoia, Catania e da molte altre città». Qualcuno ha già preso l'iniziativa da solo, come Antonio Lalla, il prete di Bonefro (provincia di Campobasso) che ha fatto esporre fuori dalla chiesa di San Nicola lo striscione «Io ospito i clandestini. E tu?».
L'approvazione del ddl che introduce il reato di clandestinità potrebbe provocare anche forme di protesta più clamorose. «Ne stiamo discutendo, ma vorremmo proporre un digiuno eucaristico», annuncia don Tonio Dall'Olio di Libera. Il digiuno eucaristico significa non celebrare la messa «è ancora un'ipotesi, ma potrebbe essere un giusto modo di opporsi a una gerarchia ecclesiale che non è in grado di difendere la parola del Vangelo. Io certamente inizierò la mia messa di domani (oggi, ndr) dicendo che non ha senso spezzare il pane se poi non siamo in grado di opporci alla divisione della stessa famiglia umana».
Ma la disobbedienza civile è anche la parola d'ordine delle associazioni laiche. L'Arci, ad esempio, sta già studiando un nuovo vademecum da stampare in più lingue su come tutelarsi dal pacchetto sicurezza (qualche mese fa un'analoga iniziativa provocò le critiche del comune di Milano). Ma non solo: i circoli Arci continueranno a tesserare tutti senza chiedere documenti e a offrire servizi come i corsi di italiano e il doposcuola per i bambini stranieri anche agli irregolari. Pur sapendo che di questi tempi anche il solo fatto di ospitare immigrati crea sospetto e ripercussioni: diversi circoli negli ultimi mesi sono stati presi di mira. Controlli di polizia e carabinieri costanti, a volte anche in stile blitz contro la mafia, come è successo all'inizio dell'anno a Latina. E ancora: «Dobbiamo avviare cause pilota - dice il responsabile immigrazione Filippo Miraglia - su tutta la parte della legge che impone il permesso di soggiorno per l'accesso agli atti civili, in modo da poter sollevare obiezione di fronte la corte costituzionale».
Sulla parte normativa e sulla tutela giuridica sia agli immigrati che agli ufficiali civili - dagli insegnanti ai medici - che potrebbero incappare in sanzioni per essersi rifiutati di segnalare i clandestini, sta lavorando anche la Cgil. Che rivolge al governo una proposta da non prendere sottogamba. «Calcoliamo che ci sono attualmente un milione di lavoratori senza permesso di soggiorno in Italia - dice il responsabile immigrazione Piero Soldini - se è vero, come sostiene il ministro Maroni, che questi provvedimenti vogliono colpire soltanto chi commette reati. E se è vero, come sostiene ancora Maroni, che il reato di clandestinità non colpirà chi già vive e lavora qui, ipotesi peraltro surreale, allora devono dare una risposta. E questa risposta non può che essere una regolarizzazione».
Intanto il tavolo di associazioni che ha lavorato con l'Unicef e di cui fa parte anche il sindacato invierà una lettera al presidente della Repubblica per chiedere di vigilare sugli effetti della legge.


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