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Manifesto-Adotta un operaio

Adotta un operaio LORIS CAMPETTI Imassacratori argentini avevano un cuore: "adottavano" i figli di coloro che avevano buttato in oceano, o li affidavano in adozione alle famiglie sterili della borg...

27/12/2002
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il manifesto

Adotta un operaio
LORIS CAMPETTI
Imassacratori argentini avevano un cuore: "adottavano" i figli di coloro che avevano buttato in oceano, o li affidavano in adozione alle famiglie sterili della borghesia Argentina. Erano fascisti e massacratori, certo, ma rispettavano la vita dei neonati e nascituri persino se figli di comunisti, e se ne facevano carico. Per questo avevano ricevuto la benedizione del nunzio apostolico. Anche i dirigenti siciliani di An hanno un cuore, un cuore che batte più o meno allo stesso modo di quello degli ufficiali golpisti argentini. Il presidente palermitano del partito di Fini, per esempio, ha adottato N.D., figlio di un operaio Fiat di Termini Imerese, e gli ha comprato "dei libri per l'università". E propone: "Perché non far aderire alla proposta i deputati nazionali e regionali, i consiglieri comunali e provinciali di Palermo e di tutti i partiti?". Sarebbe, aggiunge, "un grande segnale di solidarietà, a prescindere dalle logiche di appartenenza e forse servirebbe anche a stemperare esasperazioni strumentali di un problema che tocca tutti".

Il raffronto con i massacratori di Videla potrà sembrare eccessivo, ma la logica "adottiva" non è poi così dissimile. Non bisogna dimenticare, infatti, che è stato proprio Fini il politico che più si è adoperato perché il 5 dicembre venisse firmato l'"accordo di programma" tra la Fiat e il governo. E' grazie a quell'"accordo" che 8.100 lavoratori sono stati buttati fuori dalle fabbriche degli Agnelli. E' anche e soprattutto il capo di An che debbono ringraziare i sindacati estromessi dalla trattativa ("Io rappresento i lavoratori", aveva detto Fini all'incontro di palazzo Chigi) e gli operai estromessi dalle linee di montaggio di Termini Imerese. In compenso, ora i luogotenenti siciliani di Fini lanciano la proposta di adozione dei figli di coloro che essi stessi hanno licenziato. Notevole.

Di ben diversa natura è invece la solidarietà che sta crescendo intorno alla lotta dei lavoratori Fiat, quelli in fabbrica e quelli buttati in cassa integrazione, tute blu di Mirafiori, tute azzurre di Termini Imerese, tute rosse di Cassino, tute multicolore di Arese. E' la solidarietà di studenti e disobbedienti, di girotondini e parroci ma anche vescovi e cardinali, soprattutto gente comune che condivide rabbia e sofferenza di chi è costretto a pagare un prezzo inaccettabile per errori (e orrori) economici e subalternità politiche altrui.

Il natale è la festa della bontà, e così, tra i barboni e i terremotati, i telegiornali un posticino per gli operai della Fiat l'hanno conservato. Ricordandoci che il loro destino, ormai, non è più nelle mani del padrone o del politico, ma degli investitori: come reagiranno oggi i mercati borsistici alla riduzione a spazzatura dei titoli Fiat?

Il natale e il capodanno del 2002 ricordano altre festività del passato, con picchetti alle fabbriche, abeti addobbati con lettere di pre-licenziamento, messe in Duomo, operai arrampicati sui tetti degli stabilimenti. Nelle città Fiat saranno in molti ad aspettare l'anno nuovo insieme ai lavoratori. Sarebbe meglio che i siciliani di An girassero al largo da Termini Imerese, limitandosi ad adottare, come hanno già fatto, le tesi e gli strumenti della Fiat.


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