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Libri digitali e Fondazioni «Aiutate la scuola»

La digitalizzazione dei libri di testo? Un processo irreversibile. «Attenzione però — avverte il ministro Maria Chiara Carrozza — la cosa più importante restano i contenuti».

10/11/2013
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Corriere della sera

PISA — La digitalizzazione dei libri di testo? Un processo irreversibile. «Attenzione però — avverte il ministro Maria Chiara Carrozza — la cosa più importante restano i contenuti». E, con la crisi e i tagli nel settore pubblico, servono anche i finanziamenti privati. Perché si può parlare di progetti, piattaforme e-learning , ipermedia, scrittura condivisa e nuvole digitali, ma se mancano i soldi tutto resta nell’iperuranio delle buone intenzioni. «Segnali importanti arrivano da alcune Fondazioni bancarie — spiega la ministra dell’Istruzione —, come la Cassa di risparmio di Livorno e Lucca, che hanno cofinanziato insieme al Miur iniziative e bandi rivolti alle scuole. È un esempio positivo che vorrei portare a livello nazionale». È Maria Chiara Carrozza a monopolizzare l’attenzione del convegno «Uno, nessuno, centomila. Libri di testo e risorse digitali per la scuola italiana in Europa» organizzato da scuola Normale Superiore di Pisa e Miur. Ascolta da spettatrice e, ai margini del seminario, risponde anche all’insidiosa domanda sulla doppia rottamazione di libri cartacei e professori over 70. Precisa di non voler rottamare nessuno (né libri né professori) però ribadisce che «ci sono tante persone di 30 e 40 anni che hanno vinto concorsi universitari e non riescono ad insegnare nei nostri atenei». E, sulla questione del testo digitale o cartaceo, è necessario « scegliere il modo con il quale investiremo e avviare un serio dibattito scientifico e pedagogico sui contenuti». Scomparirà il caro vecchio manuale scolastico? «Assolutamente no, sarà ancora protagonista –—spiega Giorgio Riva, direttore generale Rcs Education, tra i relatori del convegno —. Il libro di testo è e sarà il centro di gravità attorno al quale ruoteranno ambienti multimediali condivisi e altri servizi». Riva mostra i dati di una ricerca europea sulle competenze nella lettura degli studenti quindicenni che proiettano il Nord Europa nelle prime posizioni (al top c’è la super tecnologizzata Finlandia) e vede l’Italia arrancare verso il basso e posizionarsi al quartultimo posto sulla presenza delle tecnologie nelle scuole davanti a Romania, Slovacchia e Turchia. «Non è poi così rilevante se il libro di testo è digitale e cartaceo — spiega —. L’importante è che continui ad essere l’insieme di contenuti ordinati del sapere, il simbolo di una conoscenza omogenea e condivisa».
Marco Gasperetti
 


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