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Liberazione-Una finanziaria devastante

Una finanziaria devastante La vicenda dei crocifissi nelle aule, sulla quale anche alcuni ambienti cattolici non hanno potuto fare a meno di denunciare la rozzezza e l'arroganza culturale ...

26/09/2002
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Liberazione

Una finanziaria devastante
La vicenda dei crocifissi nelle aule, sulla quale anche alcuni ambienti cattolici non hanno potuto fare a meno di denunciare la rozzezza e l'arroganza culturale usata dalla ineffabile ministra Moratti, rischia di diventare una metafora dello stato della scuola pubblica italiana, letteralmente "messa in croce" dalla prossima finanziaria.
Sono infatti la sanità e la scuola i bersagli preferiti di questo governo, che ha ormai buttato la maschera e mostra tutta la brutalità del liberismo senza alcuna moderazione.

C'è solo da rabbrividire, se vediamo questi provvedimenti di taglio indiscriminato a diritti conquistati ed accumulati nell'arco dell'intero ventesimo secolo, in un contesto internazionale, segnato dalla guerra voluta dagli Usa e dai loro partner più subalterni, a tal punto che non si pongono neanche più il problema di giustificarla. E' ormai drammaticamente evidente la crisi ed il degrado di civiltà dai quali siamo così duramente investiti.

Difficile quindi rintracciare elementi di ottimismo, in una situazione così preoccupante, anche se rivelatrice di difficoltà estreme di questo capitalismo tanto maturo quanto carico di contraddizioni insanabili.

Eppure siamo in presenza della nascita del primo movimento anticapitalista di dimensioni davvero mondiali, di uno sciopero generale in Italia, che vede uno dei più grandi sindacati europei costretto a radicalizzare lo scontro, fino a rompere la storica alleanza con Cisl e Uil, per salvare la sua stessa esistenza, e lo induce ad aprire una fase dinamica di grande interesse e potenzialità.

Inoltre proprio nella scuola resiste un movimento, che ha persino anticipato in Italia contenuti e metodi dei movimenti antiglobalizzazione. Coltivare dunque questo movimento, insieme a quelli che stanno caratterizzando l'opposizione alla globalizzazione liberista, vuol dire investire nella trasformazione, nell'altro mondo possibile.

I fronti nella scuola sono innumerevoli, vanno dal referendum contro i buoni scuola in Veneto a quello nazionale sulla legge di parità, dalle mobilitazioni contro le pseudoriforme della Moratti alle iniziative delle tante scuole elementari pubbliche, che hanno sonoramente bocciato la sua minisperimentazione, dalla mobilitazione dei lavoratori precari, docenti e non, allo sciopero di categoria, indetto dai Cobas, opportunamente inserito nello sciopero generale del 18 ottobre.

I punti riguardanti la scuola, nella prossima finanziaria, sono talmente devastanti da provocare gli insegnanti, il personale non docente, genitori e studenti allo stesso tempo. Si preannunciano tagli tali da incidere nella carne viva di ognuno e, con una disinvoltura da regime sudamericano, si tenta di far passare un pezzo di riforma della scuola, come la reintroduzione del maestro unico, attraverso una legge di bilancio, dove le ragioni contabili, a sostegno di una "riforma", vorrebbero oscurare qualsiasi motivazione culturale, qualsiasi riferimento al diritto allo studio.

A tutto questo non ci stiamo noi e tanti altri, il 18 ottobre si vedrà la reazione della quale è capace questo pezzo di società non pacificata e non ancora subordinata al mercato ed ai suoi valori. Anche gli studenti avranno molto da dire e si stanno accorgendo anche loro che la guerra di Bush e le misure del governo Berlusconi parlano lo stesso linguaggio.


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