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Liberalizzare il titolo di studio?

Ne parlano diversi quotidiani in questi giorni, e ne parlerà quasi certamente venerdì prossimo il consiglio dei ministri: nel processo di liberalizzazione in corso è possibile annullare o attenuare il valore del titolo di studio?

23/01/2012
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Tuttoscuola

Ne parlano diversi quotidiani in questi giorni, e ne parlerà quasi certamente venerdì prossimo il consiglio dei ministri: nel processo di liberalizzazione in corso è possibile annullare o attenuare il valore del titolo di studio?

È possibile ridurre il peso della laurea, a cominciare dalla diversa misurazione dei punteggi conseguiti e della valutazione degli atenei che li rilasciano?

Oggi, soprattutto per l’accesso agli impieghi pubblici (in particolare per posti dirigenziali), conta il punteggio di laurea. Non conta l’università che ha rilasciato quel titolo né il percorso seguito per conseguirlo. Non sempre contano la capacità e professionalità mostrate in altre esperienze di lavoro.

Il consiglio dei ministri potrebbe rompere l’attuale rigidità del valore legale del titolo di studio, se pur in modo non generalizzato, a cominciare dalla valutazione della laurea (qualsiasi laurea) per il solo accesso ai concorsi pubblici.

Potrebbe sparire completamente qualsiasi valutazione del punteggio di laurea e potrebbero pesare, invece, le capacità professionali dimostrate durante il concorso (cosa non facile, comunque, da rilevare).

Le università non dovrebbero essere trattate allo stesso modo, ma verrebbero valutate e apprezzate per il loro know how, pesando, quindi, in modo differenziato sul valore effettivo della laurea.

La Confindustria, a quanto riferisce anche il Corriere della Sera nel servizio di domenica 22 gennaio, ha fatto sapere che “non si può non essere d’accordo” per una scelta che “va sicuramente nella direzione di una vera liberalizzazione”. Il dibattito non mancherà di registrare forti contrapposizioni, come fa presagire un comunicato degli studenti di Link - Coordinamento Universitario Nazionale: “Con l’abolizione del valore legale si incentiverà la nascita di atenei di serie A e atenei di serie B e si favoriranno solo quegli studenti che possono permettersi costosissimi master e decine di corsi di specializzazione post-laurea”. E già minacciano di scendere in piazza.


 


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