Legge di Bilancio, spariti 10 milioni per le borse di studio universitarie
La denuncia degli studenti: «Nel maxi-emendamento approvato dall’Aula del Senato, l’aumento previsto per il diritto allo studio scende da 30 a 20 milioni. Così si fanno saltare 3.500 borse in un colpo solo»
«Con un colpo di bacchetta del Governo nel passaggio dalla Commissione Bilancio all’Aula del Senato sono spariti 10 milioni per il diritto allo studio». E quanto denunciano gli studenti chiedendo l’immediato intervento della ministra Fedeli affinché i soldi vengano reintegrati dalla Camera. «La Commissione Bilancio del Senato - spiega Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Udu - aveva approvato un emendamento che aumentava il Fondo di intervento integrativo statale di 30 milioni di euro a partire dal 2018, utilizzando risorse provenienti principalmente dai capitoli delle super borse e delle cosiddette “Cattedre Natta”. Solamente ieri, con la pubblicazione di tutti gli atti riguardanti il maxi-emendamento del Governo su cui è stata votata la fiducia al Senato, abbiamo appreso come questi fondi, con un colpo di bacchetta del Governo, siano passati da 30 a 20, eliminando proprio il prelievo dalle “Cattedre Natta” dal 2020 in poi». «Si tratta di un atto gravissimo del governo - soggiunge Andrea Torti, coordinatore nazionale di Link-Coordinamento Universitario - che così facendo prende in giro le migliaia di studenti e studentesse che non ricevono la borsa benché ne abbiano diritto. Chiediamo che nella discussione in corso alla Camera venga reintegrato quanto sottratto e incrementato il fondo di 150 milioni, quanto necessario a garantire a tutti gli idonei borsa di studio e alloggio».
Caro-università, Italia al terzo posto in Europa
Caro-università
3.500 borse in meno
L’Udu quantifica il danno in termini di ricadute sui potenziali beneficiari di aiuti: in questo modo infatti saltano in un colpo solo 3.500 borse di studio. In un Paese come il nostro dove le tasse universitarie sono fra le più alte d’Europa (siamo al terzo posto dietro a inglesi e olandesi) e il diritto alla studio troppo spesso resta lettera morta (basti pensare all’anomalia italiana dei «beneficiari senza borsa», ovvero tutti quegli studenti che pur avendo diritto a una borsa di studio non ricevono alcun aiuto perché mancano i soldi), questi 10 milioni in meno rischiano di tradursi in un’opportunità negata per chi non ha alle spalle una famiglia che possa aiutarlo. Un fatto doppiamente increscioso se si pensa che siamo penultimi in Europa per numero di giovani laureati (sono un 30-34enne su 4).
Appello alla ministra Fedeli
Prosegue Elisa Marchetti: «Riteniamo che questo scippo a danno degli studenti sia un atto molto grave politicamente e profondamente scorretto a livello istituzionale, considerato che quell’emendamento era già stato riformulato proprio dal Governo stesso (nella seduta mattutina della Commissione del 28 novembre) al fine di specificare meglio le coperture finanziarie. È inaccettabile che il Governo possa far sparire 3.500 borse di studio in un solo colpo, dopo il regolare dibattito parlamentare in Commissione. Pretendiamo che la Ministra Fedeli ci incontri con urgenza e prenda di persona l’impegno non solo a reintegrare quanto sottratto con l’emendamento del Governo ma anche ad aumentare ulteriormente il fondo. Le risorse si possono trovare, ce l’hanno già dimostrato: basta volerlo!».