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Le Scienze-La canna del gas e l'asilo politico

La canna del gas e l'asilo politico Enrico Bellone Arriva Babbo Natale. E nel sacco c'è troppo carbone. Qualche esempio? I Rettori delle nostre Università minacciano le dimissioni in ma...

30/11/2002
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Le Scienze

La canna del gas e l'asilo politico
Enrico Bellone

Arriva Babbo Natale. E nel sacco c'è troppo carbone. Qualche esempio? I Rettori delle nostre Università minacciano le dimissioni in massa. Da un comunicato stampa del Laboratorio di luce di sincrotrone di Trieste apprendo che, se il Senato non introdurrà modifiche alla Finanziaria, un intero settore della ricerca di base e applicata entrerà in uno stato di crisi la cui portata è difficile da prevedere.
In Italia mancano tre milioni di laureati e tecnici. I nostri laureati costituiscono l'8 per cento della popolazione attiva: la media europea è il 20, in USA siamo al 32: I nostri ricercatori, attorno ai quarant'anni d'età, percepiscono circa 1000 euro al mese. E il patrimonio artistico? Il polo museale di Firenze deve pagare all'Enel una bolletta di 250.000 euro. Il danaro non c'è, e potrebbe calare il buio sui capolavori degli Uffizi, sul David alla Galleria dell'Accademia e sulle sculture di Michelangelo alle Cappelle Medicee.
E come mai non c'è il denaro? Non c'è in quanto al 20 novembre 2002 ancora mancano i fondi ordinari per l'anno 2002. A Roma sfilano i rappresentanti dei 30.000 medici specializzandi che lavorano nei reparti e negli ambulatori. Hanno un'età tra i 25 e i 30 anni. Hanno scritto quanto segue: "Lavoriamo praticamente senza orario per un netto mensile di 800 euro, e dobbiamo anche pagare due milioni e mezzo di lire in tasse universitarie". Hanno poi fatto un gesto simbolico, sul quale torno fra poco.
Nelle stesse ore, sempre a Roma, il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Lucio Bianco, ha presentato la relazione annuale sulle attività dell'ente. Ha ricordato che, sulla base di valutazioni internazionali, il CNR gode di "eccellenza scientifica". Eppure, per mancanza di fondi pubblici, "nel 2001 è iniziato il degrado del patrimonio e della struttura" dell'ente. Parole gravi, direte. C'è di peggio, però. Il professor Bianco ha infatti precisato che "l'anno prossimo vogliamo celebrare l'80° compleanno del CNR, non il suo funerale". E di funerale potrebbe davvero trattarsi, visto che l'ente, in previsione di ulteriori tagli finanziari, sarebbe costretto ad annullare gran parte degli accordi internazionali già sottoscritti, incrinando l'intera rete scientifica italiana.
Leggo su "La Stampa" che un autorevolissimo rappresentante del ministro Moratti, presente alla riunione, ha così manifestato la propria solidarietà al professor Bianco: "Noi siamo con il CNR e abbiamo la stessa volontà, ma l'ente non è alla canna del gas". Perbacco! E pensare che proprio il ministro Moratti, poco prima, aveva preso carta e penna per protestare a proposito della mancanza di investimenti pubblici per la ricerca fondamentale e l'Università. Ed ecco, allora, l'opportunità di segnalare il gesto simbolico di cui ho fatto cenno all'inizio. I rappresentanti dei medici specializzandi, di fronte all'Ambasciata di Francia, hanno chiesto asilo politico.
Commenti? Nessuno. I fatti sono ostinati: gridano da soli. Ed è brutto segno, però, quando si deve alzare la voce. Soprattutto quando i fatti, venendo d'improvviso a galla, raccontano una storia le cui radici non stanno solo nei tempi presenti, ma sono cresciute in decenni di indifferenza politica trasversale nei confronti dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica. Buon Natale?


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