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La scuola torna in piazza. Scontri e assedio a Google

Proteste in tutta Italia. Gli studenti in corteo per il diritto allo studio e contro la legge di stabilità. Dieci

16/11/2013
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l'Unità

Luciana Cimino

Nonostante la pioggia battente su tutta Italia, migliaia di studenti sono scesi in piazza ieri per reclamare fondi per il diritto allo studio, per la difesa della scuola pubblica e contro la legge di stabilità. «Change the way», invertire la marcia, è la seconda grande mobilitazione dell' autunno e apre anche una settimana di intensa agitazione nelle scuole e nelle università. Con lo slogan «Stabilità per pochi, precarietà per tutti», almeno 100 mila studenti, secondo gli organizzatori (Rete della Conoscenza, l'Unione degli Studenti e Link) hanno manifestato da Nord a Sud con lo scopo di «lanciare un “ultimatum” al governo per denunciare la drammatica condizione che i giovani e gli studenti vivono nel Paese, mentre si discute in Parlamento una legge di stabilità che non risolve i problemi». La giornata di ieri è cominciata prestissimo: con un blitz alle otto davanti al Ministero dell’Istruzione pubblica, gli studenti dell’Udu hanno consegnato una lettera con 10 domande alla ministra Maria Chiara Carrozza. «È giunto il momento di risposte concrete», hanno scritto chiedendo il parere di Carrozza su, tra le altre cose, valutazione, baronie universitarie, tasse e diritto allo studio, riforma dei cicli, rappresentanza studentesca e numero chiuso. Nella capitale anche la manifestazione principale della giornata con due cortei, uno di universitari, l’altro di studenti medi. Tra gli slogan anche alcuni sul recente scandalo dell’Atac. I cortei hanno tentato di avvicinarsi al Senato ma sono stati bloccati dai cordoni delle forze dell’ordine nelle vie limitrofe. Nessun incidente tuttavia, al contrario di quanto successo all'iniziativa dell’organizzazione di estrema destra, Blocco studentesco, dove circa 80 militanti hanno tentato di forzare un cordone delle forze dell’ordine per raggiungere il Campidoglio dopo un sit-in in piazza Santi Apostoli. La polizia, però, li ha respinti con una carica di contenimento. Due neofascisti sono stati fermati. Da Torino, a Genova (dove il corteo è stato aperto dallo striscione «Non abbelliremo la vostra crisi»), a Palermo sono state decine le manifestazioni. «Avevano promesso politiche per il futuro dei giovani, investimenti in scuole e università, nuovi posti di lavoro e l’uscita dalla crisi. Tutte menzogne. Con questa legge di Stabilità ci condannano all' invisibilità spiega Link Il blocco del turn over nega la possibilità a larga parte della nostra generazione di accedere al lavoro e continua a dequalificare scuole e università. Chi pagherà l’abolizione dell’Imu sostituita dalla Tasi? Chi ci rimetterà dal taglio di un miliardo di euro alla sanità e dai 500 milioni di euro sottratti alle Regioni? Chi subirà le politiche xenofobe e l’economia di guerra? La nostra generazione non è muta, è la politica che è sorda». A Pisa gli studenti hanno occupato simbolicamente un palazzo della Provincia, sede fino all’anno scorso, di un centro per l'impiego. A Bologna e a Cagliari ci sono state cariche e tafferugli con la polizia. A Milano blitz nella sede milanese di Google da parte dei militanti del centro sociale «Il cantiere» durante il corteo degli studenti. A Venezia, gli studenti del collettivo «Lisc» hanno occupato nel pomeriggio gli spazi del rettorato dell'Università Ca’ Foscari, mentre a Napoli ci sarebbero alcuni contusi tra le forze dell' ordine e tre identificati tra i manifestanti dopo alcuni scontri su via De Gasperi. «VOGLIAMO RISPOSTE» «La mobilitazione degli studenti non è mancata, ora pretendiamo risposte immediate dal governo e dal Parlamento ha detto Federico Del Giudice, portavoce Rete della Conoscenza Questa legge di stabilità va cambiata perché incentiva le tasse sugli studenti fuori sede con la Trise ma non basta, vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio e la messa in sicurezza delle scuole dal punto di vista dell'edilizia scolastica. Bisogna interrompere il ciclo di austerity a cui siamo sottoposti e che l’istruzione pubblica paga da anni». Anche Alberto Campailla di Link è soddisfatto della riuscita delle manifestazioni, «forti della mobilitazione pretendiamo che le nostre proposte vengano accolte, abbiamo presentato numerose richieste per modificare la legge di stabilità». Già domani si ricomincia con la Giornata Internazionale dello Studente. «Se la situazione non cambia la mobilitazione non si fermerà annuncia Roberto Campanelli, coordinatore nazionale UdS il dl Istruzione si dimostra totalmente insufficiente a risolvere i problemi degli studenti. Presto nelle scuole ripartiranno proteste, autogestioni e occupazioni».


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