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L'Espresso-A scuola si va con Letizia

Attualità ISTRUZIONE / GLI INTERVENTI DELLA DISCORDIA A scuola si va con Letizia Docenti universitari. Programmi. Libri di testo. Ricerca. Il ministro Moratti difende la sua riforma...

14/03/2005
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L'Espresso

Attualità ISTRUZIONE / GLI INTERVENTI DELLA DISCORDIA
A scuola si va con Letizia
Docenti universitari. Programmi. Libri di testo. Ricerca. Il ministro Moratti difende la sua riforma. E parla anche del suo privato. Il marito, i figli, gli hobby: jogging, letture e 'risotti complicati'
colloquio con Letizia Moratti
di Riccardo Lenzi

In questo momento la sua pare una delle poltrone più scomode d'Italia: Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti, milanese di 55 anni, sposata con Gianmarco Moratti, petroliere, dal quale ha avuto due figli. Professione attuale: ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Già presidente della Rai, durante il primo governo Berlusconi. Come imprenditore ha sviluppato nell'ultimo quarto di secolo numerose attività nel campo finanziario, assicurativo e del risk management. E nessuno parrebbe, appunto, più a 'risk' di lei: nelle ultime settimane ha scatenato la protesta di migliaia di studenti e di professori, sia nella scuola sia nell'Università, contrari alla riforma dei licei prima e in questi giorni a quella del riordino del reclutamento dei docenti universitari. Incontrarla è quindi l'occasione di fare un po' di luce sui problemi aperti. Ma anche per comprendere meglio, nel privato, questo personaggio all'apparenza così freddo e distante, restìo nel concedere interviste.

Ministro Moratti, in questi giorni assistiamo alla protesta contro il suo disegno di legge sui professori universitari.

"Confido che il mondo accademico capisca qual è il ruolo fondamentale dell'università, chiamata a dare un contributo decisivo alla formazione della classe dirigente e alla competitività del paese. Con la riforma all'esame del Parlamento ci proponiamo, attraverso i tre strumenti-chiave di selezione, valutazione e merito, di incrementare in modo sostanziale il numero dei ricercatori, di allineare la docenza universitaria a quella dei paesi europei più avanzati e di selezionare e premiare nello sviluppo di carriera, con procedure allineate agli standard internazionali, i migliori ricercatori sia a tempo determinato che indeterminato".

L'annoso problema del precariato: ci sono duecentomila insegnanti in lista d'attesa. Come intende risolvere la questione?

"Stiamo lavorando col ministero dell'Economia e il dipartimento della Funzione pubblica per trovare misure che ci consentano di assorbire nei prossimi cinque anni i 200 mila precari storici. Abbiamo anche avviato un confronto con le organizzazioni sindacali. Alcune proposte sono già pervenute dallo Snals e in un incontro con i sindacati la scorsa settimana abbiamo concordato una riunione specifica su questo tema per ricevere le osservazioni e le proposte. Tengo a sottolineare che dal 2001 al 2004 abbiamo già assunto 90 mila docenti, riducendo il precariato del 30 per cento. Con il nuovo modello di formazione degli insegnanti, si creerà personale docente più qualificato e con la certezza del posto di lavoro".

La riforma delle superiori è al centro di forti polemiche. Lei è accusata di 'licealizzare' tutto il secondo ciclo degli studi.

"Innanzitutto noi stiamo lavorando su una bozza non definitiva e che abbiamo studiato con associazioni di categoria, sindacati, Regioni, associazioni scientifiche e disciplinari. Il confronto è ancora aperto. Pensiamo a un unico sistema educativo nel quale ci sono i percorsi liceali, i percorsi di istruzione e di formazione professionale, come richiesto dal titolo quinto della Costituzione. Stiamo pensando a licei generalisti ma anche a licei vocazionali, nei quali oltre alla solidità di un impianto culturale si assicuri lo sviluppo di competenze tecniche avanzate".

Secondo l'opposizione la sua riforma ha fatto tramontare l'ideale di una scuola uguale per tutti.

"Partiamo da un concetto: la scuola deve garantire un successo educativo per tutti. Per questo abbiamo varato alcune iniziative: l'obbligo scolastico è stato innalzato da 9 a 12 anni oppure fino al raggiungimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Secondo: a ogni studente sarà garantita possibilità di scegliere la propria strada con una pluralità di percorsi sulla base delle proprie vocazioni e attitudini e con possibilità di cambiare percorso, assistiti dagli insegnanti. Stiamo realizzando una scuola che va incontro alle esigenze di ognuno. Vorrei anche ricordare che abbiamo fatto rientrare nel sistema educativo 70 mila ragazzi che avevano abbandonato gli studi e che nel Mezzogiorno abbiamo investito 50 milioni di euro per i centri contro la dispersione scolastica".

Parliamo di programmi di insegnamento. L'evoluzionismo si studierà o no?

"Non esistono più programmi rigidi, ma indicazioni nazionali, che fissano principi fondamentali lasciando ai docenti la libertà di adattare i percorsi in relazione al contesto in cui operano e al quadro psicologico degli allievi. La diffusione delle teorie darwiniane è assicurata a tutti i ragazzi dai 6 ai 18 anni, secondo criteri didattici graduali. Ho trasmesso le conclusioni di una commissione di studio da me nominata e presieduta dalla senatrice Rita Levi Montalcini, sulla base delle quali saranno integrati i piani di studio della scuola primaria e secondaria. Vorrei sottolineare che l'obiettivo principale della nostra riforma è quello di creare coscienze libere, sviluppando il senso critico degli allievi. Per far questo dobbiamo assicurare ai ragazzi pluralità di fonti e di opinioni".

Molte critiche pure sui nuovi libri di testo. Sarà riletta anche la guerra partigiana?

"I libri sono scelti dai docenti sulla base dei piani di studio dell'offerta formativa di istituto. C'è piena libertà da parte dei docenti di scegliere i testi. È ovvio che questa libertà c'è anche per gli autori e gli editori, che possono confezionare in piena autonomia i contenuti dei libri, tenendo conto delle più avanzate frontiere della ricerca nel rispetto dei valori della Costituzione".

A proposito ancora dei libri, cosa dice dei prezzi così alti dei testi obbligatori?

"Già la finanziaria del 1999 aveva previsto l'introduzione di un tetto di spesa. Dall'anno scolastico 2002-2003 nella scuola secondaria di primo grado per mia disposizione il costo dei libri di testo è rimasto sempre invariato. Non solo: facciamo puntuali rilevamenti per essere sicuri che non ci siano sforamenti. Per la primaria invece i libri sono a totale carico dello Stato".

Ancora sui libri: è vero che lei e il ministro Stanca avete affidato il progetto dei testi telematici a Mondadori, oltre che a Ibm?

"No. Il comitato interministeriale per la società dell'informazione ha stanziato tre milioni di euro per la sperimentazione di libri elettronici in 150 scuole, con lo scopo di ridurre le spese delle famiglie. Al momento una commissione tecnica sta esaminando le principali esperienze editoriali nel settore e fra queste anche quelle di Ibm e Mondadori: è stata interpellata anche l'Aie (associazione italiana editori), che sta consultando al proposito i diversi editori. Completato lo studio di fattibilità, verrà bandita una gara. Ad oggi non è stato affidato nulla: si stanno valutando solo le esperienze".

Il celebre violinista Uto Ughi la critica perché ha abolito lo studio della musica fino ai licei. Che risponde?

"Al contrario la musica è stata rafforzata in tutti i gradi di studio, sin dalla scuola dell'infanzia. Nelle indicazioni nazionali si parla di musica come riproduzione di suoni, invenzioni di melodie, canto, applicazione di strumenti. Nella scuola primaria (le ex elementari) si dà spazio agli apprendimenti sia dell'arte che della musica fin dal primo anno, ovviamente passando dal repertorio più semplice a repertori più articolati. Nella secondaria di primo grado, le ex medie, la musica e l'arte-immagine costituiscono due specifiche discipline. Anche nella scuola secondaria di secondo grado l'arte e la musica saranno ben presenti. Istituiremo inoltre, per la prima volta, un liceo musicale. Nei conservatori stiamo apportando alcune innovazioni: anzitutto abbiamo introdotto i diplomi accademici di primo e secondo livello e prevediamo di istituire, come per l'università, centri di eccellenza altamente qualificati simili alle scuole di dottorato e specializzazione. In secondo luogo abbiamo avviato una sperimentazione che prevede nuovi settori di tipo tecnologico, con particolare riferimento all'informatica musicale. Grazie a queste sperimentazioni si è già registrato un incremento del 20 per cento delle iscrizioni".

Passiamo alla ricerca. Qual è la differenza fra la politica del suo predecessore Luigi Berlinguer e la sua?

"Le cito soltanto alcuni punti: dopo dieci anni di progressivo calo abbiamo incrementato gli investimenti pubblici in ricerca, portandoli ai livelli europei e concentrandoli su grandi aree strategiche, senza più finanziamenti a pioggia. Abbiamo inoltre inserito meccanismi di valutazione della qualità della ricerca, creato una maggior interazione fra pubblico e privato, attivato formule innovative di finanziamento. Poi c'è l'internazionalizzazione: con alcuni dei più prestigiosi centri degli Usa, di Israele, del Giappone e dell'India abbiamo avviato accordi bilaterali con un metodo nuovo, che prevede laboratori congiunti e finanziamenti reciproci e questo ha ricadute positive sia nel settore scientifico che in quello delle imprese. Altri accordi sottoscriverò nei miei prossimi viaggi in Canada e in Cina".

Qual è la sua ricetta contro la 'fuga dei cervelli'?

"In Europa saranno necessari 700 mila nuovi ricercatori entro il 2010. Abbiamo lanciato attraverso il Firb, il fondo per la ricerca di base, nuovi progetti strategici creando laboratori pubblico-privati con forte valenza internazionale. Sono già stati inseriti in questo circuito mille giovani talenti. Abbiamo proseguito l'iniziativa di chiamare dall'estero gli studiosi, finanziando 300 contratti. Più che parlare di fuga o di rientro dei cervelli, bisogna parlare di internazionalizzare la ricerca".

Che rapporti ha con Silvio Berlusconi?

"Stimo Berlusconi perché ha dimostrato nella vita in maniera concreta di saper raggiungere dei risultati. Il nostro è un rapporto positivo; io sono assolutamente autonoma e libera nelle mie scelte".

Parliamo di come ha educato i suoi figli: alcuni potrebbero pensare che qualsiasi scelta che li ha riguardati negli anni della formazione sia stata preceduta da una sorta di consiglio d'amministrazione familiare...

"Con loro mio marito ed io abbiamo un rapporto aperto di interscambio, amore e stima. Cerchiamo di ascoltarli, capire le loro problematiche e aiutarli nelle decisioni. Alla fine, soprattutto da una certa età in poi, abbiamo sempre rispettato le loro scelte".

Che cosa fanno nella vita?

"Io e Gianmarco abbiamo quattro figli. Due dal precedente matrimonio di mio marito con Lina Sotis, ovvero Angelo e Francesca, e Gilda e Gabriele, figli nostri. Angelo ricopre cariche nella società di mio marito e nella mia, Francesca lavora nel settore delle pubbliche relazioni, Gilda da Sotheby's a Londra e Gabriele nell'azienda di mio marito".

Come ha fatto suo marito a conquistarla?

"Sintonia negli ideali e nel progetto di vita".

Ci parli della sua famiglia d'origine.

"Un punto continuo di riferimento, nella mia vita. Ho avuto la fortuna di avere una nonna amica intima di Benedetto Croce, Bacchelli, Piovene, Montale, Montanelli. A parte Croce tutte persone che ho conosciuto. Con Montanelli posso parlare di vera amicizia, fino alla sua morte. Ho avuto un padre severo e una madre dolcissima che mi ha fatto capire l'importanza dell'amore. Una combinazione ideale. Quando le dissi che intendevo lavorare si scandalizzò: voleva che rimanessi a casa, visto che non ne avevo bisogno. Papà lavorava nel settore assicurativo. Lui ama la musica, l'arte. È stato medaglia d'argento della Resistenza e, come partigiano, deportato a Dachau. Mio nonno materno Michele Guida era un grande studioso di matematica e di tecnica bancaria, direttore generale del Credito italiano. Da lui ho imparato l'amore per il lavoro. Anche la domenica a colazione, teneva il telefono sul tavolo... La nonna Letizia, mamma della mia mamma, era stata uno dei primi sindaci donna in Italia, in un paesino in provincia di Cremona. Anche il nonno Virgilio, genovese, metteva davanti a tutto la famiglia e il lavoro: aveva una società di brokeraggio assicurativo, attività che mio padre continuò. Nonna Minnina, l'amica di Croce, era l'intellettuale di famiglia, leggeva tutto il giorno, soprattutto i classici latini e greci, ovviamente in lingua originale".

Hobby?

"Mi piace cucinare, quando ho tempo. Mio figlio, quando sono a casa, soprattutto la domenica, chiede che gli prepari un risotto, sua grande passione. Risotti anche complicati, con funghi e uva, fragole e formaggio, prosciutto e melone, salsiccia e barolo. Leggo romanzi dell'Adelphi, novelle o saggi. In questo momento sto leggendo un racconto della Nina Berberova e un saggio di William Lewis sulla competitività economica fra macro e micro strutture. Molto interessante il capitolo sull'India, che mi è stato utile durante il recente viaggio governativo. Amo anche lo sport: adoravo sciare e giocare a tennis. L'unico che pratico adesso è il jogging, la mattina presto o la sera tardi. Televisione poca o niente, la utilizzo soprattutto per vedere film in dvd".


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