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ItaliaOggi-Rottura definitiva tra stato e regioni

Salta l'intesa in Conferenza unificata, la riforma degli istituti di formazione resta al palo. Rottura definitiva tra stato e regioni Ma l'Aprea (Miur) promette: andremo avanti anche ...

20/12/2005
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ItaliaOggi

Salta l'intesa in Conferenza unificata, la riforma degli istituti di formazione resta al palo.

Rottura definitiva tra stato e regioni

Ma l'Aprea (Miur) promette: andremo avanti anche da soli

Si è consumata la rottura tra stato e regioni sul decreto n. 226/2005 relativo al riordino del secondo ciclo. La Conferenza stato-regioni, convocata la scorsa settimana, per il via libera all'applicazione del decreto, si è risolta con un nulla di fatto. 'Sulla riforma della secondaria superiore', ha spiegato il presidente della conferenza delle regioni, Vasco Errani, 'continuiamo a non esprimere alcun parere poiché quello che ci chiedono è di valutare il solo canale dei licei e non l'impianto complessivo dell'intero sistema scolastico che, al suo interno, comprende anche il canale dell'istruzione e della formazione professionale'.
il faccia a faCCIA

Una rottura annunciata ma consumatasi in modo drastico lo scorso 15 dicembre, nel corso dei lavori della conferenza, quando lo stesso Errani si è visto costretto ad abbandonare il tavolo delle consultazioni di fronte alla rigida presa di posizione della sottosegretaria all'istruzione, Valentina Aprea: 'Il governo andrà avanti, con o senza il parere delle regioni'.

Una fretta che pare essere motivata soltanto dalla volontà di anticipare i tempi della sperimentazione già al prossimo anno scolastico, considerato che l'avvio della riforma Moratti è, comunque, slittato al 2007-2008. 'Noi non molliamo', ribadisce il presidente Errani, ' e chiediamo al governo di non procedere con atti unilaterali. In gioco ci sono il rispetto delle intese raggiunte di comune accordo a settembre nonché l'autorevolezza della conferenza stato-regioni. Se poi il governo dovesse decidere di forzare e anticipare pezzi di riforma, sappia che getterà scuole, genitori e studenti in uno stato di caos totale'. La decisione del ministero dovrà essere comunque rapida, perché a gennaio genitori e studenti saranno alle prese con le preiscrizioni.

le critiche

E la denuncia delle regioni è ad ampio raggio: nulla si sa del destino degli istituti tecnici e professionali (tanto che mancano persino le tabelle di convergenza dei vecchi titoli); molto si sa, invece, dei tagli abbattutisi sul Fondo sociale (500 milioni di euro in meno per il 2005 e altrettanti previsti per il 2006), gran parte dei quali destinati 'alla programmazione di un'offerta formativa integrata e organica del complessivo sistema dell'istruzione' (art. 138, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112): 'Non dimentichiamo che stiamo parlando di una riforma senza copertura economica che scarica costi pesantissimi sul solo sistema locale', dice ancora Errani. Le regioni, dunque, oltre a non condividere il merito stesso della riforma Moratti e a lamentare la carenza di risorse finanziarie, si dichiarano impossibilitate a procedere al coordinamento dei nuovi ordinamenti con le competenze loro attribuite 'in materia di programmazione della rete scolastica' (art. 138, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112). Un'impasse dalla quale è difficile uscire e che pregiudica soprattutto l'avvenire della formazione professionale. Per l'immediato futuro, intanto, il ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia, si è impegnato a riferire al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, 'l'esigenza di un rinnovato concerto istituzionale' e sempre al premier, Errani chiederà un incontro per gennaio prossimo 'per capire quanto il governo intenda dare nei fatti segnali di vera attenzione e ristabilire così la leale collaborazione tra con le istituzioni. Non arriviamo a sperare che le nostre proposte vengano accettate. Per come stanno le cose, ci accontenteremmo anche solo della ripresa del confronto'.


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