ItaliaOggi-Buste paga più pesanti di 104 euro
Raggiunto l'accordo a palazzo Chigi, i sindacati hanno revocato gli scioperi e le azioni di protesta. Buste paga più pesanti di 104 euro Aumenti medi del 5,01% per il 2004/05, compre...
Raggiunto l'accordo a palazzo Chigi, i sindacati hanno revocato gli scioperi e le azioni di protesta.
Buste paga più pesanti di 104 euro
Aumenti medi del 5,01% per il 2004/05, compreso il merito
Buste paga più pesanti di 104 euro per i dipendenti scolastici. Non per tutti, però. Perché almeno 8 euro andranno alla produttività. E una quota, ancora da definire, dovrà puntare a valorizzare il merito, differenziando i salari. Sono i termini economici dell'intesa raggiunta nella notte di venerdì scorso dai sindacati e dal governo sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Fatto l'accordo politico, restano ora da sottoscrivere i singoli contratti di comparto. Intanto, comunque, sono revocate le azioni di proteste e gli scioperi indetti nei giorni scorsi da tutte le sigle sindacali. L'intesa prevede un aumento per il biennio 2004/05 del 5,01%, lo 0,7% in più rispetto a quanto stanziato nella Finanziaria 2005. La differenza dovrà essere coperta con la prossima manovra finanziaria. Ovviamente, dovranno essere pagati gli arretrati a decorrere dal 1° gennaio 2004.
I retroscena dell'intesa
'Un contratto abbastanza equilibrato, soprattutto perché accompagnato da processi di mobilità e produttività', ha detto il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco. 'Da 17 mesi dicevo che se ci fossimo seduti intorno a un tavolo con l'impegno serio a concludere l'intesa ci saremmo riusciti, e così è stato' dice a ItaliaOggi Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil e uno degli artefici, assieme a Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, dell'intesa di venerdì scorso. 'A parte il tetto per la produttività', spiega Foccillo, 'gli impegni assunti con l'intesa saranno definiti al tavolo della trattativa di comparto, nel rispetto dell'autonomia contrattuale'. Nessuna ingerenza governativa, dunque, e il rispetto della preintesa economia già raggiunta l'11 maggio scorso dai leader di Cgil, Cisl e Uil con la rappresentanza governativa, poi smentita dal premier, Silvio Berlusconi. 'Non abbiamo potuto invece nulla sui tempi di rinnovo dei contratti', aggiunge Foccillo, 'purtroppo continueremo a scontare, a differenza del mondo privato, i ritardi di un meccanismo di controlli che sfugge a ogni monitoraggio e a ogni previsione. Ed è questo sicuramente uno dei fronti sui quali il mondo sindacale si dovrà impegnare, per dare ai lavoratori del pubblico impiego certezza dei propri diritti'. L'atto d'intesa prevede genericamente che il governo si impegna a inviare con 'tempestività i necessari atti di indirizzo all'Aran, accelerando il successivo iter procedurale'.
Le risorse della scuola
Per la scuola, l'aumento del 5,01% si traduce in una media di 104 euro in più al mese. A questi vanno aggiunte le risorse frutto dei risparmi di settore, che il contratto dovrà redistribuire. Si tratta di risorse frutto della razionalizzazione della spesa, in primis imputata al capitolo taglio del personale. Fondi che andranno a pagare i compensi accessori. Sul piatto sarebbero disponibili per la voce docenti circa 380 milioni di euro per il 2004 e 285, 6 milioni per il 2005. A questi vanno aggiunte le risorse provenienti dalle misure relative al personale ausiliario, tecnico e amministrativo: 66 milioni complessivi.
L'intesa non si limita a prevedere il quantum dell'aumento a copertura dell'inflazione e della produttività, anche se il rinnovo è del solo biennio economico. Ma precisa che le parti si impegnano a introdurre meccanismi che incentivano la produttività, alla quale dovrà andare lo 0,5% dell'aumento complessivo, misure per la differenziazione dei salari, e a rendere finalmente operativo del meccanismo della mobilità.
Il nodo spinoso del merito
Le parti hanno concordato sulla necessità di valorizzare maggiormente 'la qualità delle prestazioni e il merito'. Una previsione che alla scuola ricorda il concorsone per la carriera, che costò la poltrona al ministro dell'istruzione, Luigi Berlinguer, e una trattativa, l'ultima, che ha fissato alcuni criteri (dai corsi di perfezionamento agli anni di servizio) per riconoscere il merito, ma ha rinviato, anche causa assenza di risorse, il decollo del sistema al contratto 2006/2009. Pare dunque molto difficile, se non improbabile, che il merito possa già decollare quest'anno per i circa 700 mila insegnanti italiani.
Personale in esubero e mobilità
C'è poi il capitolo mobilità: il governo punta a coprire i posti vuoti nelle piante organiche di alcuni settori con gli esuberi di altri. Si tratta di personale assunto a tempo indeterminato, ma che risulta in eccesso rispetto alla pianta organica. La mobilità intercompartimentale è finora rimasta sulla carta, bloccata dalla resistenza delle amministrazioni a utilizzare personale di altri enti e dei sindacati a cedere su trasferimenti non volontari, soprattutto verso città diverse da quelle di residenza dei dipendenti.