Italia oggi-Assunzioni sfoltite dell'80%
Il ministro Tremonti stringe sulla spesa scolastica. Assunzioni sfoltite dell'80% A bocca asciutta i docenti in attesa di un posto fisso nella scuola. Gli insegnanti precari che sperano di rient...
Il ministro Tremonti stringe sulla spesa scolastica.
Assunzioni sfoltite dell'80%
A bocca asciutta i docenti in attesa di un posto fisso nella scuola. Gli insegnanti precari che sperano di rientrare nel contingente delle immissioni in ruolo per il prossimo settembre dovranno fare i conti con un'amara realtà. Rispetto alle 30 mila nuove assunzioni programmate per quest'anno e alle 21 mila richieste dal ministero dell'istruzione, il dicastero dell'economia potrebbe infatti autorizzane non più di 4.500, circa l'80% in meno rispetto alle previsioni di viale Trastevere. E sarebbe l'ipotesi più felice. Perché non è affatto escluso che per questa volta di nuovi contratti a tempo indeterminato non se ne parli proprio. Le non rosee finanze pubbliche, la necessità di rispettare i vincoli del patto di stabilità europeo e la difficile situazione delle casse dell'amministrazione scolastica, che deve fronteggiare un buco di svariati milioni di euro (secondo quanto risulta a ItaliaOggi, si tratterebbe di circa 2.500 miliardi di vecchie lire), sembrano aver indotto il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, a soprassedere su un incremento della spesa per il personale di ruolo. Argomentazioni che spiegano anche la scelta di legare le maggiori risorse per la scuola e la formazione del piano pluriennale (si veda il relativo stralcio del Dpef pubblicato in questa pagina) alla 'compatibilità con i conti pubblici'. Si spiegherebbe così perché a fronte della scadenza, quella del 31 luglio, prevista dalla normativa vigente per la stipula di tutti i contratti, a tempo determinato e indeterminato, il dicastero dell'istruzione non abbia ancora indicato agli uffici provinciali il contingente di nuove immissioni da fare. Nei prossimi giorni si terranno gli ultimi incontri tra i vertici delle due amministrazioni coinvolte, che dovrebbero chiarire una volta per tutte la strada che sarà percorsa.
Il ministero dell'istruzione spinge perché almeno una quota, anche minima, di nuove assunzioni sia autorizzata. La richiesta originaria, 21 mila unità, era motivata dalla necessità di coprire il turnover: 13 mila posti agli insegnanti, 7 mila al personale ausiliario, tecnico e amministrativo, a fronte di un buco negli organici di circa 100 mila unità. Il tesoro ha sbandierato da un lato gli oneri esorbitanti sostenuti proprio per gli Ata dalle casse pubbliche, a seguito del trasferimento di gran parte del personale dagli enti locali allo stato, e dall'altro il taglio di 8.500 unità negli organici dei docenti. Risultato: a disposizione, per quest'anno, resterebbero non più di 4.500 posti per i docenti e poche centinaia per gli Ata.
L'autorizzazione del tesoro giungerebbe comunque in forte ritardo e renderebbe necessario o uno slittamento generale delle operazioni di avvio del nuovo anno oppure il ricorso a un decreto legge per far decorrere le assunzioni giuridicamente dal 2002/2003 ma economicamente dal prossimo anno scolastico.
'Non fare nuove assunzioni per tenere sotto controllo la spesa scolastica non darà grandi risultati in termini di risparmio', commenta il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna, 'perché i vuoti in organico ci sono e le cattedre vanno comunque coperte. In questo modo si crea solo nuovo precariato che fa male alla scuola e alla sua qualità'.
Ma il ministero dell'economia ha sempre preferito sostenere i costi per le supplenze piuttosto che quelle per l'organico di ruolo, perché, se gli stipendi iniziali sono pressoché analoghi, i precari non hanno alcuni oneri, come le ferie pagate, e soprattutto sono facilmente licenziabili. Insomma, consentono di realizzare quella flessibilità del lavoro che è uno degli obiettivi prioritari della politica riformista del governo Berlusconi.