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Istruzione professionale al centro per portare i giovani dalla scuola al lavoro

Le proposte del Forum giovani per scuole e atenei, in occasione della pubblicazione del Rapporto McKinsey «Education to Employment»

22/01/2014
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La Stampa
ROMA

La valorizzazione dell’istruzione professionale, attraverso l’aumento delle ore laboratoriali e un investimento fattivo nel miglioramento della qualità didattica dei percorsi. È una delle proposte avanzate dal Forum nazionale dei giovani alla luce del Rapporto McKinsey «Education to Employment» , presentato a Bruxelles.

Altri interventi, secondo il Forum, dovrebbero riguardare forme di sostegno all’occupazione giovanile e di incontro tra domanda-offerta di lavoro, come ad esempio la Youth Guarantee; una riorganizzazione degli strumenti di alternanza tra istruzione e lavoro sia nelle scuole sia negli atenei, come, ad esempio, lo stage; la necessità che le scuole si interfaccino con il proprio tessuto imprenditoriale territoriale per poter garantire una formazione che valichi gli insegnamenti teorici.

A parere del Forum deve essere prioritario per il Paese ricercare un piano di rifinanziamento complessivo dell’istruzione pubblica a partire da cinque ambiti d’azione fondamentali: edilizia scolastica, partecipazione e protagonismo studentesco, istruzione tecnica e professionale e collegamento tra saperi e lavoro, diritto allo studio, strumenti didattici e formazione degli insegnanti.

«Le politiche di definanziamento in materia d’istruzione degli ultimi governi – afferma Giuseppe Failla, portavoce del Forum – hanno reso drammatico lo stato in cui versano scuole e università. Il tasso di abbandono scolastico al 17,6% e il drastico calo delle immatricolazioni all’università non soltanto pongono il nostro Paese a una distanza abissale dagli obiettivi di Europa 2020, ma impongono anche una riflessione complessiva sulle scelte economiche da prendere in una fase ancora di profonda crisi. L’Italia, infatti, è tra i Paesi che spende meno per Scuola e Università pubblica».

«Riteniamo che la “bolla formativa”, ossia l’incapacità del mercato del lavoro di assorbire i nostri laureati, siga – aggiunge Stefano Vitale, Consigliere del Forum con delega a Scuola, Università e Ricerca – un’analisi attenta e una risposta politica chiara. I nostri laureati non sono troppi, troppi sono i nostri giovani disoccupati. Bisogna costruire dei legami profondi tra mercato del lavoro e istruzione, mettendo in discussione il modello produttivo attuale a partire dalle scuole e dalle università e voltando pagina rispetto a quelle forme di lavoro precario oggi molto diffuse». E per Failla «è evidente come le risorse stanziate dal DL Istruzione dello scorso Settembre «siano in questo quadro positivi ma assolutamente insufficienti».


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