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IlSole24Ore-"Distinguiamo tra "ismi" e teorie-di G.Bertagna

"Distinguiamo tra "ismi" e teorie di Giuseppe Bertagna* Sul Domenicale dell'11 aprile, Luca Cavalli Sforza mi accredita come autore delle Indicazioni nazionali di scienze. Grazie, ma non son...

26/04/2004
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Il Sole 24 Ore

"Distinguiamo tra "ismi" e teorie

di Giuseppe Bertagna*
Sul Domenicale dell'11 aprile, Luca Cavalli Sforza mi accredita come autore delle Indicazioni nazionali di scienze. Grazie, ma non sono uno scienziato e mi guardo bene dalla tentazione di far la volpe nel campo altrui. E' vero, invece, che da docente di filosofia dell'educazione, interpellato da un giornalista sull'assenza dell'evoluzionismo dalle indicazioni nazionali del primo ciclo, ho espresso tre opinioni diverse da quelle che l'illustre autore mi attribuisce. Eccole, per quel che valgono. a) Per la prima volta nella nostra storia, con la legge n. 53/2003, si possono distendere le conoscenze e le abilità che si domanda ai docenti di trasformare in competenze di tutti i giovani italiani su 12 anni, non più come ora su nove; ciò permette ampiamente, seriamente, documentatamente di parlare di teoria dell'evoluzione nel secondo ciclo di istruzione. b) Prima di Newton c'è Galileo e prima di Maxwell c'è Faraday, ovvero prima di lavorare con le formalizzazioni teoriche, e magari matematiche, si può lavorare bene, da parte dei docenti, anche con le "sensate esperienze" (ovviamente anche biologiche, evoluzione compresa): per questo condivido la scelta delle Indicazioni nazionali di ritenere importante non solo in scienze, ma in tutte le discipline, il partire dai dati empiricamente controllabili per abituare i ragazzi ad elaborare ipotesi, spiegazioni e, infine, leggi e teorie. Esiste già il non formale e l'informale che procedono a trasmetter empiricamente non controllabili e che spostano speso le discussioni sul piano ideologico o addirittura caricaturale. C) non è certomia la distinzione tra evoluzionismo/evoluzionismi e teoria/e dell'evoluzione; la prima coppia è collocata tra l'ideologico e il filosofico, con i rischi che conseguono a tutti gli ismi, la seconda resta nettamente sul piano scientifico. Per quel che vale sto con la seconda e sulla prima diffido, soprattutto con i ragazzi. Se no, continueremo da incontrare libri di testo per il primo ciclo che fanno discendere in linea retta l'uomo dagli anfibi o che spacciano per certezze "scientifiche" l'ipotesi che il nostro cervello sia cresciuto perché ci mancavano i muscoli delle mandibole.

* Direttore del Dipartimento di scienze della formazione e della comunicazione, Università di Bergamo "


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