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Il Tempo: Scuola in piazza contro i tagli

Più che a una proposta di Legge Finanziaria - tuona Enrico Panini della Cgil scuola - ci troviamo di fronte a un chiaro esempio di come si può far impallidire anche un concetto come quello di macelleria sociale.

27/09/2006
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Il Tempo

di NATALIA POGGI

SIGNORI si taglia. I sindacati della scuola, ieri mattina, sono usciti con le ossa rotte dall'incontro chiarificatore con il presidente Prodi e il ministro Giuseppe Fioroni. Una dèbacle su tutti i fronti: il governo non ha intenzione di risolvere il problema cronico dei duecentomila precari né tanto meno aprire un tavolo per il rinnovo del contratto scaduto da nove mesi; in compenso con la manovra finanziaria, ormai in dirittura d'arrivo, vuole tagliare cattedre creando classi più numerose e innalzando il rapporto insegnanti di sostegno-alunni (ora un docente ogni 138 alunni nel futuro un docente ogni 168). «Avevamo chiesto un incontro con il governo perché allarmati dalle voci dei tagli in Finanziaria e con l'occasione abbiamo elencato, pur con sfumature diverse, i nodi cruciali della scuola - dice Marco Paolo Nigi segretario generale dello Snals-Confsal - prima di tutto il rinnovo del contratto scaduto da nove mesi. Sul contratto abbiamo da sempre richiesto l'adeguamento in base all'inflazione programmata e anche ulteriori stanziamenti per il personale che ha dovuto sopportare riforme in atto, l'immissione di studenti extracomunitari ecc. Abbiamo capito che non c'è nessuna intenzione da parte del governo di aprire alcuna trattativa. Anzi, quando a Fioroni ho fatto presente che per la scuola vanno stanziati un miliardo e mezzo di euro mi è parso di capire che nella prossima Finanziaria di questi fondi non ci sarà neanche l'ombra. Zero carbonella anche per l'immissione in ruolo dei 200.000 precari. Quando ho detto a Prodi che il governo si è dimostrato favorevole a un politica che rende più alto il costo del lavoro a tempo determinato per invogliare gli imprenditori ad assumere a tempo indeterminato il presidente mi ha detto: "Un conto è il privato, un conto è il pubblico». Invece è ormai certo che la Finanziaria 2006 taglierà di posti di lavoro. «Vogliono aumentare il numero degli alunni per classe, all'incirca una trentina, ciò significa chiudere le scuole di paese. E poi, già che c'erano, vogliono tagliare pure gli insegnanti di sostegno. E pensare che l'integrazione scolastica dei bambini diversamente abili è il nostro fiore all'occhiello. Siamo gli unici in Europa ad averla». A questo punto il sindacato parte al contrattacco: «Aspettiamo di leggere il testo della Finanziara - dice Nigi - se i tagli sono confermati faremo le barricate». Si parla già di uno sciopero generale della scuola prima possibile, forse i primi di novembre. Sulla mobilitazione non hanno dubbi anche gli altri sindacati, Cgil e Uil fino a ieri in pieno idillio con il ministro Fioroni e il governo Prodi. «Più che a una proposta di Legge Finanziaria - tuona Enrico Panini della Cgil scuola - ci troviamo di fronte a un chiaro esempio di come si può far impallidire anche un concetto come quello di macelleria sociale». Un giro di parole per dire che: «O Prodi ritira subito questa finanziaria oppure andiamo allo scontro». Una prospettiva poco allegra per il presidente del Consiglio. «Durante l'incontro Prodi ci ha chiesto una tregua sindacale - conferma Nigi dello Snals - Ci ha detto di lasciarlo lavorare in pace perché la situazione del paese è molto grave facendoci intendere, allo stesso tempo, che non ci può dare nulla. Inaudito». I sindacati vicini al governo si sentono doppiamente traditi. «Abbiamo ribadito al Premier - spiega Francesco Scrima segretario generale della Cisl - la necessità di essere coerenti con gli impegni presi in campagna elettorale. Innalzare il rapporto insegnanti-alunni significa, di fatto, chiudere oltre 7000 plessi scolastici. Inoltre si vuole anche bloccare gli scatti di anzianità e cioè eliminare l'unica progressione di carriera che gli insegnanti hanno. Neanche il peggior governo di destra aveva mai osato questo». Nelle intenzioni del ministro Padoa Schioppa c'era pure quella di tagliare le supplenze per malattie inferiori ai tre mesi: l'idea era stata lanciata dalla Regione Veneto ma quella delibera è già rientrata. «Fortunatamente perché sarebbe stata un'altra assurdità - ribatte Nigi - anche perché non rispetta due principi fondamentali: il diritto allo studio degli alunni che non può venire meno se un insegnante si ammala e la salvaguardia stessa dei minori». Un altro punto controverso: la presunta abolizione dell'organico funzionale: «Balle, l'organico funzionale non è mai decollato - conclude Nigi - nelle intenzioni del sindacato doveva servire a far attuare il piano dell'offerta formativa e garantire dunque l'autonomia scolastica e la stabilità degli alunni. Ma è rimasta un'intenzione». Un ennesimo, forte, «no» a nuovi tagli, in un comparto già tanto falcidiato, è arrivato ieri anche dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. «Una Finanziaria seria prevede che si scrivano norme sulla scuola avendo conoscenza e consapevolezza del mondo della scuola, altrimenti si rischia di non sistemare i conti e di pregiudicare il sistema educativo italiano» sostiene il titolare del dicastero di viale Trastevere assicurando il suo impegno «perché si rispettino gli impegni assunti in campagna elettorale».


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