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Il Nuovo-La scure del Polo sui "libri faziosi"

La scure del Polo sui "libri faziosi" Approvata in Commissione Cultura una risoluzione che sottopone i testi di scuola al controllo del Ministero. Ds e Margherita insorgono: "Cose da Minculpop, d...

12/12/2002
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Il Nuovo

La scure del Polo sui "libri faziosi"

Approvata in Commissione Cultura una risoluzione che sottopone i testi di scuola al controllo del Ministero. Ds e Margherita insorgono: "Cose da Minculpop, degne di una regime oscurantista".
ROMA - La Casa delle libertà torna alla carica contro i libri di storia faziosi e di sinistra nelle scuole. La maggioranza ha approvato in Commissione cultura della Camera una risoluzione che "impegna il governo ad attivarsi per far sì che nelle scuole di ogni ordine e grado l'insegnamento della storia, in particolare quella contemporanea, si svolga secondo criteri oggettivi, rispettosi della verità storica".

Secondo la risoluzione della Cdl, primo firmatario Fabio Garagnani (FI), "è indubbio che negli ultimi anni nella scuola italiana è prevalsa una visione ideologica che ha sovente alterato fatti storici incontrovertibili per fini di parte, in una pura ottica politica". La maggioranza chiede perciò "l'utilizzo di testi di assoluto rigore scientifico, che tengano conto in modo obiettivo di tutte le correnti culturali e di pensiero, per un confronto democratico e liberale che assicuri un corretto apprendimento del passato, in special modo, quello più recente".

Una proposta che ha chiamato le durissime reazioni dell'opposizione. Cose da "Minculpop", protesta la Margherita. Andrea Colasio, capogruppo Dl in Commissione cultura della Camera, va giù piatto: "Se non ci trovassimo dinanzi ad un atto di inaudita gravità che lede i più elementari principi di libertà verrebbe davvero da ridere per la risoluzione approvata dalla maggioranza. Secondo questi sedicenti liberali compete al governo di stabilire se un manuale di storia sia rispettoso della verità storica. In un sol colpo viene lesa l' autonomia scolastica, la funzione pedagogica dei docenti e delle famiglie, il vero pluralismo culturale e quel che non è meno grave, ci si rende ridicoli agli occhi della comunità scientifica. Neanche il Minculpop aveva osato tanto".

L'indignazione sale anche dai Ds. A darle voce è l'ex ministro Katia Belillo che grida alla "censura degna di un regime oscurantista". Il collega di partito Carlo Carli non va più lontano: "Solo i regimi totalitari, le dittature, le Inquisizioni hanno preteso di intervenire sui testi, stabilendo cosa era possibile studiare e cosa non lo era. In Italia solo in epoca fascista l'insegnamento della storia non è stato libero, ma controllato dall'autorità politica. Molti - ha concluso Carli - come Gaetano Salvemini pagarono sulla propria pelle con l'esilio o con la vita la difesa della libertà della cultura".


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