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Il Governo, la Befana, la Scuola e il carbone…

di Pippo Frisone

03/01/2012
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ScuolaOggi




“ La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…”, recita una vecchia filastrocca oggi non più    di moda.

Mai come in questo 2012 chi ci governa fa il verso all’indomita vecchina sulla scopa con le scarpe rotte come questa povera Italia e che va in giro di notte, sacco in spalla, a portare nelle calze degli italiani  lacrime e sangue, versione aggiornata dell’ormai antiquato carbone.

Aumentano le tasse e l’inflazione, aumentano acqua,luce e gas, aumentano la benzina e i ticket sanitari, aumenta la cassa integrazione mentre calano gli investimenti e l’occupazione, il potere d’acquisto di stipendi e salari.

Di manovra in manovra aumentano ancor più le diseguaglianze sociali e le iniquità degli interventi.

Siamo in recessione in Italia e in Europa.

Ma siamo noi a star peggio, schiacciati da un debito pubblico che oramai supera il 120% del Pil.

Tutti invocano la crescita ma come l’araba fenice ognun lo dice ma dove sia nessun lo sa.

Ogni tanto qua e là si legge che bisognerebbe investire di più sull’istruzione, sulla formazione e sulla ricerca. Ma dalle parole difficilmente si passa ai fatti concreti.

Negli ultimi tre anni della gestione Gelmini sono diminuiti tutti gli investimenti nella scuola pubblica mentre son cresciuti i tagli agli organici per circa 8miliardi di euro.

Col cambio di governo non siamo  in presenza di fatti concreti che indichino un cambio di rotta. Anzi i primi segnali vanno in direzione della continuità con l’operato del precedente governo,  fatta eccezione per qualche investimento in più nell’edilizia scolastica .

Questi gli annunci innovatori

a) dare alle scuole all’inizio dell’anno scolastico tutte le risorse di cui hanno bisogno(!)

b) incrementare la dotazione delle spese di funzionamento

c) maxi concorso per 300mila docenti

d) digitalizzazione e nuove tecnologie in tutte le scuole

e) trasparenza e obbligo per le scuole di mettere tutte le informazioni in rete

Seguono gli annunci che vanno in direzione della continuità

a)     sulla valutazione sperimentale degli insegnanti

b)    sull’Invalsi

c)     sull’attuazione delle  riforme Gelmini di scuola e università



A ben vedere c’è molto di più di un equilibrismo tra centrodestra e centrosinistra.

C’è un’idea di scuola-azienda molto vicina a quella della Confindustria, una scuola di massa sempre più povera di risorse e di contenuti, più americaneggiante, una scuola del fare,  buona a sfornare tecnici e operai in cui prevalgono  test e  tasti, con meno cultura e con sempre più strumenti informatici , LIM, che vanno a sostituire libri, gessetti e lavagne.

Queste vere e proprie anticaglie del passato, col latino e il greco,vanno lasciate solo alle scuole d’elite, meglio se private, dove fanno ressa i figli della classe dirigente. E’ quanto già oggi sta accadendo negli Stati Uniti. E quanto sta accadendo pur se più lentamente anche nel nostro Paese.

E’l’inizio dello scardinamento della scuola statale, a partire da quella primaria, fortemente voluto dai governi di centrodestra. L’incremento delle iscrizioni del 10% a favore delle scuole private sono il segno più evidente di questa svolta mentre chi può permetterselo, manda i figli a studiare all’estero.

Che sia il governo Monti a dare un forte segnale di discontinuità col passato è pura illusione.

Assisteremo a qualche ritocco e piccola manutenzione del sistema scolastico e nulla più.

Solo un governo politico , rafforzato dalle elezioni potrà avviare un processo di cambiamento vero nei settori della conoscenza, ponendo al centro la scuola,l’università e la ricerca, per lo sviluppo e la crescita del nostro Paese.

Una cosa è certa:

Un compito del genere non potrà più essere affidato a quelle stesse forze politiche che hanno compromesso e messo a rischio oggi, il nostro futuro e domani, quello dei nostri figli.
 

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