FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3908859
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Il dibattito (e gli esempi in Europa) sulla maturità a 18 anni

Il dibattito (e gli esempi in Europa) sulla maturità a 18 anni

Fare un anno in meno alle superiori? Partita la sperimentazione voluta dal ministro Maria Chiara Carrozza in sette istituti italiani, quattro paritari e tre statali, è tempo di aprire il dibattito

25/01/2014
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

ROMA — Uscire dal liceo a 18 anni? Fare un anno in meno alle superiori? Partita la sperimentazione voluta dal ministro Maria Chiara Carrozza in sette istituti italiani, quattro paritari e tre statali, è tempo di aprire il dibattito. «Non ho idee preconcette sulla sperimentazione — ha assicurato il ministro — e non sono neppure interessata a vincere la battaglia della riduzione di un anno o della riorganizzazione dei cicli»; il punto cruciale è l’interesse dello studente, quindi, continua la responsabile dell’Istruzione, «che la scuola torni a formare le persone consentendo loro di realizzarsi e di trovare il giusto percorso in base alle proprie aspirazioni e attitudini».
Le competenze? Certo ma siccome, sottolinea il ministro, «non siamo tutti uguali, la scuola deve formare non solo i lavoratori ma i cittadini di domani». Se è vero questo, diventa subito necessario spostare il dibattito dal puro e semplice braccio di ferro sull’«accorciamento» degli studi superiori, che comporterebbe evidentemente una notevole riduzione del numero di insegnanti e consentirebbe di realizzare nuovi importanti risparmi, a un obiettivo di tipo diverso, che è poi quello che ha posto la deputata Milena Santerini, Popolari per l’Italia, nel titolo del seminario da lei organizzato alla Camera: «Diplomarsi con successo a 18 anni».
Questo dunque è il punto. Guardando a quei Paesi europei (non tutti in verità) dove questo percorso più breve già esiste.
«A noi interessa mettere lo studente al centro — dice Milena Santerini, componente della commissione Cultura alla Camera —. Non dobbiamo cambiare solo per allinearci agli altri Paesi europei ma per sperimentare nuove modalità di formazione e di accompagnamento al mondo del lavoro». Occorre ripensare tutto il percorso: per esempio, continua Santerini, «organizzare l’anno risparmiato come un passaggio ancora formativo ma più specifico, o a metà tra formativo e lavorativo» in vista della scelta universitaria o professionale.
Sulla stessa linea Andrea Gavosto, Fondazione Agnelli, che si dice «favorevole alla riduzione da 13 a a 12 anni del percorso scolastico ma non perché bisogna “allinearsi” all’Europa e neppure solo con l’obiettivo di risparmiare. Favorevole perché si possa ripensare l’insegnamento, i programmi, i cicli scolastici». Gavosto fa riferimento alla sperimentazione attuata con successo in Ontario (Canada), dove a dieci anni di distanza dal liceo a 4 anni, i ragazzi sono meglio formati e più consapevoli delle scelte future. «Il 40 per cento per esempio decide di utilizzare l’ultimo anno di scuola per continuare a studiare e approfondire materie di interesse pensando all’università, oppure per lavorare part time».
Mario Dutto, Cattolica di Milano, cita l’esperienza del Galvani di Bologna, e punta «da un lato sulla trasparenza del percorso formativo e dei suoi sbocchi in modo che lo studente sappia che cosa potersi aspettare al termine della scuola, dall’altro sulla possibilità di utilizzare quell’anno per approfondire, creare gruppi di lavoro ad hoc, impegnare i docenti liberati dal percorso classico su micro classi con obiettivi specifici e delineati».
Mariolina Iossa
 


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL