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Gazzetta del Mezzogiorno-Un po' di numeri e di previsioni del sindacato

Il Governo vuole fare 200mila assunzioni. Sarà possibile? Un po' di numeri e di previsioni del sindacato Il sogno dell'esercito dei "precari storici" della scuola MATERAPer ...

11/03/2005
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La Gazzetta del Mezzogiorno

Il Governo vuole fare 200mila assunzioni. Sarà possibile?

Un po' di numeri e di previsioni del sindacato

Il sogno dell'esercito dei "precari storici" della scuola

MATERAPer meglio comprendere gli effetti denunciati dal sindacato, è necessario fare qualche previsione, seppure con il carattere approssimativo per verificarne la portata. Nella scuola secondaria superiore di 2° grado, gli insegnanti sono 240.000 di cui 77.000 nei licei, 86.000 nei tecnici, 67.000 nei professionali e 10.000 nei licei artistici e istituti d'arte. Il ciclo scolastico dei professionali, passando da 5 a 4 anni, determina una perdita secca di 10.000 posti. Inoltre la proposta governativa prevede il passaggio da 40 a 30 ore settimanali e di queste ¼ saranno facoltative e almeno un altro ¼ di ore di addestramento "on the job". Le ore obbligatorie si riducono a 15 con una perdita secca di 29.000 posti di insegnamento frontale, che potrebbero arrivare a 38.000 nel caso in cui nel secondo biennio aumentassero le ore di "on the job". Quindi tra annualità e orari la perdita potrebbe andare tra 29.000 e 38.000 posti. Per quanto riguarda i licei avremo una riduzione di 5.000 posti se si considera l'orario obbligatorio, mentre non dovrebbero essere diminuzioni significative se si considera anche l'orario opzionale. Negli istituti tecnici, se si calcola l'orario obbligatorio, si perde ¼ dell'orario, corrispondente a 22.000 posti che possono ridursi a 14.000 se si calcola l'orario opzionale. Nell'istruzione artistica la perdita può oscillare tra 5.500 e 4.000 posti. Nell'insieme si avrà dunque una perdita che va da un minimo di 57 mila posti e un massimo di 80.500 in organico di diritto con un possibile recupero in organico di fatto di solo 15 mila posti. Considerando i 20/30.000 posti trasferiti alle Regioni, l'organico del Miur avrà una riduzione variabile tra 89 mila e 104.500 posti. A tutto questo aggiungiamo che il 47 per cento del precariato complessivo è nella scuola secondaria superiore e che nei prossimi 10 anni dei 300 mila insegnanti in età pensionabile una grossa fetta sono in questo ordine di scuola. esse

10/03/2005
MATERASe sono rose fioriranno. Sembra che il ministro Letizia Moratti voglia immettere in ruolo, entro cinque anni, 200 mila insegnanti a tempo determinato della scuola. Si tratta dei cosiddetti "precari storici", una delle più grandi note dolenti nazionali. Se in effetti si mettesse mano definitivamente a questo problema, sarebbe un cambio di rotta epocale, dopo anni di tagli degli organici e di blocco delle assunzioni. Tuttavia, rispetto agli annunci, bisogna calarsi nella realtà e fare un po' di conti. Proviamo a farlo con la Fcl, la Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil. "Innanzitutto riscontriamo che finalmente la Moratti formalizza l'esistenza del fenomeno precariato della scuola - dice Eustachio Nicoletti, segretario provinciale della Flc - ed esplicita una sottostimata entità (200.000) che negli ultimi anni è aumentata (350.000) per effetto del blocco delle assunzioni in due anni e per le esigue immissioni in ruolo realizzate a partire dall'anno scolastico 2001/2002. È un dato che scopre le bugie del ministro che, nonostante le pressioni esercitate dai sindacati confederali in questi anni, ha sempre disatteso il vero problema del precariato nella scuola e per sviarlo ha diffuso cifre che includevano nel conteggio delle immissioni in ruolo realizzate dal 2001/2002 anche gli insegnanti di religione e la stabilizzazione degli ex lavoratori socialmente utili. Va ricordato che in materia scolastica, questo Governo ci ha abituato a scoop mediatici sensazionali. Nella campagna elettorale del 2001, Berlusconi, per accattivarsi i voti della scuola, dichiarò che in caso di vittoria avrebbe approvato un piano di investimento pluriennale (19.000 miliardi di vecchie lire) per rilanciare il sistema scolastico italiano. Invece ci siano ritrovati di fronte a processi pseudo-riformistici che stanno destrutturando la scuola pubblica. Quindi prendiamo atto della volontà del Governo, ma nello stesso tempo ci sorge naturalmente la diffidenza che ancora una volta si tratta di proselitismo bieco sulla categoria dei precari". Sicuramente un problema irrisolto, la cui accentuazione in questi ultimi anni ha determinato l'elevazione dell'età media degli insegnanti e del personale Ata, quindi precari a 35/45 anni con una ventennale anzianità di servizio. Di qui la proposta del sen. Giuseppe Valditara, di Alleanza Nazionale, per l'immissione in ruolo dei precari senza ricostruzione della carriera in quanto troppo onerosa per lo Stato. "Secondo questa proposta - rileva Nicoletti - possono essere realizzate 50 mila immissioni in ruolo a patto che la ricostruzione della carriera (cioè la corrispondenza dello stipendio agli anni realmente prestati, ndr) venga posticipata e formalizzata nei prossimi 5 anni. Strano modo di far politica per chi quotidianamente sui mezzi di informazione professa il risparmio della spesa pubblica a favore del liberismo, come puro spirito. Noi vogliano le immissioni in ruolo perché la scuola vive la fase più buia della storia repubblicana ed ha la necessità di essere rilanciata soprattutto valorizzando le risorse umane e professionali. Per fare ciò è necessario che il Governo risponda attraverso atti concreti e conseguenziali. Questi atti, a nostro avviso, devono andare in direzione diversa a quella determinata dalle ultime Finanziarie, che hanno sempre ridotto gli organici, compresa l'ultima che taglia ulteriori 7.100 posti per la lingua inglese nella scuola primaria, del 2% del personale ATA e mette già in previsione per il prossimo anno scolastico la riduzione di altri 7.100 posti. Inoltre, è necessario che la Moratti spieghi come si rapportano le 200 mila immissioni in ruolo con la riduzione degli organici determinata dagli effetti dei processi controriformistici". Nella scuola primaria, del resto, si sono create le premesse per il maestro unico e si è eliminato il tempo pieno. Nella scuola secondaria di primo grado si è eliminato il tempo prolungato introducendo l'opzionalità e la soppressione di una classe di concorso che di fatto riducono l'organico. "Se la proposta della riforma per la scuola secondaria di secondo grado verrà approvata - secondo la Cgil - oltre a prevedere la separazione dei licei dagli Istituti professionali, che passeranno sotto la giurisdizione delle Regioni, ci saranno effetti devastanti sugli piano organici". Per il 18 marzo, intanto, è stato indetto uno sciopero per l'intera giornata dei lavoratori della scuola, dell'università, della ricerca e dell'Enea, dell'alta formazione artistica e musicale. Si protesta per la precarizzazione, con la richiesta di assunzioni a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti. Poi per l'immediata apertura delle trattative contrattuali e la difesa degli organici. Emilio Salierno

10/03/2005


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