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Esame di maturità, il fronte è aperto Scuola-lavoro: «Basta precarietà»

09/02/2022
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il manifesto

Roberto Ciccarelli

Dopo il parere negativo del Consiglio dell'Istruzione pubblica (Cspi) sulla proposta di esame di Stato 2022 nelle scuole superiori ieri il ministro dell'Istruzione Bianchi ha rifiutato di eliminare la seconda prova scritta della maturità presentata delle consulte studentesche nel corso del primo incontro dopo la loro recente elezione. Secondo il portavoce nazionale di questo organismo, Marco Scognamillo, Bianchi avrebbe promesso di prendere in considerazione la proposta di valutare al 30% il voto finale della maturità di quest'anno, invece che al 60%. In questa prospettiva la seconda prova scritta avrebbe un'importanza minore nell'ambito di una valutazione complessiva dell'ultimo triennio della scuola superiore, quello che coincide con gli anni scolastici devastati dal Covid durante i quali gli studenti hanno subito le conseguenze della didattica alternata inpresenza e a distanza. A tale proposito il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, organo consultivo e non vincolante, ha chiesto di ripristinare il maxi-colloquio solo orale alle medie e di non prevedere la seconda prova alla maturità che invece sarà predisposta dalle singole commissioni d'esame. Le critiche del Cspi all'esame di maturità voluto da Bianchi sono giustificate da questi elementi: una difformità delle prove edei risultatitra le diver se aree geografiche, tra le scuole e tra le classi della stessa scuola; assenza di indicazioni che possano garantire la collegialità nella formulazione della prova almeno a livello di istituto come potrebbe avvenire nel liceo classico. Interessante è la critica al modo disinvolto scelto da Bianchi e dal suo ministero per comunicare il cambiamento delle regole sulla maturità. La novità sarebbe stata comunicata prima alla stampa, attraverso le classiche e approssimative «anticipazioni a che, tra l'altro, hanno generato la veemente reazione degli studenti e hanno saltato i passaggi istituzionali di solito previsti in questi casi. Senza contare che dal ministero alcuni mesi fa erano giunti segnali di un orientamento diverso rispetto alla decisione che è stata presa successivamente. Insomma una politica caotica che sta mettendo in difficoltà il governo e conferma il ministero dell'Istruzione come uno dei più deboli e contestati. Per quanto riguarda gli esami di terza media il Cspi si è detto favorevole «all'esame di Stato del primo ciclo di istruzione in presenza» ma ha rilevato che l'ordinanza ministeriale «non sembra tenere conto delle ripercussioni sugli apprendimenti e sui risvolti psicologici e sociali degli alunni della terza media» che ha «visto un'alternanza tra didattica a distanza e didattica in presen za con problematiche eterogenee a livello nazionale». «Dopo il parere negativo del Consiglio Superiore, questa conferma ci fa capire ancora di più che ora serve costruire un'altra maturità. Il ministero sta sbagliando su questo esame - sostiene la rete degli studenti medi - Venerdì saremo sotto al Ministero dell'Istruzione a manifestare con gli studenti e le studentesse diRoma, di tutto il Lazio e anche dal resto d'Italia. Ci aspettiamo una convocazione dal ministro». «Crediamo che il ministro Bianchi non possa restare indifferente di fronte alla pronuncia del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e di fronte a quanto nelle settimane scorse hanno chiesto nelle piazze gli studenti - sostiene Francesco Sinopoli, segretario della Fic Cgil - Non si tratta di una contrapposizione fra rigore e lassismo, si tratta di fare le scelte giuste in una situazione complicata, partendo da una ponderata considerazione di ciò che è accaduto in questo triennio circa la regolarità degli studi e le accidentate vicende che hanno tormentato gli studi dei nostri ragazzi. Bianchi tenga conto della realtà che si muove nel Paese e delle istituzioni come il Cspi, e riveda le posizioni che finora hanno mostrato di non coincidere con il vero sentire del mondo della scuola». Oggi alle 16 il ministro dell'interno Lamorgese parl rà al Senato sulla repressione degli studenti torinesi, roma ni, milanesi e napoletani che protestavano dopo la morte d Lorenzo Parelli, 18 anni, morto in fabbrica a Lanuzacco, in provincia diUdine. A Torino ieri sono stati occupati anche i liceo d'Azeglio e il Cottini. 0ltre alle regole della maturitc gli studenti si oppongono all'alternanza scuola-lavoro.


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