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Eleonora, prof di matematica: «Farò il concorso, ma è una farsa, promuoveranno tutti»

Insegna come supplente da anni, è abilitata e laureata. Ma solo con questo concorso potrà prendere una cattedra. Costo zero? Non proprio. «Dopo anni di sacrifici è l'ennesima beffa»

10/04/2018
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Corriere della sera

Ha 38 anni, insegna da 15 ma è ancora una precaria. Eleonora Coppola, romana, è una professoressa di matematica, supplente. Ed è una dei 50 mila insegnanti abilitati che si cimenterà nel prossimo concorso «facilitato» organizzato dal ministero dell’Istruzione, per far entrare in ruolo tutti i docenti rimasti esclusi dal piano di assunzioni della Buona Scuola, che reclamano una cattedra. Ma Eleonora, madre di una bambina di sette anni, non sta studiando disperatamente, anzi: «Non serve a niente. Nessuno di noi sta studiando- spiega un po’ rassegnata- promuoveranno tutti: questo concorso è una farsa». Laureata in matematica nel 2003, anni e anni di supplenze in giro negli istituti superiori del Lazio, un’abilitazione con il Tfa (Tirocinio formativo attivo) nel 2013, Eleonora sperava di entrare nella scuola con un percorso più «serio»: «Sono anni che studio, mi preparo, faccio sacrifici per avere una cattedra. Ho cambiato non so quanti licei, ho continuato a studiare e lavorare con un bambina piccola, non mi sono mai arresa perché il mio sogno era insegnare. Da sempre. Ma negli anni ho assistito a promesse non mantenute, a ingiustizie continue: chi si era abilitato con la Sis (la Scuola di specializzazione superiore, ndr) è entrato in prima fascia e ha avuto diritto al ruolo, chi invece aveva preso il Tfa come me è rimasto indietro. Ho visto colleghi con meno esperienza e punteggi scavalcarmi a forza di ricorsi, ho visto graduatorie stravolte. Ho sempre lavorato perché ci sono pochi insegnanti di matematica in giro, ma non sarebbe stato più semplice assumermi a tempo indeterminato appena disponibile un posto, in base al mio punteggio? Invece devono mettere su tutto questo carrozzone: stanno cooptando i commissari, e non si sa se ce la faranno perché sono sottopagati; le date dei colloqui dovevano essere fissate per aprile, ma non c’è ancora nessun annuncio ufficiale; poi dovranno farci fare un anno di tirocinio per la definitiva messa in ruolo. E magari imbarcheranno anche migliaia di insegnanti che non servono, come con la Buona Scuola: insegnanti intendo di arte o diritto, mentre mancano tantissimi prof di matematica e fisica, come dimostra il fatto che io ho sempre lavorato».

«Accettiamo tutto pur di lavorare»

Arrabbiata, delusa? «Quanto lo sono? Non è più quantificabile- dice Eleonora- a giugno mi ritrovo disoccupata, l’Inps non sempre ti paga la Naspi perché le pratiche non si sa che fine fanno e chi le gestisce. Un anno fa ho dovuto chiedere l’aiuto di un avvocato per farmela pagare...cercavano il motivo della cessazione del contratto, che per un docente a tempo determinato è un eufemismo. Per la scuola noi precari facciamo di tutto, corsi di recupero che spesso vengono pagati un anno dopo, lo stesso stipendio arriva con molti mesi di ritardo se a pagarti è la scuola e non il ministero. Ma queste cose nessuno le sa e ce le teniamo per noi, perché pur di lavorare accettiamo tutto. Ho colleghe molto più grandi di me che vengono tutte le mattine dalla provincia di Salerno a Roma. Ma è vita questa?».

Lo spreco di tempo e soldi

Quello di Eleonora è uno sfogo: suona strano, perché ormai è a un passo dalla cattedra definitiva. Le basterà superare un colloquio orale, che è solo una formalità, e l'anno di tirocinio, anch'esso pensato senza un reale intento selettivo. Ma le sembra tutto «finto», tutto architettato a tavolino per non rendere un vero servizio alla scuola, ma per accontentare quella o l'altra categoria di protestanti: «Un'altra fregatura di questo concorso? Fanno punteggio solo le supplenze di 180 giorni consecutivi in uno stesso istituto: che non sono così scontate da avere perché spesso i nostri contratti vengono interrotti a Natale. Per fare un esempio, io quest'anno ho lavorato 176 giorni e poi il mio contratto si è interrotto solo perché la scuola chiudeva per il ponte del Primo maggio. Quindi quell'anno di supplenza non ha avuto valore per quanto riguarda il concorso. Non è normale. Come non è normale che il ministero spenda tutti questi soldi per allestire un concorso di cui non c'è bisogno, bastava aggiornare la graduatoria e immettere tutti in prima fascia, col diritto alla cattedra nel momento in cui ci sono i posti liberi». Vero è che un po' di soldi si recuperano dagli introiti stessi del concorso: i candidati devono versare 5 euro per ogni classe di concorso, e se ognuno aspira a partecipare a due classi, significa 500 mila euro solo per questa tornata. Ma intanto gli insegnanti, tutti supplenti, dovranno assentarsi dalle cattedre per partecipare alle prove. Poco importa, nelle classi arriveranno altri supplenti dei supplenti: il girone infernale senza fine.


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