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ds online: W.Tocci FINANZIARIA: Chiarezza sui numeri

Siamo in aula a cercare la soluzione per i fondi della ricerca

15/11/2006
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Nel frattempo sui giornali vengono propagate notizie confuse e numeri tendenziosi. Cerchiamo di fare chiarezza. Intanto è necessaria una precisazione metodologica. E’ fuorviante discutere delle somme totali del prossimo triennio. L’unico stanziamento vero è quello del 2007; quelli relativi al 2008 e 2009 sono dati programmatici che dovranno essere confermati dalle prossime leggi finanziarie. Inoltre, il dato triennale nasconde a volte uno squilibrio tra un piccolo stanziamento per il 2007 e somme molto più alte per gli anni successivi. Ad esempio, quando il ministero dell’Economia annuncia 140 milioni per le assunzioni dei ricercatori universitari dovrebbe chiarire che si tratta di 20 milioni per l’anno prossimo, 40 per il 2008 e 80 per il 2009; il primo stanziamento è sicuro, gli altri sono buone intenzioni.
Discutiamo quindi dei fondi del 2007. La finanziaria approvata dal governo realizzava un saldo zero tra tagli e nuovi stanziamenti, come ho dimostrato in una nota precedente del titolo: Ricerca e università tutti gli emendamenti e un errata corrige https://www.dsonline.it/aree/universita/documenti/dettaglio.asp?id_doc=37087
Rispetto al testo iniziale il governo ha annunciato nuove risorse che avrebbero dovuto rispondere il grido d’allarme lanciato dal Nobel Rita Levi Montalcini. In realtà le novità annunciate non sono altro che le proposte avanzate dal relatore e dallo stesso governo nella commissione Bilancio.
In sintesi si tratta di questo.
La rimodulazione dell’articolo 53 comporta un taglio complessivo per il MIUR di 350 milioni, di cui 207 (12%) per gli enti di ricerca e il resto per tutte le altre voci (ad esempio il diritto allo studio), ad eccezione del fondo ordinario per l’università.
Per gli enti sono stanziati in aumento 10 milioni, più 20 per la stabilizzazione dei precari e 7,5 (sottratti al fondo per le università) per l’assunzione di nuovi ricercatori.
Queste somme sono ben lontane dal compensare il grave taglio operato sui bilanci degli enti. Agli enti si aggiunge il taglio di 30 milioni alle spese intermedie.
C’è inoltre un aumento di 50 milioni sul fondo per l’università, in aggiunta all’aumento di 96 milioni già presente nel testo della finanziaria, per complessivi 136 milioni (al netto di altre piccole riduzioni), che corrispondono al taglio operato a luglio con il decreto sulla riduzione delle spese intermedie. Logica vorrebbe che, a parità di somme indicate, invece di integrare fondo, si eliminasse il taglio delle spese, risparmiando cosi la doppia procedura, da un lato le università che restituiscono fondi e dall’altro il ministero che li riassegna, ma evidentemente la passione burocratica è dura da estinguere. Abbiamo dimostrato in altri comunicati (vedi)
https://www.dsonline.it/allegatidef/TOCCI%20critica%20al%20governo%2028070636292.doc
che il taglio alle spese intermedie è in realtà una tassa sulle risorse esterne degli enti e delle università, comprese le tasse degli studenti. Per superare tale paradosso abbiamo presentato un altro subemendamento per riconoscere un credito d’imposta su tali risorse fino a concorrenza del taglio del 20% delle spese intermedie.
Sono poi confermati i tagli agli stipendi dei professori, seppure per i redditi oltre i 53.000 euro, applicati alla cosiddetta “contingenza” invece che agli scatti di anzianità. Il rimedio è peggiore del male. Si perde infatti l’occasione di riformare gli scatti secondo il merito, superando l’egualitarismo e riconoscendo l’impegno e la qualità delle persone. Sarà più difficile in futuro riprendere questo discorso dopo la scivolata di un blocco generalizzato e la parziale marcia indietro.
Nel complesso quindi le risorse per ricerca e università sono in diminuzione rispetto all’anno scorso. Infatti, il taglio di 350 milioni è compensato solo per 80 milioni e allo stato dei fatti rimane quindi per 270 milioni, mettendo in crisi soprattutto la funzionalità degli enti di ricerca.
Tutto ciò è inaccettabile. È una smentita clamorosa del nostro programma. Se il ministero dell’Economia non sarà capace di risolvere il problema saremo costretti a stornare i fondi dai bandi First e dagli incentivi della ricerca industriale. In tal senso abbiamo presentato un apposito subemendamento.
Speriamo si possa dire tra qualche giorno: “Era solo un brutto sogno, i tagli non ci sono più, si torna a finanziare ricerca e università”.
Stiamo lavorando per questo risveglio.
Walter Tocci
qui potete leggere la tabella riassuntiva che abbiamo elaborato con la collaborazione del prof. Giorgio Parisi


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