Corriere-Università, sì alla fiducia L'Unione lascia il Senato
Il disegno di legge torna alla Camera. L'opposizione: lo cambieremo Università, sì alla fiducia L'Unione lasci...
Il disegno di legge torna alla Camera. L'opposizione: lo cambieremo
Università, sì alla fiducia L'Unione lascia il Senato
Riforma delle carriere: via ai concorsi nazionali
ROMA - È passata al Senato, col voto di fiducia, la riforma Moratti sul reclutamento e le carriere dei professori universitari. Ora il disegno di legge torna alla Camera dove dovrebbe essere approvato entro ottobre. L'opposizione ha annunciato battaglia anche nell'aula di Montecitorio. Il capogruppo della Margherita al Senato Willer Bordon ha detto che se la riforma passerà, il centrosinistra la farà cadere, qualora dovesse andare al governo nel 2006. Nel centrodestra si dà per scontato un nuovo ricorso alla fiducia. Ieri hanno votato a favore 160 senatori e 7 contro. L'opposizione in segno di protesta ha abbandonato l'aula. Vediamo i punti essenziali I concorsi, finora banditi dai singoli atenei, diventano nazionali. Ogni anno, sulla base delle richieste di personale docente degli atenei, si bandisce una rigorosa selezione nazionale. Chi la supera ottiene l'idoneità all'insegnamento che dura 4 anni. Le università poi chiamano sulla base della produzione scientifica di ciascuno. Si spera così di evitare gli scandali, rari, ma non troppo, dei concorsi truccati.
Nelle università lavorano circa 50 mila tra assegnisti, contrattisti e dottorandi. Si tratta di giovani "precari" che in molti casi hanno le carte in regola per diventare ricercatori di ruolo e perfino associati. La messa in esaurimento del ruolo dei ricercatori, prevista nella prima versione della Riforma, avrebbe cancellato il futuro di questi studiosi. Nel testo approvato il ruolo sarà mantenuto fino al 2013. Le università, quindi, potranno assumere attraverso concorsi ricercatori a tempo indeterminato per altri 8 anni oppure prendere giovani con contratti di ricerca di durata triennale rinnovabili. Questi ultimi potranno partecipare sia a concorsi per ricercatore, fino al 2013, o per associato.
"C'è stata opposizione perché questa legge va incontro agli interessi dei giovani. Attraverso il concorso nazionale andranno in cattedra solo i migliori e spariranno le clientele", ha detto il ministro Moratti. "Si riduce il nepotismo consentendo una selezione più efficace dei docenti", ha commentato Giuseppe Valditara (An). "La legge danneggia soprattutto i ricercatori, perché non dà loro reali prospettive di assunzione, pasticciando tra varie strade tutte caratterizzate dall'assenza di risorse finanziarie", hanno dichiarato i senatori Ds della commissione Istruzione Maria Chiara Acciarini, Luciano Modica, Fulvio Tessitore, Vittoria Franco e Maria Grazia Pagano.
G. Ben.