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Corriere: Treviso, per iscriversi a scuola test di italiano e visita medica

Proposta Il presidente della Provincia: troppi immigrati

06/01/2008
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Corriere della sera

DAL NOSTRO INVIATO
TREVISO — I leghisti con la fissa dell'italiano e dell'anagrafe. Non passa giorno che, nel Nord Est, non si abbia notizia di proposte, sortite, provocazioni, che abbiano a che fare con le «italiche radici». (O venete radici?). Adesso è la volta del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, che lancia l'allarme sulla popolazione scolastica in eccesso, sulla conseguente necessità del numero chiuso («se non ci danno aule e soldi, non se ne può fare a meno »), basato sul test di cultura italiana e sul certificato di residenza.
La selezione riguarderebbe tutti gli studenti delle scuole medie superiori. Tuttavia, il presidente sottolinea che l'«emergenza scolastica» è tale soprattutto a causa del numero sempre più elevato di figli di immigrati, che si iscrivono negli istituti scolastici della Marca trevigiana.
Qualche dato: gli alunni che frequentano le superiori sono 34.566 (in 1659 classi), 3.000 dei quali stranieri. Muraro fa notare, ancora, che il 15% degli studenti arrivano da altre province. «Di per sé sarebbe un vanto, visto che i nostri istituti sono all'avanguardia — osserva — Il fatto è che non possiamo permettercelo. Tra l'altro, la Provincia di Treviso, nel 2007, ha stanziato per la scuola 34 milioni di euro e fronte dei 50 che la Finanziaria stanzia per tutto il Paese». Aggiunge: «Per il prossimo anno scolastico occorrerebbero 50 aule in più». Da qui l'idea della selezione e del numero chiuso.
Muraro ha intenzione di rivolgersi al Provveditore, ai presidi e, se è il caso, anche al ministro dell'Istruzione. «La selezione attraverso i test, che auspico, dovrebbe tener conto del punteggio relativo al merito, cioè al risultato dell' esame di lingua e di cultura, da sommare ad un altro punteggio, legato alla residenza». Ma gli immigrati — obiettiamo — si troverebbero in situazione di svantaggio. «Non è detto — risponde — E comunque se vivono e studiano in Italia devono adeguarsi». C'è di più: gli studenti dovrebbero anche passare dalla Asl perché certifichino la loro buona salute. «Da quel che ricordo — dice Muraro — 30 anni fa, anche a me toccò la visita medica ». «Oggi, con quel che sta succedendo, mi pare proprio il caso di essere molto vigili sulla salute degli studenti».
Marisa Fumagalli


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