Corriere-Scuola, genitori divisi sul tempo pieno
decreto passa all'esame di Camera e Senato. I due schieramenti d'accordo sulla scarsità dei fondi Scuola, genitori divisi sul tempo pieno Il Coordinamento democratico: progetto educativo dan...
decreto passa all'esame di Camera e Senato. I due schieramenti d'accordo sulla scarsità dei fondi
Scuola, genitori divisi sul tempo pieno
Il Coordinamento democratico: progetto educativo danneggiato. I favorevoli: le famiglie conteranno di più
MILANO -Non sono bastati gli emendamenti presentati la scorsa settimana alla Conferenza unificata Stato-regioni, città e autonomie locali per chiudere il dibattito sul tempo pieno. La nuova bozza di decreto attuativo, ora all'esame delle commissioni cultura di Camera e Senato, prevede esplicitamente la gratuità del tempo scuola, anche e soprattutto per le ore facoltative (tre settimanali nelle primarie, da aggiungere alle 27 obbligatorie e alle 10 dedicate alla mensa), l'assistenza dei docenti durante i pasti e il mantenimento dell'organico per l'anno 2004/2005. Dopo le prime reazioni dei sindacati, fermi nella loro opposizione all'articolato ("un decreto illegittimo, manca la legge di spesa preventiva - attacca Enrico Panini della Cgil scuola -. Confermiamo la richiesta di ritiro"), è la volta delle associazioni dei genitori. L'apertura maggiore viene dall'Agesc, l'Associazione genitori scuole cattoliche: "Riteniamo - commenta il presidente Enzo Meloni - che lo schema sia valido. La flessibilità del nuovo sistema orario permette alle famiglie di orientarsi a seconda dell'offerta formativa. Ora è fondamentale che queste opportunità siano garantite anche al sistema paritario". "Come genitori - interviene Giuseppe Richiedei dell'Age - siamo soddisfatti degli ultimi chiarimenti. E anche se non sposiamo questa proposta come la migliore possibile, la nuova flessibilità ci vede decisamente favorevoli. Abbiamo sempre sostenuto che il tempo pieno dovesse essere scelto dalle famiglie. Se finora tutto si decideva a priori dentro la scuola, adesso l'offerta potrà essere contrattata".
Sul fronte opposto si schierano il Coordinamento genitori democratici e il Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato del Cesp di Bologna. "E' vero, c'è stata un'apertura - ammette Angela Nava, presidentessa del Cgd - ma non è cambiata la filosofia della riforma, con una riduzione complessiva del tempo scuola. Che non si misura solo sulle 40 ore settimanali, ma soprattutto sulla modalità con cui vengono erogate. Avremo una somma di più tempi scuola: uno mattutino per tutti, uno a mensa per alcuni e uno pomeridiano per altri ancora, a seconda delle richieste. Non esisterà più un progetto educativo articolato su un tempo lungo, uguale per tutti i bambini". "Le classi - concorda Marzia Mascagni del Cesp - verranno smembrate. E con il tutor a occuparsi delle materie più importanti, ci saranno insegnanti di serie A per le ore obbligatorie del mattino, e di serie B sui pomeriggi. Con l'abrogazione della normativa sul tempo pieno scompariranno anche il doppio organico e le compresenze. Per finire, la garanzia sul mantenimento degli organici è stata sì inserita, ma solo per il 2004/2005".
Un dubbio, però, accomuna favorevoli e contrari: i finanziamenti. "Tutto ruota intorno ai fondi - commenta Meloni -. Sembrava che la riforma dovesse partire due anni fa, invece&". "Non ci sono soldi - taglia corto la Mascagni -. Hanno già fatto tagli spaventosi, per poi spendere cifre assurde in propaganda: come per le agende che ci hanno mandato a novembre. No, non siamo soddisfatti. La mobilitazione continua".
Gabriela Jacomella