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Conte: se i contagi calano scuole aperte già a dicembre

Se la curva dei contagi sarà sotto controllo, ovvero con un indice Rt sotto l'1, si potrebbero già riaprire i licei dal 4 dicembre senza attendete la fine delle feste del 10 gennaio

23/11/2020
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La Stampa

carlo bertini

roma

Ora che i contagi calano, per il governo si aprono due problemi di prima grandezza: se riaprire le scuole già a dicembre e se chiudere le regioni sotto le feste. Sul primo punto, il governo ha una linea espressa chiaramente dal premier. Se la curva dei contagi sarà sotto controllo, ovvero con un indice Rt sotto l'1, si potrebbero già riaprire i licei dal 4 dicembre senza attendete la fine delle feste del 10 gennaio. Del resto, il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, ha fatto sapere a Roberto Speranza che gli scienziati sono pronti a dare il via libera già oggi, che l'indice è all'1,18%. Ma il ministro vuole attendere di arrivare a ridosso del 3 dicembre: ancora due settimane per decidere.

Un tema cruciale, con il governo spaccato, tra chi come la titolare della Scuola Lucia Azzolina, spinge e chi frena. La renziana Elena Bonetti sostiene di aprire i licei in presenza al 50% già il 4 dicembre e la possibilità non viene esclusa, come si capisce dalle parole del premier. «Non appena avremo pienamente riportato sotto controllo la curva interverremo per ripristinare la didattica in presenza nelle scuole». Questo perché «per il governo rimane prioritario consentire agli studenti che sono passati alla didattica a distanza di poter recuperare al più presto la ricchezza di una offerta didattica incentrata sulla interrelazione personale tra docenti e alunni e degli alunni tra loro». La paura è che aumenti il tasso di abbandono scolastico.

Ma il premier non si limita a dare questa indicazione. Ieri ci sono stati oltre 28 mila nuovi positivi, in calo rispetto ai quasi 35 mila del giorno prima, ma con 50 mila tamponi in meno, tante le 562 vittime ma meno delle 692 di sabato. Nelle ultime due settimane c'è stata una frenata, ma per il governo si apre un problema in più: «I segnali di contenimento del contagio – dice il premier – iniziano a manifestarsi con sempre maggiore chiarezza. La strategia messa in atto per fronteggiare questa seconda ondata sta funzionando. E senza cantare vittoria, è evidente che questo sistema ci consente di intervenire in modo circoscritto, senza misure che finiscono per penalizzare territori che non lo meritano e senza imporre sacrifici anche economici ingiustificati». Tradotto, dal 4 dicembre possibili negozi aperti fino alle 22 per lo shopping, bar e ristoranti e centri commerciali aperti nei weekend. Dunque se il trend si confermerà, in dicembre quasi tutta l'Italia sarà in zona gialla o arancione, ma il premier teme che «affrontare le festività senza alcune cautele aggiuntive sarebbe da irresponsabili» e quindi vuole limitare «le occasioni di socialità e i momenti di convivialità: se una Regione fosse lasciata ad affrontare questo periodo con il regime di misure proprio di una zona gialla o arancione il contagio farebbe un balzo in avanti con il rischio che la curva a gennaio vada nuovamente fuori controllo. Non c'è alcun intento di contrastare la tradizione degli scambi dei doni tant'è che già a dicembre partirà il piano cashback con incentivi agli acquisti elettronici in modo da favorire pagamenti più sicuri e i negozi di prossimità (gli acquisti online sono esclusi dai benefici). Invece bisognerà limitare le occasioni di "socialità allargata", che di solito si accompagnano alle festività natalizie, con tombolate, festeggiamenti, veglioni».

Infine una notizia: il governo sta lavorando ad una iniziativa europea, per prevenire le consuete «vacanze sulla neve», che attirando appassionati degli sport sciistici e dei soggiorni in montagna farebbero il paio con le vacanze spensierate, con serate in discoteca, della scorsa estate». In questo si inserisce il divieto probabile di spostamenti tra regioni durante le festività, o la chiusura dei viaggi tra province più in sofferenza. —


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