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Che cos’è il monopsonio? Proteste per i quiz più astrusi

Nequitosa. E’ uno dei quiz della prova preselettiva per aspiranti docenti. Non bisogna dire che cosa significa, ma se indica una persona cattiva, grassa, pessimista e solerte.

18/12/2012
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Il Messaggero


LE POLEMICHE
ROMA Nequitosa. E’ uno dei quiz della prova preselettiva per aspiranti docenti. Non bisogna dire che cosa significa, ma se indica una persona cattiva, grassa, pessimista e solerte. Quattro risposte per ogni domanda, qualcuna potrebbe sembrare con il trabocchetto. E i candidati sono furenti. Soprattutto quelli che non ce l’hanno fatta perché in questo campo minato di scelte non hanno raggiunto le 35 risposte esatte. E poi il monopsonio. O il transetto. E il catione? Appartiene alla moda, alla fisica, all’architettura o all’epica? Carter fa parte del linguaggio della meccanica, della pubblicità, della musica o della gastronomia? Su Facebook e sul web, dove si è scatenato il processo al concorsone, i candidati a prova conclusa si sono scambiati le impressioni sulle domande affrontate individualmente, che non erano uguali per tutti ma sorteggiate tra 3.500 quiz.
LE CONTRADDIZIONI
Massimo Gargiulo, del Coordinamento dei precari di Roma, la prova l’ha passata. Ma non per questo è tenero. «Nel gruppo di 22 persone che ha sostenuto il test con me non sono risultate ammesse due colleghe abilitate da anni, che hanno seguito corsi di perfezionamento, hanno fatto tantissimi sacrifici per insegnare in scuole diverse e spesso lontano da casa. Non hanno avuto tempo di prepararsi sui quiz. La prova ha confermato le contraddizioni che come coordinamento abbiamo sempre denunciato: è un terno al lotto». Tante perplessità da parte degli aspiranti docenti. I più criticati sono stati i quiz sulla capacità logica e sulle competenze digitali. “Erano favoriti i laureati in materie scientifiche”, è uno dei pareri ricorrenti su Facebook. All’uscita del liceo Newton di Roma, ad esempio, è tutta una sequenza di critiche: «Il test non permette di verificare chi ha una reale aspirazione, di differenziarlo tra chi ci prova e basta». «Non sono indicativi della preparazione, sfoltiscono e basta». «Non sono test utili per scegliere buoni insegnanti». «Domande banali».
Ma anche un settimanale che fa opinione come Famiglia Cristiana boccia la prova definendola concorso-beffa. «Non importa la preparazione specifica per cui si è studiato e spesso insegnato - sostiene il periodico cattolico -, non importano competenze pedagogiche o tecniche di insegnamento. No, conta soltanto una mente allenata a quiz all’anglosassone. Su questa base saranno inclusi ed esclusi dai posti a concorso gli insegnanti di domani». Per Famiglia Cristiana sarebbe più onesto organizzare «una lotteria».
LA «LOTTERIA»
E come se si partecipasse a una lotteria sono stati segnalati casi di candidati a Roma, a Napoli, in Friuli e in Calabria che hanno staccato la spina del pc avvisando il personale incaricato che il computer si era spento. La speranza era di poter rifare il test. Ma purtroppo per loro il sistema informatico aveva già registrato l’esito negativo della prova.
Polemiche anche per gli insegnanti chiamati a vigilare. Il Coordinamento precari di Roma aveva invitato i docenti in servizio a non collaborare all’assistenza e alla sorveglianza, ma solo pochi hanno incrociato le braccia. Le contestazioni sono passate dalle magliette di protesta, ai volantinaggi contro «l’ennesimo inganno del ministero», ai sit in con cartelli, striscioni e fasce nere al braccio. Sui costi del concorso, poi, i sindacati anche ieri hanno riaperto la ferita. In tempi di sacrifici e di tagli pesanti alla scuola questo concorso è un lusso che si poteva evitare con i tanti precari in attesa da anni di una nomina in ruolo. Secondo la Flec Cgil sarebbero stati spesi 120 milioni di euro. Dal ministero si replica: la spesa complessiva è stata di un milione.
A. Cam.