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Carlo Petrini: “Solo un processo educativo globale salverà il pianeta”

Il fondatore di Slow Food ospite del tour L’Alfabeto del futuro che La Stampa ha organizzato ad Alba: «Concordo con Greta e tutti quei sedicenni che oggi scendono in piazza pronti all’azione concreta».

17/12/2019
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La Stampa

ALBA (CUNEO). «L’Alfabeto del futuro si può declinare in tanti modi, ma non c’è dubbio che oggi abbia una priorità assoluta. Ed è quella della tutela ambientale. Stiamo raggiungendo un limite, corriamo il pericolo di arrivare a un punto di non ritorno e dobbiamo fare di tutto per evitarlo». Sono le parole di Carlo Petrini, che ieri alla Fondazione Ferrero di Alba ha dialogato con il direttore della Stampa, Maurizio Molinari, nella seconda tappa del tour dedicato all’«Alfabeto del futuro».

«La crisi del clima - ha spiegato il fondatore di Slow Food - è diventata la questione principe a livello globale: è coinvolto ogni angolo del mondo, comprese le mie amate le colline del vino. Ma se c’è una fascia climatica, a Nord, che ne beneficerà, l’Africa subsahariana invece rischia di non avere più nulla: lì milioni di ettari stanno diventando aridi, incapaci di sfamare milioni di persone».

Eppure, a Madrid i grandi della Terra hanno appena mancato l’obiettivo di dare risposte concrete ai problemi reali che cambiano le nostre vite. Per Petrini, «il fallimento del summit di Madrid è la dimostrazione di quanto la politica non sia oggi in grado di intercettare le esigenze della gente e del pianeta. La situazione è drammatica, inquietante, non più rimandabile. Tutti dicono che c’è la necessità di un cambio del paradigma sociale, ma questi processi sono lenti e rischiano di non arrivare in tempo».

Il fenomeno Greta Thunberg, ha chiesto Molinari, ha la forza per cambiare gli scenari? E quanto hanno in comune la giovane attivista e il movimento Slow Food? «Io sono totalmente d’accordo con le denunce di Greta e con la sua sete di risposte. Lei è una grande novità e mi fa arrabbiare chi ancora la ridicolizza, anche perché non ha capito che saranno i sedicenni che oggi scendono in piazza a guidare il mondo tra pochi anni. E sono ragazzi determinati, pronti all’azione concreta e non solo alla protesta: eliminano la plastica dalle loro vite, puliscono i fiumi, adottano stili più sostenibili. E proprio per questo sono credibili».

Una trasformazione che, secondo il fondatore di Slow Food, sta cambiano anche il modello capitalistico, «che sta andando verso atteggiamenti più virtuosi. Certo, c’è chi usa il cosiddetto green washing solo per fare più soldi, ma c’è anche chi sta modificando il parametro dello sfruttamento in un consumismo comunitario più attento e moderato».

Insomma, per Maurizio Molinari «il fondatore di Slow Food è passato sempre di più dal cibo alla terra». Ed è questa la sfida per il 2020 lanciata da Petrini: «Il prossimo sarà per noi l’anno di Terra Madre ed è in quel contesto che dovremo affermare che più del cibo è importante la terra. Il cibo è un componente, ma se non c’è l’ambiente tutto rischia di sparire. Ci vuole un processo educativo planetario che riesca a smuovere le coscienze.

Perché non è possibile alcun sostegno ambientale, senza giustizia sociale».