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Braccia incrociate e banchi rovesciati:al via la protesta degli studenti

DAL 17 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DEL DIRITTO ALLO STUDIO PARTONO LE OCCUPAZIONI

14/11/2014
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Corriere della sera

Il 14 novembre sarà «sciopero sociale». Scenderanno in piazza. A Roma. E nelle piazze delle principali città. Insieme a disoccupati e precari urleranno forte il loro «no» al Job Act di Matteo Renzi. Ma intanto per prepararsi incrociano le braccia ribaltano i loro banchi di scuola. Così gli studenti italiani, liceali e universitari cercano di far sentire la loro voce.

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Braccia incrociate e banchi rovesciati: lo sciopero degli studenti

L’iniziativa

L’idea promossa dall’Unione degli Studenti si chiama #entrainscena e ogni studente (o gruppi di studenti) ribalta il proprio banco di scuola, incrocia le braccia e si fa fotografare. Il messaggio? Un invito allo sciopero studentesco del 14 novembre . Comincia così l’autunno caldo delle agitazioni scolastiche. E dal 17 novembre, giornata internazionale per il diritto allo studio, partirà il movimento delle occupazioni studentesche in tutta Italia. Obiettivo della protesta il governo Renzi con la Buona Scuola, la Legge di Stabilità, lo Sblocca Italia e il Jobs Act che «stanno distruggendo il diritto allo studio e precarizzando definitivamente il mondo del lavoro». Spiega Danilo Lampis del Uds: «La foto-nomination “Ribalta il banco, incrocia le braccia” mira a sensibilizzare il maggior numero di studenti in vista dello sciopero sociale: incrociare le braccia significa rifiutarsi di portare a termine i compiti della giornata ed è simbolo di ribellione, ribaltare il banco invece simboleggia la presa di parola di una generazione esclusa dal dibattito, senza voce. Ci vogliono far credere che dalla crisi si possa uscire soltanto stringendo ulteriormente la cinghia, noi pensiamo invece che le soluzioni siano lavoro di qualità, reddito di base, istruzione e cultura libere e gratuite».

Università

Venerdì mattina in piazza scenderanno anche gli universitari. A Roma, i ragazzi della Sapienza partiranno con un loro corteo da piazzale Aldo Moro e si uniranno poi a quello dei lavoratori e dei precari in piazza della Repubblica e per la città organizzeranno dei picchetti precari. «Sarà un corteo pacifico - dicono i ragazzi di Atenei in rivolta - vogliamo parlare e far sentire la nostra voce, perciò chiediamo ai docenti ed ai ricercatori della Sapienza di aderire alla nostra mobilitazione bloccando totalmente la didattica perché ogni studente possa partecipare alla mobilitazione». Non solo. «Ai ricercatori, agli assegnisti, ai dottorandi chiediamo il blocco totale della ricerca per il 14 Novembre - continuano gli universitari - e di rifiutarsi di svolgere qualsiasi funzione non attinente alla ricerca per rivendicare una ricerca pubblica, pienamente finanziata, in cui sia possibile avere un posto garantito con uno stipendio dignitoso e dei diritti».


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