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Bocciati i migliori, promossi i figli di papà l’università travolta dalle abilitazioni truffa

Raffica di ricorsi. E alcuni commissari rivedono i giudizi in extremis

03/03/2014
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA
— L’abilitazione scientifica per la stagione 2012-2013, prova che ha certificato i meritevoli a insegnare negli ottanta atenei d’Italia da qui al 2017, si sta rivelando un pozzo di malaffare, un’appendice — su base nazionale — dei corrotti concorsi locali (comunque non cancellati, solo posticipati). Dei concorsi locali, l’abilitazione ha assorbito molte disfunzioni. L’ultima, segnalata ieri da
Repubblica, ha messo in evidenza come ricercatori e docenti insigni non sono stati ammessi a vantaggio di perfetti sconosciuti con
curriculum vitae gracilini.
ESCLUSI ECCELLENTI
Il professor Andrea Ferretti, primario dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, già medico della Nazionale di calcio, ha segnalato l’incongruenza certificata a Ortopedia (Medicina), cento candidati. Grazie a un’interpretazione varia e mai spiegata nei criteri dei sottosettori (spalla, gomito, anca) e degli ambiti di ricerca (scienza di base, traumatologia), la commissione del settore disciplinare “Malattie dell’apparato locomotore” ha tagliato fuori clinici di peso come il milanese Alessandro Castagna di Milano e i bolognesi Stefano Zaffagnini ed Elisabetta Kon. Ha denunciato il professor Ferretti: «Elisabetta Kon è una vera scienziata, un’autorità in campo internazionale. Questo concorso non fa onore all’intera università italiana».
Sono diversi gli studiosi importanti umiliati da giudizi superficiali, spesso errati. Un economista come Giampaolo Galli (studi al Mit di Boston, formazione e lavoro al Fondo monetario internazionale e in Bankitalia, oggi deputato Pd) «ha prodotto poco negli ultimi tempi» (dichiarazione della commissione che lo ha definito non idoneo). Non sono passati scienziati di fama mondiale come il vulcanologo Augusto Neri (direttore dell’Ingv), climatologi come Antonio Navarra (dirigente di ricerca dell’Ingv, 92 pubblicazioni). Il geofisico Giorgio Spada, associato dell’Università di Urbino, ha mostrato «un livello di maturità scientifica non compatibile con l’abilitazione alla prima fascia ». Sono state bocciate la letterata italiana Maria Serena Sapegno e l’esperta di criminalità organizzata (48 lavori, molti tradotti all’estero) Isaia Sales: «Mi hanno giudicato persone le cui pubblicazioni non ho mai letto».
SOLITI NOTI
Giuseppina Novo, classe 1974, è la giovane figlia di Salvatore Novo, già direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare di Palermo e già presidente della discussa Società italiana di cardiologia. Giuseppina ha partecipato all’abilitazione per professore di seconda fascia in malattie dell’apparato cardiovascolare ed è passata, ma un commissario insigne ha vergato su di lei questo giudizio: «Nelle molte pubblicazioni che presenta il candidato occupa spesso una posizione di “first author” anche se, in realtà, il “senior author” risulta quasi sempre essere il padre».
CURRICULUM GONFIATI
La prima prova nazionale contro tutte le baronie ha rivelato anomalie anche per chi è stato chiamato a giudicare i meritevoli. Tre medievisti hanno gonfiato i loro curriculum per essere scelti come commissari. Il presidente della commissione, Giuseppe
Meloni, Storia medievale a Cagliari, ha inserito un testo sui migranti che nel Novecento lasciarono la Sardegna per le Americhe e un secondo sugli indiani Anasazi, antichi abitanti pellerossa del Nuovo Messico e dell’Arizona. L’esodo dei sardi e degli indiani d’America appaiono fuori contesto rispetto alla storia medievale. Nel curriculum, poi, ha segnalato la creazione di un sito internet (non richiesta) indicando quattro monografie quando in realtà erano due. Il professor Pietro Dalena, docente all’Università della Calabria, si è attribuito piena paternità di due monografie scritte insieme ad altri autori: «È come se fossero miei». Il professor Roberto Greci, Università di Parma, responsabile di una collana editoriale per la piccola casa Clueb, si è preso la curatela di monografie altrui.
Nel settore “Politica economica” anche il presidente di commissione Antonio Garofalo, Università di Napoli Parthenope, è sotto il minimo sindacale tra le pubblicazioni su rivista, quelle in fascia A e le monografie. Contestazioni a “Sociologia dei processi” per il curriculum del professore di Criminologia e commissario Ocse Federico Varese.
VALUTAZIONI ILLOGICHE
Per quattro commissari del macrosettore “Storia del Cristianesimo” a volte la pubblicazione di una monografia negli ultimi dieci anni da parte dei candidati era necessaria, spesso no: «La commissione si riserva la libertà di abilitare anche chi non soddisfi questi criteri». Facciamo come ci pare, ecco. Il commissario di Paleografia latina ha ripetuto decine di volte lo stesso giudizio per diversi candidati variando il copia e incolla — qui e là — con qualche aggettivo. Tutti e cinque sono riusciti a definire collaboratore di un candidato uno studioso defunto il 3 marzo 1900, hanno attribuito a un secondo una monografia sulla peste che non esiste e per una terza candidata ignorato gli otto anni di insegnamento universitario trascorsi a Torino e a Ferrara.
Per “Storia dell’arte” una lettera firmata da trenta accademici sostiene questo: «Il sistema di riconoscimento del merito in base a parametri oggettivi si è trasformato in un concorsone destinato a premiare gli accoliti e gli amici degli amici. I commissari hanno abilitato coloro con i quali hanno collaborato o che hanno pubblicato nelle riviste dirette da loro stessi».
Molte commissioni ne sono così consapevoli che — questo è un inedito — hanno chiesto in massa al ministero dell’Istruzione di riaprire le buste, di rivedere i giudizi: 33 commissioni su 165 che hanno concluso i lavori. «Siamo intervenuti per autotutela ». Il ministero dell’Istruzione ha accettato.


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