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Aprileonline: L'Istruzione è un diritto fondamentale": Fioroni diffida la Moratti

Dopo la decisione del sindaco di Milano di vietare l'iscrizione alla scuola dell'infanzia ai figli di immigrati irregolari, arriva l'ultimatum del ministro

10/01/2008
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Aprileonline

Vittorio Strampelli,

Scuola Dopo la decisione del sindaco di Milano di vietare l'iscrizione alla scuola dell'infanzia ai figli di immigrati irregolari, arriva l'ultimatum del ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni: dieci giorni di tempo per ripristinare il rispetto delle norme. Unanime il plauso del centrosinistra

"Il diritto all'istruzione è uno dei diritti fondamentali dell'uomo. Impedirne la fruizione significa ledere la dignità della persona umana. Non possono esistere deroghe a questa fruizione, né per le colpe dei padri, né per lo stato di povertà". Parola di Beppe.
Dopo la decisione del sindaco di Milano Letizia Moratti di vietare l'iscrizione alla scuola dell'infanzia ai figli di immigrati irregolari, è arrivata la diffida del ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni: il capoluogo lombardo avrà, dunque, dieci giorni di tempo per ripristinare lo status quo ante, pena l'intervento dell'Ufficio scolastico regionale a sospendere la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale.

Questi i fatti. Poco prima di Natale, con una circolare, il Comune di Milano vieta l'iscrizione alla scuola dell'infanzia ai figli di migranti irregolari, incurante delle proteste che immediatamente si levano da sindacati e partiti di centrosinistra. Era necessaria, evidentemente, un'azione dall'alto e oggi, con l'ultimatum alla prima cittadina del capoluogo lombardo, la risposta arriva direttamente dal dicastero di viale Trastevere.

Insensato, sostiene Fioroni, che i figli debbano pagare per le colpe dei padri. D'altra parte, "l'intero assetto legislativo, fino ad oggi e a prescindere dai colori politici dei governi, non ha mai messo in discussione il fatto che un bambino che vive sul nostro territorio abbia diritto ad essere istruito e curato e questo indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche della famiglia". Da qui a far scattare la controffensiva - con la diffida da parte del direttore scolastico regionale per la Lombardia, Anna Maria Dominici, al Comune di Milano per il ripristino, entro dieci giorni, del rispetto delle norme relative all'iscrizione alle scuole dell'infanzia dei bambini extracomunitari privi di permesso di soggiorno - il passo è stato breve. E mentre la destra fa quadrato attorno alla Moratti, l'intero arco del centrosinistra, dal Pd ai Comunisti italiani passando per Rifondazione, ha per una volta ritrovato la sua unità, schierandosi compatto con il ministro ed esprimendo unanime il proprio consenso.

Così, ad esempio, Pietro Folena, presidente della commissione Cultura e Istruzione della Camera e membro del Prc, plaude alla decisione di Fioroni ("è quello che ci si aspetta da un governo di centrosinistra") e ribadisce che "l'istruzione è un diritto costituzionalmente garantito, come la salute, e non può essere soggetto ad alcuna subordinazione a norme amministrative, quali appunto quelle sull'immigrazione, né tanto meno all'arbitrio della sindaca di Milano". Sulla stessa linea il Pdci che, con Maria Pellegatta, vicepresidente della commissione Istruzione di Palazzo Madama, dell'intervento del ministro sottolinea non solo la correttezza, ma anche la tempestività e la coerenza "con la normativa esistente e con quanto previsto dalla nostra Costituzione" mentre, al contrario, la scelta della Moratti "rischia di avere conseguenze gravissime nei corretti processi di integrazione". Anche nel Partito democratico la diffida-Fioroni riscuote notevole successo: "La diffida del ministero della Pubblica Istruzione sconfessa il maldestro tentativo della Moratti di essere dura con i deboli", incalza Pierluigi Mantini, esponente lombardo del Pd, che boccia la circolare del Comune di Milano ("pessimo esempio di politica locale") e invita la Moratti a non "atteggiarsi a Sarkozy alla cotoletta".

Il provvedimento emanato da viale Trastevere, ad ogni modo, non contempla solo l'ingiunzione al comune lombardo, ma stabilisce che nelle scuole dell'infanzia potranno essere accolti solo i bambini che compiranno tre anni entro il 31 dicembre 2008, o al massimo entro il 31 gennaio 2009 in presenza di disponibilità di posti. Peraltro, i bambini che compiranno i tre anni dopo tali date, e che il Comune avrebbe voluto iscrivere, potranno essere accolti nelle nuove e numerose sezioni Primavera per le quali il Comune di Milano ha già avuto autorizzazioni e risorse dal ministero. Il documento impegna inoltre il Comune, in base ai vincoli della legge sulla parità, a garantire il diritto all'iscrizione a tutti i bambini in qualsiasi condizione si trovino, compresa la situazione di morosità delle famiglie per i pagamenti scolastici. Il Comune di Milano, in quanto Ente gestore di scuole non statali paritarie è infatti tenuto a rispettare gli ordinamenti del Sistema nazionale di Istruzione e i provvedimenti vigenti anche in materia di iscrizione degli alunni. Per questo, è la conclusione, se entro dieci giorni non verrà ristabilito il rispetto delle norme, l'Ufficio scolastico regionale provvederà a sospendere la parità concessa e l'erogazione di ogni contributo statale.


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