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AprileOnLine: Il metodo c'è, e i contenuti?

Ieri l'incontro fra Governo e sindacati per discutere la Finanziaria. Si è rilanciata la concertazione, ma i nodi da sciogliere restano molti Alessandro Genovesi

15/09/2006
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Aprileonline

E’ iniziata ieri, con l'incontro Governo-parti sociali a Palazzo Chigi, la maratona politico sindacale per la definizione delle principali misure della prossima Finanziaria e per impostare, più in generale, un nuovo rapporto con le grandi organizzazioni sindacali. Obbiettivo: delineare un percorso per i prossimi anni (si veda riforma della politica dei redditi, come annunciato da Letta) che goda del consenso sociale necessario. Che il gioco sia comunque più complicato e che si sia solo all’inizio di una discussione è evidente a tutti.
Ieri è stato fatto del buon metodo. Si è cioè concretamente rilanciata la concertazione come “momento” costituente dei grandi processi decisionali del Governo e questo è un bene. Il merito e la sostanza sono però altra cosa. Si è “deciso di decidere” insieme, sul cosa fare e come è tutto da venire.
Con dei paletti però che sembrano già piantati: la manovra sarà di 30 miliardi (ma questo è il paletto più mobile, essendo iniziata una “trattativa” e il Governo fa il suo mestiere), le pensioni non saranno in Finanziaria (e questo aiuta la discussione), la riduzione del cuneo fiscale sarà il principale terreno di accordo/scambio tra interessi delle imprese e riconquista delle capacità salariali dei lavoratori. Di precarietà e pubblico impiego ancora non si parla (per ora, ma se ne dovrà parlare).
I diversi tavoli che seguiranno (a partire da quello sul cuneo fiscale e cioé su chi deve beneficiarne e se deve andare a tutti gli occupati a tempo indeterminato in essere o anche per favorire la stabilizzazione dei precari) saranno quindi i veri tavoli per sperimentare un’ipotesi di graduale ammodernamento della politica dei redditi contemplata negli accordi del '93.
Per il leader della Cgil, infatti, "nel '93 il problema erano i prezzi e la stabilità monetaria, oggi il problema é la crescita. Perché il paese cresce poco. Allora - ha dichiarato Epifani - ci fu una politica di contenimento salariale. Oggi bisogna forse fare diversamente perché i salari in questi anni sono rimasti fermi. Allora c'era uno Stato centrale che poteva far tutto, oggi c'é Bruxelles che impone dei vincoli e ci sono regioni, comuni e province che hanno poteri che al tempo non avevano".
Quindi, conclude Epifani, occorre fare "una riflessione che tenga conto delle differenze tra l'Italia di allora e l'Italia di oggi, con particolare attenzione, però, alla condizione di chi lavora e di chi é in pensione". La prossima mossa spetta quindi alle parti sociali e sulla Finanziaria Cgil, Cisl e Uil hanno già annunciato che presenteranno un documento unitario.
La bozza é stata messa a punto, sempre ieri, nel corso della riunione delle segreterie unitarie e sarà portata all'approvazione dei direttivi unitari convocati per il 18 pomeriggio. Sette i capitoli presi in esame dal documento elaborato dalle tre sigle confederali su cui, a loro avviso, dovrebbe incentrarsi la politica del governo nella manovra finanziaria di prossima presentazione: sviluppo (taglio del cuneo fiscale selettivo); lotta all'evasione e all'elusione; rinnovo dei contratti del pubblico impiego; Mezzogiorno; scuola; ricerca e innovazione.
Un fatto deve però essere evidente – ammoniscono dalle centrali sindacali – e cioè che il sindacato proporrà le uniche misure possibili per tenere insieme sviluppo e redistribuzione, dopo troppi anni in cui a pagare sono stati i lavoratori dipendenti, i precari ed i pensionati. Gli ultra rigoristi del Governo e i vari Giavazzi sono avvisati: perché se evitare il ritorno di Berlusconi è un obiettivo della Cgil e degli altri, procedere senza il consenso dei lavoratori è pericoloso per chi siede a Palazzo Chigi.


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