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Appello contro le cattedre Natta. Più di 2600 firme. Firma anche Guido Rossi

Lettera al presidente del Consiglio Renzi contro i 500 super posti per ricercatori italiani e stranieri che dovrebbero essere scelti da commissari stranieri di nomina governativa

18/10/2016
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Corriere della sera

Orsola Riva

Sono già più di 2500 le firme raccolte dalla petizione lanciata dai ricercatori italiani contro le Cattedre Natta sul sito Change.org. Tra i primi firmatari della lettera aperta al presidente del Consiglio Matteo Renzi figurano la medaglia Planck Giorgio Parisi, tre vincitori di ERC Grant (Roberta D’Alessandro, Giuseppe Mingione, Alessandro Reali), cinque Accademici dei Lincei (Vincenzo Balzani, Giovanni Bignami, Ciro Ciliberto, Giovanni Dosi, Gianfranco Pasquino) e almeno 16 Highly Cited Researchers nelle classifiche Thomson-Reuters (Gianfranco Balbo, Vincenzo Balzani, Maurizio Antonio Battino, Patrizia Caraveo, Giovanni Dosi, Filippo Frontera, Gabriele Ghibellini, Isabella Maria Gioia, Carlo La Vecchia, Giuseppe Mancia, Laura Maraschi, Giuseppe Mingione, Ugo Montanari, Giorgio Parisi, Alessandro Reali, Andrea Scozzafava). E in serata arriva anche la firma dell’ex presidente della Consob Guido Rossi.

Ecco il testo del decreto del premier che nomina i «reclutatori» dei super prof
I 500 super prof

«Percorso parallelo»

Ma cosa sono le cattedre Natta e perché stanno suscitando una vera e propria rivolta nel mondo della ricerca italiana? Si tratta di un provvedimento ad hoc del governo - annunciato in televisione ormai quasi un anno fa dallo stesso Renzi - che nelle intenzioni dovrebbe servire a invertire la rotta dei cervelli italiani in fuga e a tentare di attrarre ricercatori internazionali di chiara fama convincendoli - grazie anche a uno stipendio maggiorato rispetto ai nostri standard molto bassi - a venire a spendere nei laboratori italiani i fondi europei di cui dispongono. Sulla carta, un primo passo della politica a favore della scienza dopo anni di disinvestimento. Ma quello che ha scatenato la sollevazione degli scienziati italiani già stremati dalla penuria di fondi (che in Italia sono pari all’ 1,3 per cento del Pil contro una media europea del 2 per cento) è che i 500 talenti che andrebbero a occupare le super-cattedre Natta verrebbero reclutati in deroga all’Abilitazione scientifica nazionale, attraverso una specie di «percorso parallelo» - così lo definiscono i firmatari della lettera-appello - che rischia di creare odiose discriminazioni fra studiosi egualmente meritevoli.

Rischio commissariamento

E, quel che è peggio, è che le 25 commissioni incaricate della chiamata diretta di questi ricercatori «versione turbo» saranno presiedute, come anticipato dal Corriere, da commissari stranieri di nomina governativa (ai quali si affiancheranno due professori italiani indicati dalle università). Una procedura che ha il sapore di un vero e proprio commissariamento del mondo della ricerca, tanto più dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni di Raffaele Cantone sulla corruzione del sistema universitario. E che, secondo gli autori della petizione, violerebbe l’articolo 33 della Costituzione sulla libertà d’insegnamento e della ricerca. In attesa di una risposta da parte del presidente del Consiglio, qualche giorno fa un primo timido segnale di ripensamento è stato dato dal sottosegretario Tommaso Nannicini che, durante un’intervista radiofonica, ha precisato: «È chiaro che il Ministro dell’Istruzione e dell’Università, che farà la proposta per inserire questi 25 studiosi di chiara fama internazionale che presiederanno come membri esterni queste commissioni, fatte anche da italiani, li sceglierà appoggiandosi a un comitato di personalità, come il Presidente della Crui o il Presidente del Cnr. Quindi, i massimi rappresentanti della ricerca italiana ci daranno una mano a fare scouting all’estero dei migliori studiosi a livello internazionale». Una precisazione necessaria visto che in nessun passaggio del Dpcm era previsto il confronto con i rappresentanti del mondo della ricerca e che lo stesso capo dei rettori Gaetano Manfredi, sentito dal Corriere, aveva detto di non essere stato consultato sulle cattedre Natta.


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