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Repubblica-Torino-"Il buono scuola non si tocca"

Pagina XV - Torino Al Nuovo la manifestazione con i cattolici degli schieramenti di sinistra e destra. Il vescovo: "Le private non sono un privilegio" "Il buono scuola non si tocca" ...

04/12/2005
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la Repubblica

Pagina XV - Torino
Al Nuovo la manifestazione con i cattolici degli schieramenti di sinistra e destra. Il vescovo: "Le private non sono un privilegio"
"Il buono scuola non si tocca"
Applausi e cori da stadio per il cardinale Poletto
Un tifo caldo per Leo Vietti attacca la Bresso
Da Morgando e Lepri ampie rassicurazioni alla platea sulla legge regionale
Dall'assessore Pentenero la promessa di difendere la libertà nelle scelte educative
MARCO TRABUCCO


"La gran parte dei pregiudizi nei confronti della scuola libera nasce dai pregiudizi che ci sono in Italia nei confronti della Chiesa. Non è che la scuola libera fa paura, non solo perché è libera, ma proprio perché è cattolica?". Chiude così il suo intervento davanti a un teatro Nuovo gremito l'arcivescovo di Torino, cardinal Severino Poletto. Lo fa invitando il Movimento scuola libera, (che aveva organizzato in convegno di ieri mattina, "Chi ha paura della libertà", con il fine di difendere la legge sul buono scuola) "a portare avanti questo impegno con il rispetto per tutti. Ma esigendo uguale rispetto".
Platea gremita, si diceva, stracolma di allievi e docenti delle scuole religiose piemontesi. E platea "calda" capace di un tifo da stadio per i suoi beniamini (oltre al cardinale, l'ex assessore alla cultura regionale Giampiero Leo, padre della legge piemontese sul buono scuola) interrotti più volte nei loro interventi da slogan come "Giù le mani dalla scuola cattolica" o "Vi vogliamo così", ritmicamente scanditi dai battimani anche delle suore presenti in sala.
"La scuola libera - ha detto Poletto - non è un privilegio, ma un diritto non della Chiesa, bensì dei genitori. Noi consideriamo positiva la legge sul buono scuola perché ha posto rimedio a una palese ingiustizia e chiediamo che non venga mai cancellata né svuotata delle sue finalità riducendo i finanziamenti". Il cardinale ha poi esortato i politici "a non citare l'Europa solo quando conviene. Sulla libertà di scelta scolastica l'Europa è più avanti di noi di 50 anni. Il governo finanzia le scuole private ad esempio in Belgio, Germania e anche nella laicissima Francia. Non vogliamo fare crociate ma non accettiamo che ci vengano negati diritti così evidenti". Per questo sempre ai politici, Poletto ha rinfacciato: "Quando si è voluto modificare la Costituzione, lo si è fatto. Per garantire la parità scolastica si sarebbe potuto modificare la Costituzione e l'articolo 33 (che limita la possibilità per lo Stato di finanziare le scuole private). Gli ha risposto prudente il ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione (Udc), presente in sala, "È faticoso modificare la Costituzione. Lo si fa solo quando ce n'è bisogno. E in questo caso non credo sia necessario". Anche perché l'articolo 33 fa parte di quel Titolo 1 della Carta costituente su cui nessuno ha finora avuto il coraggio di fare modifiche.
Il convegno riuniva esponenti del centrodestra (di Forza Italia e Udc) e del centrosinistra (i cattolici della Margherita) uniti nell'intento di "salvare" la legge sul buono scuola dall'opposizione "comunista". Compito già svolto in realtà (per quest'anno la legge è rimasta immutata) dalla Margherita. Così il presidente regionale Gianfranco Morgando e il capogruppo a Palazzo Lascaris Stefano Lepri hanno potuto rassicurare la sala, piuttosto diffidente. "Il centrosinistra farà la sua parte - ha detto Lepri - perché non ci sono contraddizioni tra il diritto allo studio e la parità scolastica. Nel prossimo bilancio prevederemo lo stanziamento di 18 milioni di euro per ognuno dei due capitoli di spesa". "La nostra amministrazione - ha detto Gianna Pentenero, assessore all'istruzione della giunta Bresso - malgrado le pluralità che la compongono difenderà la libertà nella scelta educativa". Il sottosegretario all'economia Michele Vietti (Udc) non ha invece saputo trattenersi dalla polemica contro Mercedes Bresso: "Non ci piace che la responsabile del governo del Piemonte dica che preferirebbe essere valdese piuttosto che cattolica". La platea lo ha applaudito con particolare calore.


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