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Repubblica-Bari-Università, tagli per 19 milioni la ricerca sparisce dal bilancio

PROBLEMI DELL'UNIVERSITÀ Università, tagli per 19 milioni la ricerca sparisce dal bilancio "Impossibile diminuire la spesa per il personale" La Finanziaria del 2006 ha i...

02/12/2005
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la Repubblica

PROBLEMI DELL'UNIVERSITÀ
Università, tagli per 19 milioni la ricerca sparisce dal bilancio
"Impossibile diminuire la spesa per il personale"
La Finanziaria del 2006 ha imposto di ridimensionare una serie di capitoli
In totale si tratterà di ridurre gli interventi del 12-13% "Fondi ridotti all'osso"
DAVIDE CARLUCCI


l'università di Bari stringe la cinghia. Perché la Finanziaria 2006 e la distribuzione dei fondi di finanziamento ordinario da parte del ministero rischiano di imporre drastici ridimensionamenti. Sull'entità dei possibili tagli per ora si fanno congetture. Mario Spagnoletti, consigliere d'amministrazione, ipotizza un "taglio di 19 milioni di euro" come conseguenza della riduzione dei fondi ministeriali, pari al dieci per cento: "È evidente che, di fronte a prospettive di questo tipo, occorre riformulare tutto. Ma c'è un problema: ci sono spese fisse, come quelle per il personale, che non possono essere toccate". I dirigenti dell'Ateneo preferiscono essere più cauti e non danno cifre. Ma non nascondono le preoccupazioni. Se la Finanziaria subisce modifiche, calcolano, gli incrementi di stipendio del personale docente (3 milioni 850mila euro) e del personale tecnico-amministrativo (2 milioni 850mila) dovrebbe ricadere per intero (6 milioni 700mila) sulle spalle dell'università. E a questo si potrebbe aggiungere una riduzione intorno al 2-3 per cento del fondo ministeriale. "Ma noi speriamo di ottenere lo stesso finanziamento ottenuto quest'anno, 208 milioni di euro - dice Giorgio De Santis, direttore amministrativo - se non, addirittura, un'integrazione".
A partire da questi dati la commissione bilancio, guidata da Ernesto Longobardi, preside della facoltà di Economia, da ieri s'è messa al lavoro: tornerà a riunirsi il 7. Ed entro la fine dell'anno, tra il 20 e il 28, l'Ateneo dovrà approvare il bilancio preventivo. Dicendo, cioè, in quale direzione tagliare. La spesa che assorbe la maggior parte dei fondi è quella del personale. Su un totale di 300 milioni di euro, gravano in misura del 84-85 per cento. Nel 2005 sono stati previsti 70,5 milioni di euro per stipendi, retribuzioni e altri assegni fissi al personale docente, ai quali vanno aggiunti 26,5 milioni per i ricercatori e 40,6 milioni per il personale tecnico amministrativo oltre a 42,5 milioni per i contributi previdenziali e assistenziali di entrambe le categorie. E ancora: 1 milione 150mila euro sono destinati ai compensi per le supplenze e per i professori a contratto. Gli assegni di ricerca? Una miseria: poco più di due milioni di euro. E le convenzioni con le università straniere? Centocinquantamila euro. In entrambi i casi si arrotonda facendo ricorso a fonti di finanziamento esterne.
Già nel corso dell'approvazione dell'ultimo bilancio il collegio dei revisori dei conti fece notare che lo stanziamento per il personale docente era stato incrementato di 611mila euro per tenere conto degli arretrati relativi alle ricostruzioni di carriera e passaggio di ruolo. Ben maggiore l'incremento di spesa per gli arretrati e i nuovi concorsi dei ricercatori: 2,5 milioni. A fine anno delle previsioni rimane poco e si deve fare i conti con l'esaurimento delle risorse: nel corso dell'ultimo consiglio d'amministrazione su molti punti - come, per esempio, alcuni progetti sull'internazionalizzazione - s'è deciso o di rinviare al prossimo bilancio gli impegni di spesa o di ridimensionare gli importi. E ora è caccia ai risparmi: una delle ipotesi è recuperare i crediti dal Policlinico. Il rettore Giovanni Girone s'è messo all'opera da luglio, dopo un incontro con l'assessore alla Regione Alberto Tedesco e il direttore del Policlinico Pompeo Traversi. I crediti però continuano a rinnovarsi: e quel che interessa all'università è recuperare mese per mese quelle somme che nel bilancio figurano come voci "virtuali".


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