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Mess.Veneto: Istruzione, pratiche “tartaruga”

Cinque anni per riscattare il servizio pre-ruolo e ricostruire la carriera

10/01/2007
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MessaggeroVeneto

Cinque anni per riscattare il servizio pre-ruolo e ricostruire la carriera. «Aumentano le pratiche-tartaruga nella scuola pordenonese»: lo denuncia il sindacato provinciale Flc-Cgil. La pazienza non è una virtù, sosteneva un profeta scomodo del vecchio millennio.
«Pratiche di riscatto per neo-assunti in ruolo accantonate, domande dei dipendenti non protocollate, istanze dirette all’Inpdap bloccate: i casi-choc scoperti nei cassetti nelle segreterie scolastiche del Pordenonese. Attenzione al contenzioso, ragazzi e chi pagherà il conto salato sui danni?». Mette sul chi-va-là dirigenti e assistenti amministrativi delle 49 scuole provinciali il segretario Flc-Cgil Carla Franza con Gianfranco Dall’Agnese, perché i tempi-lumaca dell’amministrazione si pagano cari. Nel Sanvitese, il caso di una pratica di riscatto e ricongiunzione bloccata per 5 anni, è una leggenda “nera” di malascuola. «Ho recuperato arretrati pari a migliaia di euro - testimonia la vittima del mistero doloroso amministrativo -, grazie al Tesoro e all’Inpdap. A scuola glissavano sul problema».
Vai a fidarti. «La legge prevede tempi certi per evadere le pratiche e chi non provvede, paga i danni - fa memoria il cigiellino Dall’Agnese -. In questi casi di inadempienze amministrative, come la mancata ricostruzione della carriera, paga chi ha fatto il danno, cioè il capo di istituto. Che potrà rivalersi sul personale di segreteria. Che fare? Dare la priorità alle pratiche del personale, piuttosto che ai monitoraggi imposti dal ministero dell’Istruzione, capaci di assorbire intere mattine di lavoro».
L’elenco delle indagini doxa e monitoraggi che si fanno a scuola: 20 voci per centinaia di ore annue in ricerche, tabulazioni, telefonate, inserimento-dati e vai a sapere cosa. C’è la rilevazione sui permessi sindacali, quella sulle funzioni strumentali, l’anagrafe delle scuole, il monitoraggio Eda, quello delle reti di scuola, sui contributi, la rilevazione mensa, poi la “new-entry” sugli infortuni degli alunni e del personale.
«Pratiche ferme, causa monitoraggi: è un paradosso - taglia la testa alla questione, Dall’Agnese -. Rispondiamo alle esigenze degli utenti, piuttosto».
Concetto chiaro, anche sul diritto a non perdere il posto di lavoro dopo l’assunzione e la firma sul contratto. «Non si può licenziare una docente di sostegno assunta per supplenza con formula fino all’avente diritto, nel caso in cui l’alunno disabile si trasferisca in altra scuola - ammoniscono i dirigenti incerti sul da farsi, i sindacalisti Franza e Dall’Agnese -. La via praticabile è di un utilizzo, anche in sede diversa, concordato con la docente precaria». (c.b.)


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