Regime fiscale e natura della scuola italiana.Il ministro Fioroni prefigura scelte inaccettabili
Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario Generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
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E’ giusto alleggerire l’attuale situazione della scuola italiana – come propone il Ministro Fioroni - per quanto riguarda il regime fiscale e le donazioni (è infatti straordinario che risulti più vantaggiosa una donazione verso un soggetto privato che verso una scuola pubblica) ma questo non può diventare la scusa per fare ben altro.
In primo luogo sarebbe inaccettabile che questa proposta venisse realizzata senza assumere alcun impegno concreto per un piano di investimenti nella scuola statale, visto che in Italia lo Stato investe troppo poco per la sua scuola (come spende poco per la ricerca e per l’università).
Per noi non ci sono dubbi che un miglior regime fiscale non sia neanche lontanamente sostitutivo di adeguati finanziamenti dallo Stato.
E’ impensabile, poi, che un diverso regime fiscale possa prefigurare uno snaturamento della natura pubblica e statale della scuola e determinare una composizione degli Organi collegali prevedendo un affiancamento con una sorta di “comitati di gestione finanziaria” con dentro le imprese!
Infine, per non alimentare ulteriormente nella scuola una dose di insicurezza e di sconcerto già molto consistente, considerato il bilancio di quello che è stato chiamato “l’anno ponte”, bisognerebbe valutare prima ciò che si è fatto in altri Paesi.
Infatti la proposta del Ministro Fioroni ha il suo archetipo nelle scelte messe in opera da Blair con l’istituzione delle “Trust Academies”.
Una operazione che, da un lato, ha comportato una ulteriore forte privatizzazione delle scuole e, dall’altro, una evidente e netta discriminazione tra le stesse.
Roma, 13 gennaio 2006
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