Accanimento contro i precari: nel DL Rilancio una norma che cancella diritto all'indennizzo, affossata anche la procedura per assumere gli specializzati su sostegno
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL


Roma, 13 luglio - In fase di conversione del Decreto Rilancio è stata inserita una norma che mette in discussione diritti fondamentali dei supplenti della scuola: in relazione all'emergenza COVID si parla della possibilità di attivare fino a 50 mila posti aggiuntivi di docenti e ATA con supplenze temporanee, lavoratori che però saranno licenziati senza diritto ad alcun indennizzo in caso di nuovo lockdown.
Inoltre, l’emendamento che prevedeva la possibilità di una procedura semplificata per assumere i docenti specializzati su sostegno è stato bocciato, e questo significa che migliaia di cattedre di sostegno rimarranno scoperte per ancora 2 anni, il tempo previsto per l'espletamento del concorso ordinario.
Stiamo assistendo a una gestione dell’emergenza nei nostri settori che affosserà la scuola e il diritto all'istruzione, anziché rilanciarli.
Avevamo chiesto di stabilizzare i precari entro settembre e invece nel Decreto Scuola le assunzioni sono state addirittura rinviate al prossimo anno. Il concorso straordinario per i docenti con tre anni di insegnamento è stato complicato a tal punto che non può più essere definito straordinario. Per gli specializzati sul sostegno prima vengono presentati emendamenti di maggioranza per assumerli e poi gli stessi emendamenti vengono bocciati.
I nostri operatori stanno lavorando senza sosta per assolvere a tutte le istanze che sono state maldestramente concentrare tra luglio e agosto, sommando domande urgenti come quelle sulle graduatorie per supplenze, a istanze che potevano essere rimandate, come quelle del concorso straordinario che non si svolgerà prima dell'autunno.
La linea politica del Ministero dell'Istruzione sembra dettata dalla Ragioneria dello Stato, tutto è fatto in modo da generare il massimo risparmio, senza riguardo per i diritti degli alunni e calpestando principi fondamentali di tutela del lavoro e della salute.
Vediamo una pianificazione lacunosa e improvvisata della ripartenza, con misure inadeguate in termini di organici, risorse e interventi architettonici, responsabilità scaricate sui dirigenti e sui collegi dei docenti.
In mancanza di indicazioni su questioni fondamentali, come gli orari di apertura delle scuole o la gestione delle mense, ogni scuola si sta muovendo per conto proprio, deliberando le più varie decisioni su DAD, gestione dei locali e del tempo scuola.
L’inadeguatezza delle scelte che si stanno compiendo minaccia seriamente il nuovo anno scolastico, per questo rilanciamo la necessità di stanziare risorse adeguate e indicazioni coerenti sulla ripresa a settembre e chiediamo al Parlamento di agire in coerenza con i principi costituzionali e riconoscere nell'Istruzione e nel lavoro due leve per la crescita del Paese.
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