8 ottobre: la protesta di oggi è solo il primo passo
Pantaleo: nei prossimi giorni le modalità per la seconda ora di sciopero. Manifestazioni degli studenti in molte città italiane
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Le manifestazioni di oggi sono il primo passo di una mobilitazione che si estenderà nei prossimi giorni nelle scuole, negli atenei, negli istituti di ricerca pubblici, nei conservatori e nelle accademie.
Questa mobilitazione intende parlare al Paese perché pone questioni che attengono al futuro delle nuove generazioni che non possono esser condannate all’ignoranza e alla precarietà.
La massiccia adesione alla prima ora di sciopero proclamato dalla FLC CGIL, in concomitanza della giornata di mobilitazione di studenti, di precari e di ricercatori, ha confermato l’interesse per una modalità di lotta capace di durare nel tempo, di allargare le adesioni senza pesare molto in termini di perdita salariale.
Nei prossimi giorni definiremo le modalità per la seconda ora di sciopero ed andremo avanti fino a Natale intrecciando astensione dal lavoro e iniziative di lotta.
L’opposizione all’idea di società che si vuole imporre, da parte del Governo e delle imprese, basata sulla riduzione dei dirittisarà la questione centrale per unificare movimenti, associazioni e sindacato.
La manifestazione promossa dalla Fiom il 16 Ottobre sarà l’occasione per affermare un nesso inscindibile tra diritti nel lavoro, saperi e libertà. Per queste ragioni saremo in piazza con gli operai metalmeccanici.
Vogliamo riformare il sistema d’istruzione, formazione e ricerca perché non è all’altezza delle sfide che attendono il Paese. Ma quelle del Ministro Gelmini sono delle controriforme che ci riportano indietro nel tempo.
I tagli delle risorse, il peggioramento della qualità dell’offerta formativa, il licenziamento di massa dei precari,l’espulsione della ricerca dalle università, l’alzare barriere contro ogni diversità, la riduzione delle retribuzioni e la mortificazione della dignità di chi opera nei settori della conoscenza sono le cose vere.
Le dichiarazioni del Ministro Gelmini, invece, sono l’occultamento della verità e la insensatareazione di chi sa di avere contro il Paese!
Ma le bugie mediatiche,il trasformismo e il conformismo sono dilaganti. Perfino i Rettori barattano la restituzione, peraltro incerta, di pochi spiccioli con il consenso ad una riforma devastante per l’università italiana e si permettono pure di mettere in campo pressioni e minacce per ostacolare la decisione dei ricercatori di astenersi dalla didattica che, peraltro, non è obbligatoria.
Quei Rettori che difendono gli interessi feudali e che adesso pretendono di dare lezione di riformismo, il 14 Ottobre vengano con noi, con gli studenti e i ricercatori a Montecitorio a chiedere una profonda modifica del ddl. Così dimostrerebbero almeno di voler bene ai loro atenei.
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