Secondaria superiore: ancora nebbia all’Expo di Milano nelle posizioni del Ministero
La Fiera di Milano ospita nei giorni 27-30 di aprile l’”Expo dell’educazione e del lavoro”. Si tratta di una mostra promossa dal MIUR in cui trovano posto anche una serie di iniziative e Convegni sui vari aspetti della cosiddetta “Riforma Moratti”.
La Fiera di Milano ospita nei giorni 27-30 di aprile l’”Expo dell’educazione e del lavoro”. Si tratta di una mostra promossa dal MIUR in cui trovano posto anche una serie di iniziative e Convegni sui vari aspetti della cosiddetta “Riforma Moratti”.
Un’attenzione non secondaria è stata riservata al mondo della scuola superiore. Nei giorni 27 e28 sono stati organizzati tre convegni: il primo per fare il punto su Istruzione e Formazione Professionale; il secondo sulla integrazione come strategia di collaborazione tra i vari soggetti che insistono sull’offerta formativa nel secondo ciclo; la terza sul sistema dei Licei. Nelle tre iniziative erano presenti in gran parte gli stessi personaggi (l’on. Aprea, i rappresentati delle forze sociali, Assessori regionali) che hanno sostanzialmente ripreso e chiarito, ove è stato possibile, irispettivi punti di vista sul senso e gli aspetti portanti della riforma. C’era grande attesa per conoscere il punto di vista ministeriale sulle posizioni espresse a Vicenza dalla Confindustria. Che ha delineato in quella sede la scelta di un polo di istruzione tecnico-professionale gestito dallo stato che, all’interno della filiera dei licei, recuperi e sviluppi il patrimonio dei nostri istituti Tecnici come si è andato configurando e arricchendo negli ultimi decenni: una forte cultura di base che si intreccia con saperi e competenze professionali altrettanti forti e in grado di porsi come risorsa importante per lo sviluppo del paese. Ma su tale questione come pure sulla natura del “secondo canale” (l’Istruzione e la Formazione Professionale) - che il Sottosegretarioha ribadito, più volte contraddicendosi,non essere tale – non c’è stato nessun elemento ulteriore di chiarificazione. E di fronte alla presa di posizione dell’Assessore lombardo che rivendicavala collocazione degli istituti tecnici dentro il sistema dell’Istruzione e della formazione professionale di competenza regionale, nessuna risposta adeguata è arrivata dalla rappresentante del Ministero.
Le non scelte ministeriali si son fatte sentire anche nel convegno sui licei dove si sono succeduti, in una passerella senza senso (per il tempo riservato – pochi minuti -e per le ambiguità di fondo dei discorsi), i relatori dei vari gruppi di lavoro. I quali,nonostante la buona volontà e l’impegno evidenti, non sono riusciti a esprimere indicazioni che configurassero una linea chiara su natura, profili e spazi orari degli otto licei, soprattutto per quanto riguarda la distinzione introdotta nel recente dibattito sulla secondaria superiore tra Licei generali e licei “vocazionali” (professionalizzanti).
Questioni molto riprese e dibattute nei loro intrecci sono state anche quelle dell’obbligo scolastico e formativo, della dispersione e delle scelte precoci degli studenti dopo la terza media.
Il sottosegretario è stata l’unica a sostenere che una scelta netta tra i due sistemi a 13 anni o poco più non possaessere considerata precoce ed ha ribadito che il diritto-dovere all’istruzione per almeno 12 anni rappresenta la scelta vincente anche per il recupero dello svantaggio; non solo, ma che l’idea di un biennio integrato e orientativo dopo la terza media non rientra tra le possibili scelte ministeriali. Una posizione nettamente diversa è stata espressa da Dario Missaglia della CGIL che ha delineato per il secondo ciclo percorsi di formazione scanditi in un biennio orientativo ed eventualmente integrato di istruzione e formazione - che sviluppi e consolidi saperi e competenze di base capaci di favorire scelte successive anche attraverso rapporti col mondo del lavoro - e in trienni di specializzazione liceale o di formazione-qualificazione professionale.
Roma, 30 aprile 2004
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