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Scuola: seconda giornata del Laboratorio per l’Istruzione Tecnica e Professionale

Seconda giornata dedicata al Laboratorio, con alcune variazioni di programma che hanno vivacizzato la mattinata innescando la giusta protesta dei sindacati.

16/05/2007
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Le intimidazioni della polizia nei confronti di un’iniziativa di volantinaggio programmata dai tre sindacati unitariamente e comunicata alle forze dell’ordine, ha prodotto la reazione delle forze sindacali. L’intervento delle Confederazioni sindacali e delle autorità ministeriali ha poi ricomposto la situazione, ai partecipanti sono stati distribuiti i volantini contenenti la protesta sindacale per il mancato rispetto degli accordi da parte del Governo ed è stata comunicata alla sala la ragione della protesta.

Per il resto la mattinata si è dipanata secondo programma, con l’intervento, in apertura, del Presidente del CENSIS Giuseppe De Rita, a cui hanno seguito sommarie presentazioni dei lavori di gruppo svolti nel pomeriggio precedente, e 5 interventi: della Rappresentante della Conferenza dei Presidenti delle Regioni Silvia Costa, del sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale Antonio Montanino, del presidente dell’UPI Fabio Melilli, di Giorgio Santini (CISL) in rappresentanza delle tre confederazioni sindacali CGIL CISL e UIL, del vice presidente di Confindustria per l’Education, Gianfelice Rocca.

A seguire un intervento del ministro Fioroni e le conclusioni tenute dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi.

Nel suo intervento il ministro Fioroni ha annunciato l’intenzione di tenere ferma la distinzione fra i due percorsi, quello tecnico e quello professionale, di voler procedere ad una riduzione oraria che non penalizzi le discipline professionali, di avviare un reclutamento della dirigenza scolastica con criteri certi di merito e capacità, di avviare una formazione continua per i docenti fondata su una didattica specifica per tali istituti, di portare a compimento l’applicazione del Titolo V della Costituzione, di attribuire pienamente al sistema delle Regioni il compito di attribuire qualifiche e diplomi professionali, e di consolidare i Poli tecnico professionali distinti dai Poli formativi.
Apprezzabile e condivisibile l’affermazione riguardante il carattere di questi istituti, cioè quello di comunità educante e non di azienda, fondata su un rapporto costi-benefici come beneficio sociale da conseguire attraverso l’inclusione di tutti. Affermazione che necessita di maggiore coerenza e consequenzialità di quanto ha avuto finora nelle politiche scolastiche anche di questo governo.

Il Presidente Prodi, ricordando l’importanza dell’istruzione tecnica per il nostro sistema produttivo ha invitato a non lasciare da sola la scuola, ha ricordato il grande lavoro che bisogna mettere in cantiere per realizzare quanto contenuto nell’art. 13 della legge 40/07, ha indicato la necessità di chiarire il ruolo del post diploma in relazione al triennio universitario, di mettere in atto azioni perequative sul territorio nazionale così differente come insediamenti produttivi e di procedere alla cura delle condizioni con cui si espleta il lavoro docente per quanto riguarda reclutamento e aggiornamento.

Le nostre valutazioni:
- vero e proprio convitato di pietra di questo convegno, l’innalzamento dell’obbligo di istruzione e il progetto di biennio unitario. Sarebbe sbagliato e da noi non condiviso un innalzamento dell’obbligo che lasci sostanzialmente le cose come stanno, non incidendo minimamente in quel tratto di cultura gentiliana che informa così profondamente la nostra scuola e il senso comune dei cittadini producendo i presupposti per una distribuzione degli studenti in base alla classe sociale e non in base a scelte vocazionali.
- Evidente la centratura su un’istruzione tecnica e professionale di stampo industrialista, completamente assente una riflessione sulle altre tipologie di questi istituti, da quella commerciale a quelle turistica e alberghiera a quella agraria o di servizi e attività sociali.
- La distinzione fra tecnici e professionali, accuratamente rimarcata e non ben disegnata, affida comunque ai professionali un ruolo più sociale che culturale in quanto pensata per accogliere in gran parte studenti extracomunitari
- Il rapporto virtuoso con l’impresa è in realtà non così denso di prospettive positive, come tendevano a dimostrare gli interventi, infatti, come ha fatto giustamente notare il rappresentante sindacale, il tipo di manodopera che l’attuale impresa occupa maggiormente è una manodopera non qualificata, che paga poco e da cui pretende in cambio disponibilità assoluta. Sono lontani i tempi in cui le professioni tecniche intermedie hanno contribuito a creare sviluppo per il nostro Paese.

Roma, 16 maggio 2007

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