Quarantamila diffide legali ai Ministri
Pubblichiamo un articolo apparso sul "L'Unità" di oggi, 26 luglio 2002.
Pubblichiamo un articolo apparso sul "L'Unità" di oggi, 26 luglio 2002.
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UNITA’ 26.07.2002
Contro la mancata immissione in ruolo, i professori di rivolgono agli avvocati
(Carlotta Angeloni)
Roma. E’ la rivolta dei professori: che in massa, quasi 40.000 entro la fine di agosto, firmeranno delle diffide, vere e proprie azioni legali, contro i Ministri dell’economia e dell’Istruzione Tremonti e Moratti. Per protestare ancora contro le mancate nomine in tutti gli ordini scolastici.
"E’ inaccettabile, che con 100.000 posti vacanti e con 30.000 immissioni in ruolo disposte per il 2002, si blocchi tutto". Protesta Enrico Panini, segretario generale Cgil scuola. "E’ una ulteriore precarizzazione del sistema scolastico, che danneggia alunni e naturalmente i professori".
L’esercito di precari e vincitori dell’ultimo concorso 2000 che, sballottato per l’Italia in cerca di lavoro da anni, non è più disposto a subire.
"Ho superato entrambi i concorsi di abilitazione, nel 95 e nel 2000". Dice Giuliana, insegnante magistrale di 30 anni proveniente da Avellino. Ho una bambina di sette anni, e nella mia città mi avevano detto che non era possibile lavorare anche per problemi "ambientali": la diffida me l’avevano fatta loro, per 4 anni. Così ho provato con Firenze".
Perché dalle scuole dei dintorni di Napoli, Secondigliano, San Giorgio a Cremano, ad alta densità camorrista, è un fuggi fuggi generale.
"Mi sono portata dietro mia figlia, ho diviso casa con le colleghe e mio marito lo vedevo ogni 15 giorni, ma nemmeno questo è bastato".
Unico esempio di precariato stabile i professori, nella graduatoria permanente rimasta, con sempre nuovi arrivi, nonostante lavorino accumulando punteggio, rischiano di scivolare sempre più giù.
"Credevo che quest’anno sarebbe venuto il mio turno. Dopo aver pagato ben tre milioni in nero, insieme ad altre cento persone, per prepararmi all’esame del 2000. Sette mesi di studio disperato e inutile". Continua Giuliana, con nessuna voglia di mollare.
E se si sale più a nord, Bologna ad esempio, la situazione non cambia.
"Sono laureato in lettere moderne e insegno da 12 anni. Sempre supplenze, ma lunghe, che ti davano un po’ di respiro". Dice Claudio , 42 anno di Reggio Emilia. "Per 6 anni intorno a Reggio, poi mi sono sposato e trasferito in Emilia".
Sballottato come tutti, in continua crisi d’identità e di competenze, fra medie e superiori.
"Ho superato anche io i due concorsi 96 e 2000, ma niente. Per fortuna che mia moglie è impiegata stabilmente….." . E ha voglia di parlare.
"Certo che ho firmato, anche se non sono certo un rivoluzionario. Ci sono posti vacanti, accorperanno le classi. E se accetteremo le supplenze, le spese degli spostamenti saranno a carico nostro. Ma stavolta senza prospettive".
E Caterina, 36 anni, insegnante calabrese di scuola elementare, laureata al Magistero, rincara la dose.
"Sono stata una delle prime a firmare, dopo 10 anni di precariato. Passati in Toscana, Lazio, Lombardia, in provincia di Lodi. Ogni anno una sede diversa, con la sensazione di ricominciare tutto da capo. E ora la sensazione è diventata realtà".
Si è sposta da qualche anno, prima impossibile solo pensarci, ma il marito, insegnante di Storia dell’Arte, è stato più fortunato.
"E’ più grande di me, e nell’85 ha trovato una cattedra in Calabria. Forse mi sarebbe toccato Milano, ma almeno si poteva pensare ad un trasferimento per tutti e due". Ora invece, da decima nella graduatoria del concorso ordinario, si è ritrovata a metà in quella permanente. Ma stavolta pensa di lasciare, nonostante la rabbia.
"Già prima ci pagavano in ritardo, ma ora sta diventano troppo umiliante".
Si giocherà a settembre, la partita che vedrà in campo forze politiche e sindacali sulla discussa riforma della scuola presentata dal Ministro Moratti.
E allora la discussione sulle nomine di ruolo la loro copertura finanziaria, a firme consegnate, sicuramente verrà riaperta.
Roma, 26 luglio 2002
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