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Precariato: valutazione degli emendamenti presentati al Senato

Il Senato, in sede di conversione del Decreto Legge n°136 del 28 maggio 2004 “Disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione”, ha introdotto alcuni emendamenti relativi alle graduatorie permanenti di terza fascia così come definite dalla recente Legge 143/’04

11/07/2004
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Il Senato, in sede di conversione del Decreto Legge n°136 del 28 maggio 2004 “Disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione”, ha introdotto alcuni emendamenti relativi alle graduatorie permanenti di terza fascia così come definite dalla recente Legge 143/’04.

Nel merito della situazione, considerato che la discussione è stata rimandata a Martedì 13 luglio a causa della ripetuta mancanza del numero legale, esprimiamo le seguenti valutazioni.

Lo strumento

Contrariamente a quanto da noi richiesto non siamo in presenza di un Decreto Legge di iniziativa del Governo per modificare la Legge 143.
Il Decreto Legge era stato richiesto unitariamente dai Sindacati scuola confederali e da diverse associazioni di precari. Il Ministero aveva condiviso la richiesta nell’incontro del 2 luglio in occasione del sit in di protesta organizzato dai Sindacati confederali e, nella giornata di Lunedì 5 luglio, aveva illustrato una ipotesi di testo alle Organizzazioni sindacali. Su quel testo Cgil, Cisl e Uil avevano espresso un giudizio negativo.
Si tratta, invece, di emendamenti presentati ad un Decreto che interviene su diversi aspetti.
Se questa strada è stata scelta per garantire una soluzione urgente ad una situazione di emergenza ovviamente non ci sono problemi, ma rimangono forti le nostre preoccupazioni.
Siamo di fronte ad una situazione molto delicata per i docenti inseriti in III fascia che si sviluppa in un momento in cui la maggioranza è profondamente divisa, e le ripetute mancanze del numero legale in sede di conversione del Decreto 136 lo confermano ampiamente.
Un Decreto Legge presentato dall’intero Governo avrebbe sancito esplicitamente le volontà politiche circa la soluzione dei problemi e avrebbe avuto un iter politicamente maggiormente garantito.
E’ evidente che se, per una qualsiasi ragione, il Decreto 136 non dovesse essere convertito, il Governo deve presentare immediatamente un proprio Decreto Legge.

Giudizio

Gli emendamenti presentati non risolvono il “problema precariato”, attenuano solo gli effetti più devastanti della Legge 143/’04.
Essi sono stati presentati perché in breve tempo si è sviluppato un grande movimento, grazie al lavoro delle Organizzazioni sindacali confederali e dei precari, che hanno costretto ad un ripensamento a pochi giorni dall’approvazione della Legge 143.
La formulazione di alcuni emendamenti presentati dal Sen.Asciutti è più avanzata di quella illustrata ai Sindacati dal Ministero nella giornata del 5 luglio rispetto ad un’ipotesi sulla quale abbiamo espresso un giudizio nettamente negativo.
Non cambia, per quanto ci riguarda, il nostro giudizio pesantemente negativo sulla Legge 143, più volte argomentato e ribadito, e sulle politiche del Governo tese a far crescere a dismisura il lavoro precario nella scuola.
Il fatto stesso che si debba ricorrere ad un iter legislativo per correggere scelte sbagliate in materia di punteggi la dice lunga sugli effetti pesanti di una Legge con la quale si è voluto rendere più difficile ogni intervento sul precariato.
La scelta di intervenire solo sui punteggi come regolatori di situazioni diverse, profondamente alterate con il primo Decreto Legge del Ministro Moratti (giugno 2001) e con scelte successive non potrà che produrre ulteriore contenzioso.

Gli emendamenti

Fermo restando il giudizio più generale espresso sopra, per quanto ci riguarda la parte relativa al servizio prestato in scuole di montagna, piccole isole e scuole carcerarie deve essere completamente estrapolata dalla Legge 143.
Infatti, anche il rinvio al prossimo anno della relativa valutazione non elimina gli effetti relativi all’introduzione di una previsione che inevitabilmente sconvolgerà l’assegnazione delle supplenze sulla base di regole che, per quanto riguarda la determinazione dei posti, potrebbero prestarsi anche ad operazioni scarsamente trasparenti. Rimangono, inoltre, tutte le ambiguità e contraddizioni della norma anche se si sterilizzano le implicazioni più paradossali.
Se si vuol intervenire, com’è giusto, su un servizio prestato in situazioni di “disagio”, anziché norme estemporanee servono provvedimenti organici che affrontino tutti gli aspetti, con particolare riferimento all’aggravio economico che spesso si determina rispetto a diverse sedi di servizio e ad altre previsioni più organiche.
Siamo fortemente preoccupati circa i tempi di uscita delle graduatorie e circa le condizioni di mancata trasparenza che si potranno determinare.
E’ indubbio che le modifiche introdotte in sede di conversione di quella che sarebbe poi diventata la Legge 143, le disposizioni interpretative del Ministero ed il tracollo del sistema informatico del Ministero hanno determinato una situazione delicatissima.
Le ulteriori modifiche nella definizione delle graduatorie, conseguenti all’approvazione degli emendamenti, si innestano su questa situazione.
Pertanto, se il 20 agosto appare una data ancora a rischio per la pubblicazione delle graduatorie, ed è necessario posticipare ulteriormente il termine, è prioritario che venga garantito – nella formulazione degli emendamenti- che, comunque, le nomine in ruolo avranno decorrenza economica immediata, anche se effettuate oltre il 1° settembre 2004, e che le nomine di supplenza continuano a competere ai CSA per evitare di intasare le scuole con decine di migliaia di supplenze.
La soluzione a questo punto per noi rappresenta un discrimine perché non è accettabile che, alla fine, le contraddizioni determinate dall’azione del Governo vengano scaricate sui lavoratori precari.
Anche per questa ragione è necessario che ogni modifica nella valutazione dei titoli, a domande già presentate, non possa che avere decorrenza dal 2005-’06.
Il servizio non specifico deve essere ricondotto nella valutazione del punteggio alla sua effettiva finalità, cioè consentire di riconoscere l’intero punteggio maturato a precari che hanno una diversità di supplenze come conseguenza di una situazione sulle disponibilità che condiziona le scelte di ognuno.
In questo senso non può esserne estesa la valutazione, come ribadito per tutto il confronto con il Ministero in sede di attuazione della 143, al personale a tempo indeterminato.

Trasparenza

La pubblicazione delle graduatorie provvisorie rappresenterà un momento molto delicato in una situazione nella quale ogni lavoratore si è sentito vittima di una situazione inaccettabile ed incontrollabile.
Occorre garantire tempi e modi adeguati per tutte le operazioni di controllo sulle graduatorie onde evitare qualsiasi sospetto o preoccupazione circa le effettive posizioni occupate da ognuno.
Su questo punto chiederemo un impegno preciso ed esplicito al Ministro Moratti.

Immissioni in ruolo

Le 15.000 nomine in ruolo dal 1° settembre, che rivendichiamo siano effettivamente effettuate, rappresentano una goccia nel mare delle disponibilità.
Sono poche per i docenti rispetto ai posti vacanti, sono ancora meno per i lavoratori ata in relazione alle disponibilità.
Ribadiamo il nostro netto rifiuto nei confronti di ogni politica mirata ad ampliare la fascia del lavoro precario e non garantito.
Per questa ragione si conferma per noi un obiettivo irrinunciabile che la previsione di un piano triennale di assunzioni, contenuto nella Legge 143, per coprire tutti i posti disponibili di personale docente ed ata venga finanziato già a partire dalla Finanziaria per il 2005, che dovrà essere predisposta nel mese di settembre.
In questo modo saremmo in presenza della prima vera inversione di tendenza rispetto ad una politica che, anche con l’esplosione delle nomine fino al termine delle lezioni, anziché fino al 31 agosto, penalizza pesantemente il mondo del lavoro precario, costretto ad una rincorsa verso l’accumulo di titoli aggiuntivi e posto in costante conflitto fra le diverse condizioni, mentre i posti vacanti rappresentano il bacino sul quale tagliare per ridurre gli organici e per attuare la Legge 53/’04.

Art. 5 Legge 53/’03

In quell’articolo, come abbiamo denunciato per primi e per tempo, si nasconde la chiamata diretta dei docenti da parte delle scuole.
In questo modo il Governo intende far saltare, contemporaneamente, sia il reclutamento pubblico che la libertà di insegnamento, che inevitabilmente sarebbe sottoposta ad ogni tipo di pressione. L’attuazione dell’art. 5 può rappresentare anche l’anticamera del possibile reclutamento su base territoriale, obiettivo che le forze più retrive della maggioranza hanno in più occasioni auspicato.
Esponenti della maggioranza politica hanno dichiarato in più occasioni in queste settimane che stanno lavorando alacremente per far uscire lo schema di Decreto legislativo di attuazione dell’art.5 e cominciare così a risolvere il problema del precariato (!), cioè attribuendo un consistente numero di posti non più alle graduatorie ma alla chiamata diretta da parte delle singole scuole già dal 1° settembre 2005, e per aggirare la norma della Legge 143 sul piano triennale di assunzioni.
Si tratta di un’operazione pesantissima ed inaccettabile, costruita alimentando la confusione nella gestione del precariato (a partire dal poco invidiabile record di sei modifiche alle graduatorie in poco meno di tre anni) e lo scontro fra le diverse situazioni (precari, specializzati, vincitori di concorso) anziché praticare una politica complessiva che ricercasse soluzioni eque e condivise.

E’ per noi evidente che l’uscita di una bozza del Decreto sull’art.5 con i contenuti anticipati sopra non potrà che coincidere con l’apertura di un conflitto aspro ed esteso.

Roma, 11 luglio 2004

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