Edilizia scolastica
Storia di ordinaria insicurezza
Forse siamo “pregiudizialmente schierati”, sta di fatto, però, che leggendo le “dissertazioni” del Ministro sulla scuola – conferenza stampa di inizio d’anno scolastico, le risposte alle critiche avanzate dalle organizzazioni sindacali – non abbiamo trovato un cenno, che è un cenno, all’edilizia scolastica e al problema della sicurezza nella scuola.
L’unica cosa che abbiamo trovato sono i tagli presenti nella ipotesi di legge finanziaria presentata dal Governo. Le risorse destinate alla sicurezza nella scuola sono state azzerate. Non ci risulta che ci siano tracce di finanziamenti per l’edilizia scolastica: né per l’immediato presente né per il prossimo futuro.
Come cittadini di questa Repubblica ci saremmo aspettati dal massimo esponente istituzionale della scuola almeno una informazione sommaria su di una situazione insostenibile di rischio diffuso.
Per tutta risposta, invece, c’è stato solo il grande silenzio di viale Trastevere spezzato da alcuni eventi drammatici, quali San Giuliano e Zagarolo, e da altri dove si è sfiorata la tragedia per puro caso a seguito di crolli di intonaci, solai e soffitti. L’ultimo ha interessato la scuola elementare di Casette d’Ete, frazione di Sant’Elpidio a Mare (Fermo) dove la notte del 27 ottobre è crollato il controsoffitto di un’aula.
Eppure le rilevazioni, le indagini, le statistiche di fonti diverse e insospettabili hanno messo in evidenza un dato certo e incontrovertibile: gran parte delle strutture scolastiche non sono a norma, sono insicure e rappresentano, quindi, fonte di pericolo quotidiano per chi ci studia e ci lavora.
Tacere sull’esistenza dell’emergenza edilizia scolastica da parte di chi, per il ruolo che riveste, è responsabile, direttamente o indirettamente, della sicurezza di milioni di persone rappresenta un venir meno a quei compiti istituzionali costituzionalmente sanciti.
Roma, 7 novembre 2005
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