Autonomia scolastica e stato giuridico
Un terzo delle scuole italiane continua ad essere al di fuori ogni norma sulla sicurezza ed il Governo risponde stanziando nella legge finanziaria la ridicola cifra di 10 milioni di euro per l’edilizia scolastica.
Un terzo delle scuole italiane continua ad essere al di fuori ogni norma sulla sicurezza ed il Governo risponde stanziando nella legge finanziaria la ridicola cifra di 10 milioni di euro per l’edilizia scolastica.
Le scuole non riescono a pagare le tasse sui rifiuti urbani, nonostante siano obbligate a farlo, e il Ministero non invia loro i fondi necessari.
La legge n.440 del 1997 destina fondi direttamente alle scuole autonome e questo governo ne cambia le finalità e li sottrae loro, quest’anno ha vincolato ben 126 milioni di euro, su 209.718, per la sua stolta ed iniqua legge sulla scuola.
Persino la Corte dei Conti rileva che l’amministrazione (i cui dirigenti sono stati scelti con il pieno gradimento del Governo, con lo spoyl-sistem) non sa governare un sistema scolastico fondato da soggetti dotati di autonomia e moltiplica inutili passaggi procedurali facendo arrivare alle scuole con grandissimo ritardo i pochi soldi di loro competenza.
Sono solo alcuni dei mali del rinvigorito centralismo voluto dal centro-destra che nega ad ogni passo l’autonomia delle scuole, cui si legano le mani privandole di risorse e di personale.
Se quello appena descritto è l’orizzonte in cui si svolge la vita quotidiana del personale della scuola allora grida vendetta al cielo il fatto che alcuni esponenti della maggioranza, in nome dell’autonomia scolastica, propongono e discutono di stato giuridico del personale.
E’ come se, per affrontare il problema del costo del petrolio, si proponesse di chiuderne i giacimenti, o, se preferite, l’iniziativa legislativa sullo stato giuridico dei docenti è, rispetto all’autonomia scolastica, come quel famoso cavolo a merenda.
L’intenzione è un'altra: dopo aver messo in ginocchio le scuole autonome strangolandone i finanziamenti, adesso bisogna assoggettare il pensiero del personale, subordinare la loro autonoma attività didattica al volere (e ai capricci!) del governo.
La Flc Cgil ha giudicato inaccettabile quel disegno di legge ma ancora peggio sarà giudicato dai docenti che facendo il mestiere amano le cose che sono chiamate con il proprio nome, e in questo caso sanno che l’autonomia è una parola paravento, quella vera è gerarchia.
Roma, 28 ottobre 2004
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