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Il Comitato direttivo della FLC Toscana si pronuncia sui temi dell’immigrazione.

La FLC Cgil Toscana vota all’unanimità un ordine del giorno sui temi legati all’immigrazione, a partire dall’analisi della discussione parlamentare sulle modifiche alla Legge Bossi-Fini. Il CD avanza proposte nell’ottica di superare gli ostacoli alla ricerca di un percorso di convivenza civile in una società pluralista.

13/11/2006
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Il testo dell’ordine del giorno

Il Direttivo regionale della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza Cgil, riunitosi a Firenze in data 9.11.2006, prende atto:

- che i flussi migratori hanno un trend di crescita dovuto alle ineguaglianze create dalla globalizzazione neoliberista da parte dei paesi industrializzati;

- che la crescita dell’Italia non passa soltanto attraverso lo sviluppo industriale ed economico ma soprattutto attraverso una vera crescita sociale

e culturale;

- che i migranti costituiscono una risorsa culturale e lavorativa, nonché un’opportunità sociale di grande importanza per il nostro paese.

Attualmente è al vaglio in Parlamento una proposta di testo unico sull’immigrazione, la bozza Amato, che pur contenendo alcuni aspetti positivi mantiene un indirizzo di fondo orientato alla riproposizione dell’impianto della legge Turco-Napolitano, con una modifica ancora troppo parziale della legge Bossi-Fini: la condizione giuridica del migrante resterebbe così ancorata ad un diritto speciale che rappresenta il principale ostacolo alla ricerca di un percorso di convivenza e alla faticosa costruzione di una società pluralista.

Esiste la necessità di istituire un meccanismo ordinario di passaggio dalla condizione di irregolare a quella di regolare, ovvero, secondo la formula

accolta dal programma dell’Unione, un “meccanismo di regolarizzazione permanente ad personam per lo straniero in possesso di determinati

requisiti”.

Infatti, la gamma delle risposte alle possibili situazioni di irregolarità dovrebbe essere calibrata sulla base del diverso grado di inserimento dello

straniero nella realtà socio-economica e, soprattutto, riservando la misura dell’espulsione ai casi di reale ed accertata gravità, in ogni caso

incentivando forme volontarie di rientro, così come si sta sperimentando in

alcuni paesi europei.

Il Direttivo regionale della FLC Cgil, quindi, dà mandato alle segreterie di categoria e confederali, a livello regionale e nazionale, di farsi promotori

presso il governo nazionale e fra le forze parlamentari dell’esigenza di abrogare subito la Legge Bossi-Fini, legge fallimentare e razzista,

basata perversamente sulla mercificazione dell’essere umano che può ottenere il permesso di soggiorno solo se legato ad un contratto di lavoro e non al progetto di vita del migrante, impegnandosi come sindacato nello stesso tempo alla realizzazione di modifiche di alcuni aspetti della bozza Amato per la promulgazione di una nuova legge più avanzata in materia di diritti dei migranti che preveda, fra le altre cose:

- l’immediata chiusura dei Centri di Permanenza temporanea;

- il trasferimento delle competenze in materia dalle questure ai comuni e agli enti locali, come nel resto dell’Europa;

- la regolarizzazione di tutti i migranti esclusi dalle quote ristrettive dell’ultimo governo delle destre, misura che porterebbe all’eliminazione di

circa il 5% del lavoro nero nel paese secondo i calcoli della CGIL;

- un nuovo percorso di regolarizzazione e una maggiore tutela per i migranti in materia di sicurezza sul lavoro.

Approvato all’unanimità

Firenze, 9 novembre 2006