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Elezioni Rettore Università di Catania: FLC CGIL, serve cambio di rotta

Il comunicato stampa della FLC CGIL Catania

23/08/2019
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A cura di FLC CGIL Catania

Catania, 22, agosto 2019 – “Siamo fiduciosi che la comunità universitaria catanese saprà scegliere bene tra i candidati che si stanno scommettendo in un momento difficile come questo. É necessario dare un nuovo corso al nostro ateneo, che non è solo uno dei settori di cui occuparsi nel tutelare i diritti di lavoratrici e lavoratori, ma rappresenta un “bene comune” da difendere e tutelare dal pericolo di una visione utilitaristica, mercantesca ed economica che rischia di perdere le finalità che ha avuto fin dall’origine. Ed è nostro dovere, ribadirne l’importanza per la crescita e lo sviluppo della nostra città, soprattutto dopo i casi giudiziari che ne hanno sconvolto l’asset”. Lo dichiara il segretario generale Flc Cgil Catania, Tino Renda.

“Occorre un progetto che faccia cambiare rotta, in una chiara discontinuità con il passato, allontanando, con l’apporto di tutti, il rischio che tutto possa essere mercificato e perseguito in maniera personalistica per restituire una Istituzione sana alla città e alla comunità tutta, non ultima quella scientifica”.

“La FLC CGL non accetta l’appellativo di “Università bandita” – spiega il segretario Tino Renda – perché, al di là del gioco di parole che si è voluto dare all’indagine che l’ha coinvolta, abbiamo la certezza che in essa ci lavorino centinaia di lavoratrici e lavoratori onesti (docenti, ricercatori, personale Tecnico Amministrativo) spesso precari che, ciascuno nel suo ruolo e sovente con non poche difficoltà, si attivano mettendo al centro gli studenti, la ricerca, l’innovazione e il raggiungimento degli obiettivi. Chi ne fa parte ha il dovere di custodirne i principi e il significato, un “luogo” in cui sviluppare un nuovo rapporto tra gli esseri umani, costruito sulla produzione di un sapere critico in una dimensione democratica e partecipativa, che sia libera ed etica”.

“Al nuovo Rettore chiediamo: di porre fine alla questione del precariato – sottolinea Renda –il 2020 è dietro l’angolo, mancano oltre 200 precari da stabilizzare tra il personale Tecnico Amministrativo e la carenza di personale docente e ricercatore fa saltare i conti sui punti organico (PO)”.

“Chiediamo uno sforzo superiore per ottenere un risultato oltre la Legge Madia sul precariato (decreto di riforma del lavoro pubblico entrato in vigore il 22 giugno 2017, dlgs 25 maggio 2017, n. 75) che ne rappresenti il superamento con la creazione di percorsi chiari e una programmazione attenta che valorizzi tutto il personale”. “Le scelte politiche di Ateneo saranno importanti anche per definire le posizioni di vertice del prossimo futuro a partire dal prossimo Direttore Generale e della sua macchina amministrativa”.

“Abbiamo in sospeso pagamenti che il personale attende per prestazioni del 2018, che sono fonte di un ulteriore ritardo nelle certificazioni del bilancio, necessarie per l’ottenimento del Fondo ordinario da parte del Ministero”. “Serve un regolamento chiaro sull’orario, una trasparenza e condivisione riguardo gli avvisi per attività extra lavorative da aprire a tutto il personale a prescindere dalle aree di appartenenza e dalle esperienze pregresse; Piani di formazione specialistici con criteri di selezione oggettivi che possano portare a una qualificazione reale; Forme di assistenza sanitaria dedicata a costo zero per i lavoratori, perché l’Università di Catania è anche policlinico e in generale sanità universitaria”. “Bisognerebbe poi riprendere la questione del Policlinico universitario, facendo uno sforzo per dare le tante risposte ai colleghi che in quella sede si sentono discriminati, e tale sforzo potrebbe essere fatto in sinergia con tutti i soggetti interessati, non ultimi i sindacati, anche chiedendo deroghe ai ministeri competenti”

Un punto importante che il nuovo Rettore dovrebbe affrontare è infine la distanza accumulata nel tempo tra personale Tecnico Amministrativo (TA) e i Docenti. Non è pensabile che esista ancora questo gap che non riconosce un corpo unico, con obiettivi comuni, ciascuno nel proprio ruolo, ma senza alcuna discriminazione o separazione”.

“La FLC CGIL è pronta– conclude Renda – immediatamente dopo le elezioni, a riavviare in un confronto leale e costruttivo, il lavoro di concertazione arenatosi su tanti temi”.