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Borse di studio Regione Puglia per studenti scuole superiori a basso reddito

FLC CGIL e UdS: “Un aiuto concreto ma per combattere la dispersione scolastica occorrono misure radicali”

10/05/2022
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A cura della FLC CGIL Puglia e Unione degli Studenti Puglia

Contro gli effetti dell’inflazione che, in questi tempi di guerra e dopo il periodo pandemico, è salita alle stelle sviluppando un’impennata dei prezzi nel carrello della spesa delle famiglie, è in arrivo una piccola boccata di ossigeno per i nuclei familiari pugliesi a più basso reddito che devono mantenere agli studi uno o più figli con costi che, tra libri e trasporti, sono sempre più esosi: una misura sicuramente utile, ma non abbastanza radicale per riuscire a combattere la dispersione scolastica.
 
In Puglia, infatti, non solo verrà riconfermata una misura importante messa a disposizione da Regione Puglia che assegna un contributo “una tantum” pari a € 200 per le famiglie degli studenti delle scuole superiori in condizione di fragilità economica ma, soprattutto, la Regione ha deciso anche di raddoppiare la copertura finanziaria con le risorse del Fondo sociale europeo. In questo modo le risorse messe a disposizione passeranno da 3 a quasi 7 milioni di euro, raddoppiando, di fatto, il numero delle famiglie beneficiarie dell’intervento economico. Questa è un’importante assunzione di responsabilità da parte dell’Assessorato grazie alle sollecitazioni del mondo scuola dopo che, lo scorso anno, un discreto numero di studenti e di studentesse, non fruì del contributo economico, nonostante ne avesse diritto, per l’esaurimento dei fondi stanziati.
 
"Si tratta di una misura che certamente si muove nella giusta direzione tesa a rafforzare il diritto allo studio - commentano congiuntamente il Segretario Generale della FLC CGIL Puglia Claudio Menga e il Coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia Stefano Mariano - e che rappresenta un argine, per quanto limitato, di contenimento del fenomeno della dispersione scolastica, pur nella consapevolezza che, contro le povertà educative servono impegni ben più consistenti quali accesso ai servizi pubblici educativi per la prima infanzia (bambini tra 0 e 2 anni); incremento delle classi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado a tempo pieno; servizi mensa adeguati; buoni libro e il comodato d’uso gratuito dei libri di testo; accesso gratuito a internet e dispositivi telefonici; ingressi gratuiti per visitare musei, mostre, andare a teatro, visitare siti archeologici, praticare sport con continuità, prezzi per i trasporti agevolati per gli studenti e le studentesse e forme di welfare che riescano davvero ad intervenire sul contesto attuale.

Certo, l’assegnazione di un contributo pari a 200 euro non affronta nessuno dei suddetti impegni, ma rappresenta, senza ombra di dubbio, un primo aiuto concreto per le famiglie in difficoltà economica in una regione in cui più di un minore su quattro vive in condizioni di povertà relativa (157.000 su 629.459 minori) e il 13,5% in condizioni di povertà assoluta, in cui solo il 18,9% dei bambini di età compresa tra zero e due anni trova posti nei nidi o negli asili nido, contro una media nazionale del 26,9%, in cui la dispersione scolastica è al 15,6% e in cui il 30% dei giovani tra 15 e 29 anni rientra nella categoria dei “neet”, giovani che non studiano e non hanno lavoro, contro una media nazionale del 22%".