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Lombardia, apprendistato a 15 anni: CGIL e FLC contrarie alla sperimentazione

La Regione ha deciso di esercitare esperienze di laboratorio che, una volta verificate sul territorio, potranno essere dichiarate esportabili su scala nazionale.

15/03/2010
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FLC CGIL Lombardia
COMUNICATO STAMPA

No all'obbligo scolastico a 15 anni lavorando!

È in corso di approvazione, con l'acquisito consenso delle parti interessate, l'accordo tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e Regione Lombardia avente come oggetto: " sperimentazione di percorsi formativi in apprendistato per l'espletamento del diritto dovere d'istruzione e formazione" in attuazione dell'art. 48 del Decreto Legislativo del 10 settembre 2003 n. 276.

Alleghiamo in proposito la bozza dell'intesa e il testo dell'accordo convenuto tra le Associazioni Artigiane e Regione Lombardia.

Ancora una volta la Lombardia ha deciso di esercitare esperienze di laboratorio che, una volta verificate sul territorio, potranno essere dichiarate esportabili su scala nazionale.

Con il disegno legge "collegato lavoro", approvato in via definitiva in Senato, il Governo nella sostanza abbassa l'obbligo scolastico nel nostro Paese a 15 anni e su questo la Lombardia, con umile senso del "dovere elettorale" si presta per l'ennesima volta a fare da "cavia".

In data 11 marzo, a tal proposito, le parti sindacali di ordine confederale sono state informate delle decisioni assunte dall'assessorato regionale.

La Cgil ha espresso in tale sede la propria e ferma e assoluta contrarietà al che la sperimentazione dell'art. 48 possa essere rivolta a coloro che non hanno assolto l'obbligo scolastico e che hanno un'età inferiore a 16 anni compiuti!

FLC CGIL e CGIL Lombardia ritengono che procedere a una sperimentazione in tal senso sia negativo, sia per la giovane età dei ragazzi, sia perché si ritiene che l'obbligo scolastico debba essere assolto con un'istruzione formale, sia per la garanzia di una futura preparazione di questi giovani cittadini che si troveranno anzitempo nel mercato del lavoro senza le necessarie conoscenze e competenze e che proprio per questo saranno esposti a diventare figure deboli del mercato del lavoro.

Un conto è ragionare per l'applicazione in sede regionale dell'art. 48 in chiave professionale aggiuntiva ad una formazione culturale forte e acquisita sulla quale ci rendiamo disponibili per una valutazione di merito, ma altro è condividere la responsabilità di cogliere tale opportunità scambiandola per una modalità di assolvimento dell'obbligo scolastico.

Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo! Non vogliamo ritenerci corresponsabili per scelte formative sul futuro dei nostri giovani che guardano all'indietro anziché pensare al bisogno formativo per il loro crescere e diventato sempre più esigente per un futuro credibile…

Il provvedimento approvato prevedendo che l'ultimo anno dell'obbligo d'istruzione può essere assolto per tramite di un contratto di apprendistato, nei fatti legittima che questo possa avvenire nell'ambito di un vero e proprio rapporto di lavoro e in controtendenza con le scelte degli altri paesi e con gli obiettivi del Trattato di Lisbona, che invece si propone la riduzione e la prevenzione della dispersione scolastica attraverso l'innalzamento del livello scolastico.

Non solo, occorre che si rifletta seriamente sul rischio che alle imprese, in stragrande maggioranza "piccole", venga affidato il compito e le responsabilità di certificare l'assolvimento dell'obbligo scolastico, perché in questo modo e nella sostanza si finisce con l'affidare alle stesse competenze formative e di certificazione in sostituzione delle istituzioni formative pubbliche, ovvero in sostituzione dello Stato.

In aggiunta, non possiamo dimenticare che questa gravissima scelta del Governo e della nostra Regione avviene mentre si destruttura la scuola media superiore, si penalizza il sistema d'istruzione superiore tecnico e professionale statale e finisce col mortificare il sistema regionale della Formazione Professionale.

Noi siamo per la formazione con il segno + e non il segno -.

Milano, 13 marzo 2010