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Formigoni vuole chiudere 240 sedi di scuola e sopprimere 60 istituti!

Riforma scuola del ministro Gelmini: il disastroso impatto sulla Lombardia.

17/10/2008
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Comunicato Segreteria Regionale FLC Cgil Lombardia
Formigoni vuole chiudere 240 sedi di scuola e sopprimere 60 istituti!

Mentre tutti gli altri Presidenti di Regione sono impegnati a valutare l'opportunità di ricorrere alla Corte Costituzionale per bloccare l'emendamento alla manovra finanziaria 09/11 approvato con decreto legge 154/08 art. 3 che aggiunge all'art. 64 della legge 133 del 06 agosto il comma 6 bis con il quale si chiede un’accelerazione al "piano di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche", da approvarsi entro il 30 novembre pena il commissariamento, il Presidente Formigoni, per bocca dell'assessore Rossoni anticipa i numeri dei tagli e delle soppressione di scuole.

Viceversa Vasco Errani, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, ha dichiarato che "sul tema del ridimensionamento della rete scolastica il Governo compie una scelta grave e inaccettabile e sull'argomento non si è discusso con Regioni ed autonomie locali"(Sole 24 ore 14 ottobre '08), fornisce un giudizio pesantemente negativo su tale operato.

La FLC Cgil Lombardia nel concordare con tale giudizio chiede a Regione Lombardia di essere informata sulle modalità di applicazione del decreto. In gioco, oltre che ai problemi di mobilità del personale della scuola, vi saranno per le famiglie i gravi disagi ai quali verranno sottoposte in termini di trasporto degli alunni e per gli enti locali le altrettante difficoltà per il reperimento di nuovi e idonei "contenitori" capaci di raccogliere gli alunni prima sparsi nei diversi plessi.

Infine, al "mondo della scuola" non sfuggono i gravi problemi che conseguono all'accorpamento di istituti fino alla prevista soppressione di 60 dirigenze scolastiche. Si vorrà procedere ad esempio verso l'intensificazione dell'esperienza degli istituti comprensivi, si deciderà di fondere istituti tecnici e professionali, il tutto secondo criteri di affinità o legati al principio della vicionereità... sono tutti criteri questi e altri che ancora si possono determinare che non possono però essere assunti con un provvedimento definito in sede unilaterale!

FLC CGIL Lombardia nel chiedere alla Direzione della USR l'immediata convocazione di un tavolo specifico per dibattere l'insieme dei problemi, invita tutti gli Enti Locali a vigilare sul piano proposto dalla Regione al fine di salvaguardare le proprie identità culturali e territoriali che, come nel caso di un significativo numero di piccoli comuni lombardi, passa proprio attraverso la presenza di un’ istituzione scolastica.

Alleghiamo il comunicato stampa di FLC CGIL e CGIL Lombardia.

Milano 14 ottobre 2008

___________________

RIFORMA SCUOLA DEL MINISTRO GELMINI:
IL DISASTROSO IMPATTO SULLA LOMBARDIA

Dichiarazione di Fulvia Colombini della segreteria della CGIL Lombardia e di Corrado Ezio Barachetti, segretario generale della FLC Cgil Lombardia

“Siamo estremamente preoccupati dai dati diffusi dall’Assessore Gianni Rossoni sull’impatto che avrebbe in Lombardia la riforma del Ministro Gelmini: oltre 240 sedi dell’istruzione obbligatoria a rischio di chiusura e oltre 60 istituzioni scolastiche che perderebbero il Preside perchè accorpate con altri Istituti.

Si tratta di tutte quelle scuole con un numero di studenti inferiore a 50, situate per lo più nelle zone di montagna, in territorio a scarsa densità abitativa e con minor viabilità.

Come Cgil, sia confederale che di categoria (Federazione Lavoratori Conoscenza), abbiamo già espresso la nostra contrarietà per il ritorno al maestro unico nella scuola elementare perché in questi anni l’insegnamento, molto più complesso rispetto al passato, con l’inserimento di materie quali le lingue straniere, l’informatica, l’approfondimento scientifico e matematico, richiede un corpo docente che, lavorando in stretto coordinamento, sia qualificato sugli specifici settori e ambiti della didattica, cosa che un unico insegnante non può garantire.

Inoltre il ritorno alla suddivisione del tempo di lezione solo sulle ore mattutine mette a rischio il modello di scuola a tempo pieno che in Lombardia è stato fortemente sviluppato, anche per favorire la crescita dell’occupazione femminile che nel nostro territorio è di poco inferiore al 60%, obiettivo di qualità indicato anche dall’Europa. Questa riforma avrà anche negative conseguenze sull’occupazione per tutto il personale, sono infatti già previsti, tra tagli ed esuberi per il prossimo anno scolastico, qualcosa come 9.852 docenti in meno e 2145 personale assistente tecnico, amministrativo e ausiliario,con una previsione d’insieme per il triennio 2009/2011 pari ad un complessivo di quasi 18.000 addetti.

Se adesso a tutto ciò si aggiunge la chiusura delle scuole di cui sopra il disastro è completo!

  • Per circa 13.000 ragazzi lombardi non solo la qualità dell’istruzione primaria sarà messa a repentaglio per le ragioni sopra descritte, ma anche il diritto all’istruzione subirà un colpo.

  • Le zone montane si spopoleranno ancora di più con concentrazione verso le aree cittadine già fortemente congestionate per densità abitativa, inquinamento, traffico e carenza di abitazioni a basso costo

  • Il turismo lombardo e le attività ad esso connesse registreranno un arretramento contribuendo ad aggravare la crisi economica già in atto

Come si può essere così irresponsabili?

Quei paesi che investono nella scuola, nell’istruzione e nella qualità avranno migliori possibilità di competere nella società globalizzata e della conoscenza e offriranno prospettive più favorevoli ai propri giovani. Da noi si sta facendo l’opposto!

Proponiamo che si affrontino i problemi veri della scuola a partire da:

  • Sostenere l’istruzione primaria e la diffusione ulteriore del tempo pieno quale sinonimo vero di qualità del servizio pubblico, per altro riconosciuto anche a livello internazionale quale 5° Paese al mondo per risultati (v. OCSE);

  • Estendere l’esperienza del tempo prolungato per la secondaria di I° grado quale unica vera, qualificata e certa opportunità di formazione finalizzata al passaggio verso il II° grado d’istruzione;

  • lotta al bullismo attraverso programmi di prevenzione con le Asl e con il coinvolgimento delle famiglie,

  • educazione a una società aperta e multietnica dove le differenze culturali siano valorizzare e non stigmatizzate sostenendo i diversi progetti, elaborati in autonomia, dalle scuole pubbliche a favore dell’integrazione, promuovendo una rete coordinata fra istituti ed Enti Locali per l’utilizzo di mediatori culturali e facilitatori linguistici;

  • qualificazione dell’ istruzione professionale verso il mondo del lavoro da attuarsi dopo l’assolvimento dell’obbligo formativo, per creare nuove opportunità ai giovani e perché questa esperienza formativa non sia vissuta come un ripiego.

Chiediamo all’Assessore Rossoni di aprire un tavolo di confronto istituzionale con la presenza delle Organizzazioni Sindacali perché su questo tema è inammissibile agire senza il coinvolgimento di tutti.

Altresì allo stesso tavolo dovranno essere presenti, la Direzione Regionale Scolastica, l’ANCI, l’UPL e il mondo dell’imprenditoria, quest’ultimo anche in relazione ai prossimi provvedimenti in materia di riscrittura degli attuali ordinamenti della secondaria superiore con particolare riferimento all’istruzione tecnica e professionale.

Dal momento che dentro tutto ciò sono in gioco diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, il diritto all’istruzione e la salvaguardia del suo sistema nazionale e pubblico, allora fondamentale diventa il coinvolgimento di tutti nella scelta degli orientamenti.

Milano 13 ottobre 2008